PARTE I

 LA MUSICA NEI PRESÌDI

 

 

                                             Capitolo 1

 

Il presidio permanente

 

 

 

«Si chiama Dilva, ha 78 anni. Tutte le mattine parte in bicicletta da Borgone. Alle sette è già lì, porta il primo caffè. Rassetta prima che arrivino tutti gli altri. Una pulita nel frigorifero. […] Uno straccio umido passato sulle tavole. Poi aspetta.

Tranquilla. Aspetta che arrivi la gente, aspetta notizie».1

 

 

 

 

 

I presìdi permanenti sono i luoghi di aggregazione per eccellenza del Movimento NoTAV. Sono questi gli ambienti in cui ci si riunisce, ci si confronta, ci si conosce e si discute. I presìdi permanenti, e le vicende che nel corso degli anni li accompagnano, sono il contesto in cui si sviluppa gran parte della produzione musicale legata al Movimento NoTAV.                                                                                                        La nascita di un presidio permanente avviene in modo graduale. La scelta del luogo in cui impiantare un presidio permanente è strettamente legata a delle esigenze pratiche: i presìdi vengono costruiti vicino, sopra o

 

1      Chiara Sasso, Cronache dalla Val di Susa, Intra Moenia (collana Cantieri), Napoli, 2005, p. 69

 

in prossimità dei terreni destinati ai sondaggi geognostici, alla costruzione  di un cantiere piuttosto che all'installazione di una trivella. «Il presidio è l'equivalente di piantare la propria bandiera».2 Sul terreno interessato, nel giorno in cui è prevista la presa di possesso dei terreni, si convoca un Consiglio comunale aperto a cui partecipano centinaia  di  persone, affiancate da Comitati e Sindaci NoTAV. L’obiettivo è impedire l’accesso ai terreni alle autorità preposte all’esproprio, piuttosto che ai tecnici.

Tra il 20 e il 29 Giugno 2005 nei Comuni di Borgone  Susa,3  Bruzolo4 e Venaus5 nascono i primi tre presìdi permanenti della Valle di Susa. La costruzione di un presidio parte quasi dal nulla: un gazebo, una tenda o anche solo un bidone attorno al quale scaldarsi. Dopo i primi giorni  i manifestanti organizzano meglio gli spazi, li rendono più confortevoli ed aggiungono tavoli e letti di fortuna in modo da poter mangiare al coperto e passare le notti insieme. Arrivano tendoni, sedie, transenne, cibarie; si collabora con le Pro Loco e con i Comuni; ci si allaccia alla corrente e si installano i servizi igienici; appare un frigorifero e un tendone viene adibito a cucina. Si arriva a costruire dei veri e propri “rifugi” che, con l'avvicinarsi della stagione fredda, vengono dotati di stufe e putagè.6 «Il fatto che da quel giorno siano partiti un ombrellone e una sedia, da un ombrellone e una  sedia sono apparsi poi un tavolino e una tendina, la tendina è diventata un gazebo un po' più allargato, dal gazebo si è passati a un pavimento di  legno

 

2      Intervista rilasciata da Mario Solara il 15 Ottobre 2014 presso Bussoleno (TO).

3      Il 20 Giugno 2005 centinaia di persone si ritrovano a Borgone Susa (TO) nel sito in cui è prevista l'installazione di una trivella, con lo scopo di impedire l'accesso ai terreni ai tecnici della Cmc. Nella notte fra il 23 il 24 Gennaio 2010 il presidio di Borgone viene incendiato e alcune scritte SiTAV firmano l'attentato. Nei giorni successivi si provvede subito alla sua ricostruzione.

4      Il 27 Giugno cinquecento persone si incontrano a Bruzolo (TO) sul sito dedicato ai sondaggi, per formare un presidio. Nei giorni successivi viene costruita una piccola struttura prefabbricata, distrutta però da un incendio doloso il 31 Gennaio 2010.

5      Seicento persone, il 29 Giugno 2005, si recano a Venaus (TO) per impedire l'accesso ai terreni ai tecnici della Cmc.

