LUIGI BONALDI

DELITTI E MISTERI sul crinale Tosco Emiliano

SANT'ANNAPELAGO – 2017 pp.176 € 15,00

 

 

Con un paziente e accurato lavoro di ricerca Luigi Bonaldi, medico veterinario originario della Garfagnana che da oltre vent'anni esercita la professione nell'Alto Frignano, ha pubblicato storie vere di misteriosi fatti di sangue e avvenimenti oscuri successi in  prevalenza  fra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento sul crinale Tosco-Emiliano in un territorio che spazia dalla Garfagnana a Piandelagotti, Sant’Annapelago, Pievepelago, Fiumalbo, Fanano, Cutigliano, San Marcello Pistoiese e Campo Tizzoro.                                                            Fatti di cronaca nera, diventati nel tempo quasi leggende, che avevano coinvolto e colpito l'immaginario collettivo delle genti del luogo e che venivano raccontati nelle veglie di stalla. Grazie alla attività girovaga dei cantastorie molte di queste tragedie hanno avuto una diffusione più ampia e capillare, veicolata dalla vendita dei fogli volanti e dei libretti. Proprio le “cante omicide” avevano un notevole impatto emotivo sul pubblico riunito nel “treppo”, il circolo che si radunava intorno al cantastorie per ascoltare la sua narrazione. Nella presentazione del libro a cura di Gian Paolo Borghi, studioso, ricercatore e vice presidente dell' A.I.CA.-Lorenzo De Antiquis- Associazione Italiana Cantastorie, cita un passo di uno scritto di Roberto Leydi che recita” Ma è nei “drammi”, nella narrazione epica dei grandi fatti d'amore e di sangue della cronaca che il cantastorie trova la sua vera misura”. Aggiunge Borghi che:” l'attrattiva popolare per i “drammi” di cronaca era tale che, a volte, in mancanza di nuovi spunti, i cantastorie erano indotti ad inventarseli”.                

La prima parte del libro di Bonaldi è proprio dedicata alla figura dei cantastorie, sia quelli più noti e conosciuti che quelli attivi localmente, ma comunque ben radicati nella memoria degli anziani, come Cesare Emilio Garofoletti detto “Garofanetti”.                                                                                          Corredate da numerose immagini e fotografie, diverse ed avvincenti sono le vicende contenute nel libro: la storia di Maria Zanarini, aggredita con fucile ad avancarica, e quella di Assunta Brugioni uccisa a stilettate al Lago Santo Modenese; la storia di Luigi detto “Ninuun” che decapitò la madre, quella di Aldo Geri, il Meo, il giovane carbonaio assassinato da tale Fondi. Ancora i preti ammazzati a Vagli, il dodicenne ucciso a Pian degli Ontani, la giovane Emma e molte altre che hanno come matrice comune la ferocia degli assassini.  La più drammatica è forse quella del tenente Alessandro Carosi: undici omicidi e venti ferimenti. Carosi, squadrista fascista, squartò la moglie, la mise in un baule e la bruciò sotto un ponte nei pressi del Casone di Profecchia.  Questo “fatto” fu cantato da uno dei più famosi cantastorie dell'epoca, Giuseppe Bracali, e riportato nel foglio volante “L'orribile rogo di Garfagnana”. Carosi visse per anni, libero, sotto il falso nome di Filippo Filippi a Roma dove morì nel 1965.  In merito alla sua vicenda vi fu anche una interpellanza parlamentare del senatore Umberto Terracini all'allora ministro degli interni.       I "fatti" del libro di Luigi Bonaldi si leggono tutto d'un fiato, racconti suggestivi di un mondo solo apparentemente lontano, non perché queste “tragedie” non accadano anche oggi, ma perché ci sono ormai pochi cantastorie a tramandarne la memoria.

 

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Agosto 2017