Sandra Savogin

STORIE DI MASCARERI E DI BURATTINAI

Società di Mutuo Soccorso Ernesto De Martino- Venezia-2011

pp.87 s.i.p.

www.smsdemartino.noblogs.org

 

La fine degli anni ’70 del ‘900 ha rappresentato per la città lagunare di Venezia un felice momento di fermento politico, culturale e sociale legato a una altrettanta vivace partecipazione della cittadinanza. Anche il mondo studentesco, in particolare Architettura, DAMS e Accademia, fu investito da quello che gli storici definiscono il Movimento del ’77. Movimento giovanile  attivo nella riscoperta della tradizione del Carnevale veneziano, della sua storia in particolare nel periodo della Serenissima, dove la maschera rivestiva un aspetto molto rilevante.

Questo studio monografico affronta un aspetto, mancante negli studi pubblicati, che ricostruisce il processo di rinascita a Venezia dell’artigianato della maschera. Questa attività infatti ha preceduto, aiutato e promosso l’avvento del Carnevale moderno nel 1980. Il percorso di ripresa ha origine  nel  secondo dopoguerra in ambito teatrale.  Nasce dalla feconda collaborazione di Amleto e Donato Sartori con registi come Strelher,  De Filippo, De Bosio e Locoq e ha determinato la riscoperta e il rilancio della maschera e della Commedia dell’arte.

Il lavoro di Amleto Sartori e di suo figlio Donato nel loro atelier o meglio la bottega al civico 6657 di Barbaria de le Tole fu oggetto di vivo interesse in città per bambini e adulti e fulcro per la nascita di compagnie di burattini che si esibirono negli spettacoli della Biennale teatrale e del Carnevale 1980.

Sandra Savogin ha ricostruito il percorso di questo gruppo di burattinai descrivendone il contesto della città di quegli anni: una Venezia che lei descrive come ricca di modalità relazionali e comunicative ormai attualmente sopite dall’appiattimento della monocultura turistica di oggi. Principale fonte di questo lavoro è stata la narrazione dei protagonisti, il metodo utilizzato è stato quello della storia orale e della ricerca sul campo attraverso le interviste, documenti scritti e fotografie, locandine degli spettacoli, articoli di giornali.

Con questa ricerca l’autrice auspica di poter contribuire a valorizzare e restituire la giusta dignità all’oggetto maschera qualora ideato e costruito con la passione, lo studio e la competenza che erano propri dei “nuovi mascareri” e che si riconoscono ancora in alcuni prodotti dell’artigianato d’arte veneziano.

 

 

Aprile 2016