6      Tradizionale stufa a legna piemontese che funge anche da cucina domestica.

 

 

e poi un po' di pareti...e alla fine è diventata una casetta. E la casetta è diventata un simbolo!».7

I materiali vengono recuperati dalle cantine e dai solai: tubi, legni, scarti, mobili vecchi. C'è anche chi lavora a casa propria e porta al presidio quanto realizzato. Un falegname si dedica alla costruzione delle finestre; alcune donne comprano della stoffa e cuciono le tende. Il presidio di Venaus viene anche dotato di un pannello solare per scaldare l'acqua. Si lavora al presidio giorno per giorno, e le migliorie dipendono esclusivamente da esigenze di tipo pratico. Non si conoscono i nomi di chi ha fornito i materiali, né di chi ha dedicato parte del proprio tempo e delle proprie energie per rendere più accogliente il presidio. Tutti collaborano spontaneamente, senza che ci sia una pianificazione a monte. «Una scatola da scarpe fa da “cassa comune”. La fantasia fa il resto».8

Ci si reca al presidio anche solo per passare qualche ora insieme, prima di tornare a casa, o dopo il lavoro, per salutare chi si trova ancora lì e trascorrere una serata in compagnia. Ma i presìdi permanenti nascono anche per dare qualche conforto a chi partecipa attivamente alla lotta. A qualsiasi ora del giorno e della notte si arrivi, la cucina garantisce a tutti caffè, thè caldo, e se tutto va bene un pasto vero e proprio. Tutto ciò è il risultato della collaborazione fra persone con conoscenze, esperienze e capacità diverse, e fra queste un ruolo determinante è svolto dalle “signore” dei presìdi.

La presenza e la partecipazione delle donne all'interno del Movimento NoTAV è infatti ampia e si rivela fondamentale. «Le donne erano importanti ai tempi della guerra partigiana e lo sono ora».9 Al di là del loro  impegno  sotto  i  “tendoni-cucina”  dei  presìdi,  le  donne    NoTAV

 

7      Csoa Askatasuna (a cura di), A Sarà dura. Storie di vita e di militanza NoTAV, DeriveApprodi, Roma, 2012, p. 129

8      Chiara Sasso, Cronache dalla Val di Susa, Intra Moenia (collana Cantieri), Napoli, 2005. p. 76

9      Cfr. n. 2

partecipano attivamente ai cortei e alle barricate.10 «Sono quelle che danno sicurezza agli altri: vedere una donna che taglia le recinzioni infonde coraggio anche a chi non è cuor di leone».11 Nei presìdi e nei cortei, si possono trovare donne di tutte le età e tutte ugualmente coinvolte. Molte donne della Val di Susa decidono di dedicare una parte del loro tempo consacrato alla famiglia, per cucinare nei presìdi o per partecipare alle diverse iniziative. «Noi volevamo e dovevamo dimostrare che non avevamo paura, che quella era la nostra terra e che potevamo andarci anche da sole [...]».12

I presìdi permanenti hanno avuto anche il merito di portare il “problema territorio”, prioritario per il Movimento NoTAV, di nuovo in primo piano. La popolazione valsusina comincia ad occuparsi attivamente  di questi problemi prima ancora della nascita del Movimento NoTAV. Le opposizioni all'autostrada A3213  e al mega-elettrodotto14  hanno fatto sì   che

 

10   Si è costituito spontaneamente anche il gruppo delle Donne NoTAV. Per scelta le Donne NoTAV sono sempre in prima linea nei cortei. Mario Solara aggiunge: «il Movimento NoTAV è stato più volte accusato di mettere in prima linea donne e bambini». Ibidem.

