Ignazio Buttitta, pueta in piazza

Film documentario

Fotografia- Montaggio – Regia: Andrea Mura – Bernardo Giannone

Produzione 2011 – durata 36 min.- lingua Italiano/Siciliano

 

Il Centro Sperimentale di Cinematografia ( CSC)  Scuola Nazionale di Cinema - Sede Sicilia ha presentato i saggi realizzati dagli allievi del secondo anno: sei film biografici su personalità del mondo culturale siciliano. Sono il naturale proseguimento della didattica della Sede Sicilia del CSC, dopo la realizzazione, alla fine del primo anno ,di sei cortometraggi dedicati a luoghi d'arte di eccezionale rilevanza della città di Palermo e dei suoi dintorni.

Tra i lavori presentati, il film “Ignazio Buttitta,  pueta in piazza”  regia di Bernardo Giannone ed Andrea Mura. Un  documentario che attraverso il materiale d’archivio, le interviste ai familiari e agli amici, il viaggio e il concerto di un giovane cantastorie, Paolo Zarcone, con Flora Buttitta, la figlia del poeta, racconta il “mondo” di Ignazio Buttitta: la poesia, la politica, e la vita.

Buttitta  ( 1899-1997)  rappresenta una delle voci più profonde e più note della cultura sici­liana. La sua lunga produzione comincia con le liriche Sintimintali del 1923 e percorre tutto il Novecento attraverso una intensa attività letteraria che lo ha distinto in tutto il mondo come portavoce ed espressione della vita siciliana. La sua parola ha il valore di un segno tracciato nella pagina del tempo della sua Isola, la sua poesia ha le radici che scendono profonde e dirette nella realtà popolare e contadina della Sicilia, la sua ricchezza poetica e la sua intensità lirica rappresentano un punto nodale della sua personalità e nello stesso tempo hanno scritto una delle pagine più belle della letteratura contemporanea.

Con “Ignazio Buttittapueta in piazza”, che è anche il titolo di una raccolta di versi del 1974, i due giovani registi fanno emergere quella che è la specificità del Poeta: i suoi componimenti non sono scritti per essere letti da soli e in silenzio, ma gridati, nelle piazze, tra le gente, la sua gente: il popolo.  

 Nel libro “ Le ragioni dei cantastorie” di Mauro Geraci sono riportate queste parole di Butitta:” Al pubblico sento di recitare le mie poesie, se non c'è folla io non posso aprire bocca. La mia poesia è immediata, va detta, gridata, non si può leggere da soli in silenzio a lume di candela. Io sono come il vecchio cantastorie che deve can­tare e raccontare storie.  (…) Io non leggo solo poesie, ma dialogo con la folla e trovo sempre qual­cuno che mi fa domande. Io li vedo tutti anche se sono diecimila e li guardo negli occhi. Potrei dire che sento battere il loro cuore”.

I documentario trasmette proprio questo clima, questa tensione interiore e i contributi del regista Giuseppe Tornatore, del fotografo Ferdinando Scianna e del  pittore Carlo Puleo integrano e completano il viaggio-racconto che in parte ripercorre  luoghi che ispirarono il Poeta: la sua casa di Aspra, le miniere di zolfo e Portella della Ginestra perché, come afferma in uno dei tanti spezzoni originali utilizzati per il documentario:” il poeta non perde mai l’interesse per la vita”.

I documentario si conclude con l’arrivo del cantastorie Zarcone e Flora Butitta  sul palcoscenico dove li attende il musicista Francesco Maria Martorana, che ha realizzato le musiche del film, e dove Flora legge i versi del padre ancora una volta in piazza. Una sorta di staffetta per dei versi che non hanno tempo, ma sono sempre attuali,  una poesia esplicitamente impegnata e radicata nelle cause e nelle conseguenze del disagio economico delle classi subalterne.

 

Per informazioni:

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