Daniele Crotti e Claudio Giacometti

La Brigata Pretolana.                         Quando cantavano quelli de Pret(o)la con CD audio

Morlacchi Editore - 2013 pp. 234, brossura € 17,00

 

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Si moltiplicano, al giorno d’oggi le iniziative di recupero e di messa in circolazione di produzioni discografiche degli anni ’60 ’70 su LP, del periodo cioè della massima diffusione del disco in vinile, prima che esso fosse progressivamente rimpiazzato, all’inizio degli anni ’80 dal CD audio.

Il recupero discografico di un LP della fine degli anni ’60, nel CD allegato alla presente pubblicazione, non si inserisce in questo tipo di dinamica. Esso costituisce la testimonianza sonora di un testo che articola un intreccio di testimonianze orali, ma trascritte, sulla Brigata pretolana. In questo CD sono presenti inoltre alcuni canti del gruppo della Nuova brigata pretolana, che si propone in continuità con la vecchia brigata. La maggior parte del testo si focalizza quindi sul recupero delle memorie delle persone che direttamente o indirettamente sono state a contatto con i protagonisti del gruppo della Brigata Pretolana.

Questo gruppo di Pretola all’interno del panorama del movimento del cosiddetto folk music revival italiano costituisce un caso anomalo, non rientrando perfettamente in nessuna delle categorie nelle quali di solito tale genere viene suddiviso. Sono quattro o cinque paesani che fin dagli anni ‘50 si riuniscono in osteria per stare insieme e suonare per puro divertimento ogni tipo di oggetto: tavolo, sedie, bicchieri, bottiglie, piatti ecc. Quando essi. nella metà degli anni ’60, vengono “scoperti” da “uno di Torino”, non avendo un nome vengono, da quel momento, battezzati “Brigata pretolana”. È così che comincia la loro carriera al di fuori del paese di Pretola: nel 1966 partecipano al Folk festival di Torino e registrano nel 1969 il disco LP “Alla todina”. Ad ambedue queste iniziative partecipano due ex contadini delle campagne del circondario che eseguono il “canto a vatocco”. È la prima volta che questo canto viene sentito al di fuori del suo contesto abituale e produce un effetto notevole sugli ascoltatori del tempo. Il termine “Alla todina”, riferito a questo vatocco, da il titolo all’intero LP. Nel 1973 lo stesso disco viene ristampato da Roberto Leydi nella collana Albatros e prende come titolo “Il vatocco e altri canti tradizionali”. Viene dunque anche in questo caso messa in evidenza la presenza del canto contadino. La sua fortuna viene maggiormente accresciuta dalla considerazione che ne hanno gli studiosi: il vatocco di Pretola diventa il vatocco per antonomasia. Ne  riportano la trascrizione musicale Maurizio Agamennone e Serena Facci  nel 1989 [1]. È anche oggetto d’analisi da parte di Ignazio Macchiarella nel  2001[2].

La presenza dei due cantori del  vatocco si esaurisce comunque molto presto, poiché nelle vicine zone dove la  Brigata viene invitata a cantare i canti contadini non fanno che rammentare, alla maggior parte delle persone, periodi di miserie e di privazioni. Molto più piacevoli e spiritosi i canti della componente artigiana, con le loro divertenti invenzioni ritmiche di cucchiai, piatti bicchieri ecc. Siamo d’accordo con Leydi che nelle note di copertina del disco del 1973 dice: “Nell’assieme sono esempi quanto mai vivi e significativi di quella fascia di musica ‘artigiana’ che è presente in tutte le regioni del nostro paese in forme più o meno contaminate, in forme più o meno autonomamente caratterizzate”.

Nel libro tutta l’attività del gruppo viene documentata facendo parlare le persone che ne sono state testimoni. L’intervista fatta all’ultimo superstite Roberto Alunno, anche lui adesso scomparso, porta una testimonianza molto viva e coinvolgente sulla sua esperienza. Leggendo queste interviste, che non sono separate ma integrate strettamente nel tessuto narrativo, entriamo direttamente nella vita delle persone che parlano e il racconto a più voci ci dà alla fine il quadro complessivo di quanto fu importante l’esperienza della Brigata Pretolana per tutto il paese.

L’abbondanza di immagini fotografici e copie di documenti dell’epoca contribuiscono a rendere il libro ricco e interessante e forniscono un materiale documentario prezioso.

La parte finale del volume ci racconta come è nato e si è sviluppato il progetto di recupero delle memorie intorno alla Brigata e la nascita della Nuova Brigata Pretolana che si pone in continuità col vecchio gruppo, riprendendone il repertorio e i modi esecutivi, ma soprattutto lo spirito del divertirsi insieme facendo musica ed essendo elemento di aggregazione per tutta la comunità.

 

Giancarlo Palombini

 



[1] Agamennone M. – Facci S., Il cantare a coppia nella musica di tradizione orale italiana in  Le Polifonie primitive in Friuli e in Europa, a cura di Cesare Corsi e Pierluigi Petrobelli, Torre d’Orfeo, Roma, 1989. 

[2] Ignazio Macchiarella, Il canto a più voci di tradizione orale, in Guida alla musica popolare in Italia. !: Forme e strutture. a cura di Roberto Leydi, Libreria Musicale Italiana, Lucca, 2001, pp. 172-173.