11   Cfr. n. 2

12   Csoa Askatasuna (a cura di), A Sarà dura. Storie di vita e di militanza NoTAV, DeriveApprodi, Roma, 2012, p. 143

13  Si tratta dell'autostrada A32, meglio nota come autostrada del Frejus, che collega Italia e Francia tramite il relativo traforo. La costruzione comincia nel 1980 per finire nel 1994. Il progetto prevede anche l'espropriazione di molti terreni. Significative a riguardo alcune parole tratte da un intervista fatta a Nicoletta Dosio: «La Sitaf, costruttore e futuro gestore dell'opera, per indorare la pillola […] aveva preparato una smagliante valigetta blu, contenente, oltre al progetto di massima, un album di montaggi fotografici per illustrare il destino della Vale di Susa prima e dopo la cura: il dopo erano ampie aree verdi a risanare i depositi alluvionali della Dora e i buchi nelle cave. Anche l'autostrada doveva essere un'opera d'arte, tra quinte di alberi  e spallette di rampicanti, gli imbocchi delle gallerie impreziositi da affreschi di artisti famosi. Costosissime, false promesse alle quali noi non abbiamo mai creduto». Fonte: centro sociale Askatasuna e del Comitato di lotta popolare (a cura di), NoTAV. La valle che resiste, Velleità Alternative autoproduzioni, Torino, 2006. All'inizio si riesce a coinvolgere gli abitanti i cui terreni devono essere espropriati, ma rimangono voci inascoltate. Inizialmente quasi tutti i comuni si schierano contro la grande opera, ma non resistono alla promessa di ricevere delle compensazioni. L'autostrada è uno dei primi terreni di prova per chi si sarebbe poi opposto al TAV.

14   Si comincia a parlare della costruzione di un elettrodotto in Valle di Susa nel 1987, in seguito  ad un accordo firmato dall'Enel e Edf (Electricité de France), senza però interagire con le amministrazioni locali. Sono tredici i comuni coinvolti e quasi tutti dichiarano ufficialmente la loro opposizione al progetto. Si organizzano incontri informativi, manifestazioni in Italia e    in

 

si cominciasse un discorso sul territorio della Val di Susa già negli anni '80. La componente più anziana del Movimento NoTAV riesce così trasmettere ai più giovani l'amore e il rispetto per le proprie montagne.

L'esperienza dei presìdi contribuisce allo sviluppo di un forte senso  di responsabilità della gente, ribadendo la necessità del rispetto del  territorio, in primo luogo a partire dai suoi stessi abitanti. Si è cominciato ad agire in tal senso proprio nei presìdi. «[...] Questi fazzoletti di terra sono tenuti come bomboniere […] da persone che ne conoscono davvero il loro valore».15 Perciò, ogni giorno si raccolgono i resti di sigarette lasciati per terra, si rastrella e si annaffia il prato. «[...] ognuno è responsabile di se stesso, non delega a un altro di badare ai rifiuti che lui o lei produce, ognuno si porta il piatto, la forchetta e il bicchiere».16 Allo stesso tempo in cucina si prediligono i cibi sani e biologici.

Nei presìdi permanenti si organizzano eventi, iniziative di ogni genere. Dalle assemblee popolari, ai laboratori di ceramica e di cucito; ma anche corsi di lingue, di filosofia e di danze popolari. Abituali i momenti dedicati all'informazione e all'approfondimento. Ogni mattina si leggono i giornali e si commentano insieme le notizie. Nei presìdi vengono invitati scrittori, professori universitari, rappresentanti di altre realtà di protesta.17 Può anche capitare di trovarvi installata una piccola mostra di pittura o di

Francia. E' la prima volta che la protesta italiana si associa a quella francese. Per portare avanti l'opposizione al progetto dell'elettrodotto viene costituito il comitato Habitat (1991), di matrice ambientalista. Nel Dicembre 1993 il progetto Enel viene bocciato dal ministero dell'ambiente. La protesta contro l'elettrodotto riesce a coinvolgere una grande parte della popolazione, di nuovo a rischio per gli espropri e sicuramente più consapevole, dopo aver assistito e subìto le conseguenze della costruzione dell'autostrada. L'opinione sull'elettrodotto è stata influenzata anche dal non lontano disastro di Chernobyl. L'opposizione all'elettrodotto rappresenta una prima, vera mobilitazione del territorio. I metodi e gli strumenti che hanno scongiurato la costruzione dell'elettrodotto sono poi stati recuperati in seguito, per l'opposizione contro il   TAV.

