Maurizio Berselli

STORIE FOLK Il folk revival nell’Italia settentrionale e centrale raccontato dai protagonisti

Edizioni Artestampa – Modena – 2020 pp.392 – allegato USB CARD - € 25,00

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Maurizio Berselli, storico protagonista del folk revival italiano fin dagli anni Settanta del Novecento, ha dato alle stampe un importante contributo alla storia e alla conoscenza del fenomeno della riproposta della musica popolare in Italia, e nello specifico del Nord e del Centro della Penisola.

Il volume raccoglie le testimonianze dirette dei protagonisti di quella “epopea” irripetibile. L’insieme delle esperienze raccontate, suddivise per regione, evidenziano la vastità e capillarità di una vera e propria forma aggregativa, sociale e talvolta politica. Storicamente, quel movimento che sull’onda del lavoro di ricerca e documentazione fatto negli anni Sessanta da un gruppo di intellettuali e ricercatori, viene fatto coincidere con lo spettacolo “Bella Ciao, al Festival dei Due Mondi di Spoleto nel 1964. Negli anni successivi si è rapidamente sviluppato coinvolgendo migliaia di giovani.

Per capire questo fenomeno e andarne alle radici, Berselli ha affidato a Gualtiero Bertelli, musicista, testimone e protagonista diretto, il racconto e la ricostruzione storica del lavoro di ricerca degli anni Cinquanta e Sessanta.  Il fenomeno più importante di quegli anni, conclusa l’esperienza torinese di Cantacronache, fu il Nuovo Canzoniere Italiano che raccolse, almeno per un certo periodo, al proprio interno le più importanti figure di ricercatori, artisti e intellettuali che si occuparono di cultura e musica popolare.

Storie folk continua  a raccontare il percorso negli anni successivi e diventa una vera e propria guida alle decine, se non centinaia, di gruppi che al loro interno avevano giovani ricercatori e musicisti. Questa sinergia tra ricerca capillare, competenze musicali e voglia di trasmettere e far conoscere il patrimonio musicale popolare che si andava scoprendo, combinato con un periodo storico di forte richiesta di cambiamento nella società e di riscoperta di fenomeni culturali trascurati o perfino negati, ha dato vita ad un florilegio di iniziative e forme organizzate prevalentemente in ambito urbano.  Associazioni, festival e rassegne, concerti, stages, corsi di musica e danza, produzione prima di dischi in vinile e poi di CD, pubblicazioni, riviste, libri sono i prodotti culturali del fenomeno della riproposta documentati in questo volume.

Lo stesso Berselli tra il 1984 e il 1990 ha curato lo STRAbollettino, il primo mensile di informazione nell’ambito del folk in Italia.

Dagli anni Settanta in avanti la riproposta dei vari gruppi ha fatto conoscere anche un aspetto in parte sottovalutato dalle prime ricerche: i repertori di balli tradizionali, andati in parte in disuso con la diffusione del ballo liscio. Gighe, monferrine, curente, saltarelli, furlane. scottis ecc. sono ritornate alla ribalta e, grazie ad appositi corsi proposti prevalentemente nelle grandi città, fatte conoscere anche in aree diverse dalla loro collocazione geografica. La fruizione di queste nuove figure coreutiche ha coinvolto migliaia di persone che però erano in gran parte più interessate al momento ludico e aggregativo che alla storia di queste danze e alla cultura che le ha prodotte. Un altro aspetto non secondario è stato quello dell'utilizzo nei concerti, prevalentemente in acustico, di strumenti poco noti: ghironda, organetto diatonico, piffero, cornamusa, dulcimer, tamburi vari,  ecc.

Tutto questo si trova in Storie Folk che risulta essere una importante fonte di informazione che permette anche a chi non ha vissuto quel periodo di conoscere e approfondire gli argomenti. Particolarmente utile è il rimando alla rete per ogni scheda grazie al logo Qrcode, ma soprattutto la USB card allegata al volume che contiene, oltre alle storie integrali dei protagonisti, anche bibliografie, discografie, fotografie, locandine, manifesti, elenco delle case discografiche e altro materiale.

In conclusione il lavoro di Berselli apre una finestra sull’attualità odierna, su quanto si è andato sviluppando negli ultimi anni anche grazie alla rete, all’utilizzo dei social network che sono stati ampiamente impiegati per quel lavoro di diffusione, di informazione, conoscenza e riproposta che negli anni non si è mai interrotto e che vede nella nascita di decine di cori popolari un fenomeno in crescita che si affianca a quello della musica e dei balli.

Una citazione speciale va riservata alla rivista Folk Bulletin , nata proprio in quegli anni,  diretta da Roberto Sacchi, tuttora esempio di appassionato animatore del panorama musicale, a cui Storie Folk è dedicato.

 

Gennaio 2021