15   Chiara Sasso, Cronache dalla Val di Susa, Intra Moenia (collana Cantieri), Napoli, 2005, p. 71 16  Csoa Askatasuna (a cura di), A Sarà dura. Storie di vita e di militanza NoTAV, DeriveApprodi,

Roma, 2012, p. 134

17   Nei presìdi NoTAV arrivano anche esponenti del No Mose e del No Ponte, creando un dialogo con altre realtà di protesta italiane.

 

 

fotografia.18

Momenti di discussione e di informazione si alternano a momenti di festa e di gioco. A Venaus viene organizzato un torneo di calcetto e si passa il tempo a giocare a “bocce quadre”. I tre presìdi permanenti si scontrano anche in una gara di pinacola. Molto frequentati i pranzi e le cene, accompagnate da serate musicali più o meno improvvisate e da concerti. I momenti di distensione sono altrettanto importanti e si condivide il piacere dello stare insieme.

Il presidio permanente arriva là dove i Comitati NoTAV da soli non riescono: diviene luogo di aggregazione e di confronto anche per le persone sino a quel momento slegate dall'attivismo. All'interno di un presidio chiunque può rendersi utile. Si impara a mettersi in gioco. «Penso sia stato […] propedeutico dimostrare […] alla gente che c'era la possibilità di fare un qualcosa che avesse un valore di reale solidarietà [...]»19.

Grazie ai presìdi si riscopre l'importanza e la forza della socialità. Nel presidio ci si incontra, ci si scambia informazioni, si  confrontano esperienze, si discute. Nascono amicizie fra persone che altrimenti non si sarebbero mai conosciute. Nel biennio 2005/2006 la frequentazione dei presìdi permanenti è elevata e costante, ma è soprattutto molto varia. La logica della “vita in comune”, che si realizza nelle dinamiche interne ai presìdi permanenti, dimostra e rafforza la trasversalità propria del Movimento NoTAV. «Il presidio è la fotografia della valle».20 Nei presìdi si ritrovano bambini, giovani, anziani, studenti, centri sociali, operai,  impiegati e disoccupati. Ma anche medici, insegnanti, amministratori locali e  Sindaci.  Caratteristica fondamentale del Movimento NoTAV  è proprio

18   Al presidio di Borgone, Riccardo Culatti espone le sue tele impressioniste; a Bruzolo, Carlo Ravetto propone le sue fotografie.

19  Csoa Askatasuna e Comitato di lotta popolare NoTAV (a cura di), NoTAV. La Valle che resiste, Velleità Alternative autoproduzioni, Torino, 2006, p. 85

20   Cfr. n. 2

questa riscoperta della “dimensione umana” che, in una lotta per la difesa del territorio, si rivela elemento di forza.

 

 1.1           Il presidio permanente di Venaus

 

Quello di Venaus è il presidio più noto. Viene costruito nel Giugno 2005,  per impedire gli espropri dei terreni sui quali sarebbe dovuto sorgere il primo cantiere del tunnel di base del TAV.21

Gli avvenimenti più salienti sono circoscritti ai mesi di Novembre e Dicembre 2005, periodo di tempo denominato in seguito Libera Repubblica di Venaus. In questo lasso di tempo si svolgono le vicende che ispirano agli attivisti NoTAV i testi originali e le canzoni inedite che fanno ora parte del Canzoniere NoTAV.22

Il 30 Novembre 2005 è la data prevista per l'esproprio dei terreni da parte dei tecnici della Ltf23, per dare inizio al cantiere. Nei giorni  precedenti, attivisti e abitanti del posto cominciano a mobilitarsi, per raggiungere il presidio posto a difesa dell'area ed evitare che i tecnici, insieme alle forze dell'ordine, occupino i terreni in questione. Già nel mattino del 29 Novembre, la questura chiude gli accessi di Venaus tramite  la sistemazione di alcuni check point.24 Alcuni tecnici si sistemano in un terreno adiacente a quello da espropriare attendendo la mattina del    giorno

 

21   Secondo il primo progetto della Torino-Lione è il comune prescelto per la partenza del tunnel di base della TAV, tuttavia l’esproprio dei terreni viene venduto all’opinione pubblica come funzionale ad un semplice sondaggio geognostico.

22   Cfr. cap. 2

23   Ltf è l'acronimo di Lyon Turin Ferroviaire, società di diritto francese nata in seguito  agli accordi stipulati fra Italia e Francia nel 2001, con il compito di coordinare i lavori di progettazione e realizzazione della linea ferroviaria ad Alta Capacità ed Alta Velocità tra Torino e Lione.

24   Il posto di blocco principale, prima dell’accesso all’area del cantiere, si trova sulla S.S.25, al cosiddetto bivio dei “Passeggeri” che permette di raggiungere il comune di Venaus (TO) direttamente dalla statale.

 

 

successivo per prenderne possesso.

Per gli attivisti diventa difficile raggiungere il presidio di Venaus, ma riescono tuttavia ad eludere i check point percorrendo i sentieri nei boschi, difficili da controllare dalle forze dell'ordine. Col passare delle ore il presidio si popola sempre di più e ci si organizza per la notte, in modo da farsi trovare pronti il giorno successivo e impedire gli espropri. La situazione vede attivisti e forze dell'ordine posti l'uno di fronte all'altro. I presidianti cominciano a costruire delle barricate per difendere il presidio, che si rivelano utili anche a impedire il cambio delle forze dell'ordine.25 Queste ultime tentano un primo blitz il 30 Novembre, facilmente respinto dai manifestanti. Nei giorni successivi si rinforzano le barricate con materiali di ogni genere e si organizzano i turni alle barricate e i turni di vedetta. L'area del cantiere è molto ampia e si comunica tra una barricata e l'altra con ricetrasmittenti e cellulari. Il presidio è attivo di giorno così come di notte.

Nonostante i presidianti siano molto occupati a lavorare, organizzare turni e a gestire al meglio gli spazi del presidio, si improvvisano concerti, giochi e altri momenti di distensione. Al presidio continua ad arrivare gente e la giornata di sabato è la più affollata. Domenica 4 Dicembre si organizza una manifestazione fuori dalla zona del presidio e del cantiere. Il corteo passa davanti al check point denominato “dei Passeggeri”,26 chiedendone la rimozione per poi scendere a Mompantero, frazione di Susa tormentata dai posti di blocco dal 31 Ottobre 2005.27

 

25   Le forze dell'ordine rimangono bloccate da una barricata nel cantiere per 18 ore. Si sceglie poi di far indietreggiare la barricata a difesa del presidio, obbligando i poliziotti a “sfilare” tra due ali di folla.

26   Dal nome della località di Susa presso la quale è installato il blocco. Cfr. n. 24

27   Il 31 Ottobre 2005 è il giorno della Battaglia del Seghino (cfr. n.84) a cui seguì l'installazione  di numerosi blocchi da parte delle forze dell'ordine nel comune di Mompantero (TO). La manifestazione si conclude con il ritorno al presidio e con l'occupazione di una parte del cantiere.

L'esperienza della Libera Repubblica di Venaus termina la notte tra il 5 e il 6 Dicembre, meglio nota come La notte delle infamie. Un gran  numero di agenti, in tenuta antisommossa, agisce in piena notte, distruggendo o aggirando le barricate. L'intervento della polizia è molto rapido e parte contemporaneamente da più punti. Sono le 3.30 del mattino e gran parte dei presidianti, tra le trenta e le cinquanta persone, dorme dentro le tende. Il blitz coglie tutti di sorpresa, ma le campane di Venaus suonano subito l'allarme e il tam tam di telefonate comincia.

La notte dello sgombero è segnata da gravi episodi di violenza,28 che determinano la risposta dell'intera Valle di Susa nei giorni successivi. La mattina stessa del 6 Dicembre scatta la mobilitazione e lo sciopero generale.29 Si organizza un corteo a Bussoleno che si sposta verso l'autostrada. La Torino-Bardonecchia viene occupata in più punti, con tanto di barricate, e la sera si svolge un'assemblea al polivalente di Bussoleno per decidere le iniziative successive.

L'8 Dicembre un corteo di trentamila persone parte da Susa e si  dirige a Venaus. I manifestanti, che si trovano nuovamente di fronte i blocchi delle forze dell'ordine, li aggirano muovendosi lungo i sentieri e le mulattiere. Riescono a raggiungere il sito del cantiere e si riversano nel prato, riconquistando così l'area del presidio.30 Questa pagina della storia  del  Movimento  NoTAV   è  nota  come  la   Immacolata  insurrezione, o

 

28   Le forze dell'ordine non fanno particolare distinzione tra i manifestanti, facendo uso dei manganelli allo stesso modo su ragazzi e anziani. Molti sono colti di sorpresa, mentre dormono nelle loro tende. Gran parte dei presidianti sono spinti dentro la sede-baracca del presidio, in modo da consentire ai tecnici di Ltf, con tanto di passamontagna calato sul volto, di piantare i picchetti e posizionare le reti arancioni sui terreni. Allo stesso modo, le barricate vengono sfondate con delle ruspe, senza curarsi della presenza di alcuni presidianti, ancora arrampicati su di esse nel tentativo di fermare l'avanzata del mezzo. Intanto le forze dell'ordine presidiano  le entrate di Venaus, impedendo l'acceso a chiunque, anche ai mezzi di soccorso che faticano a raggiungere il sito.

29   Le scuole sono in sciopero e i commercianti chiudono le loro attività.

30   Nel pomeriggio viene sistemato nel prato un container con su scritto “nuovo presidio”, insieme alla Madonna del Rocciamelone e ad un albero di Natale, posizionato sul tetto del container.

 

 

Liberazione di Venaus, richiamando così alla Storia della Resistenza valsusina. L'8 Dicembre è infatti una data simbolica per gli abitanti della Valle di Susa. Nel medesimo giorno del 1943 le prime bande partigiane si ritrovano a Garda, frazione di San Giorio, per impegnarsi solennemente a liberare la Valle di Susa dalle forze nazi-fasciste.

I giorni della Libera Repubblica di Venaus costituiscono un'esperienza unica di socialità e mobilitazione. Non vi è nessuna organizzazione, né pianificazione a monte, tutto succede in modo molto spontaneo. «[...] se avessimo dovuto pianificare quello che è accaduto a Venaus, non avremmo ottenuto un risultato così interessante come quello che si è sviluppato nella spontaneità»31. La gente impara a mettersi in gioco in prima persona e capisce il valore della solidarietà, l'importanza di partecipare in prima persona alla protesta contro l'Alta Velocità, e la forza dell'intransigenza.

Il movimento NoTAV trae molto slancio da questi episodi e il presidio permanente di Venaus diventa un simbolo di Resistenza. Nei giorni successivi alla Liberazione, il presidio di Venaus viene infatti ricostruito e proprio questi momenti creano il contesto per la nascita del coro spontaneo Canta che non passa e del Canzoniere NoTAV,32 due dei più significativi contributi musicali che gli attivisti offrono alla protesta contro l'Alta Velocità.

31   Csoa Askatasuna e del Comitato di lotta popolare NoTAV (a cura di), NoTAV. La Valle che resiste, Velleità Alternative autoproduzioni, Torino, 2006, p. 133

32   Cfr. cap. 2

 

 

 1.2 :    Il presidio permanente della Maddalena

 

 In seguito ai “fatti di Venaus” e all'istituzione di un Osservatorio33, il progetto dell'Alta Velocità cambia radicalmente e l'attenzione si sposta a Chiomonte. Dopo alcuni anni di fase interlocutoria, in cui vengono  elaborati nuovi progetti, nel Novembre 2010 riprende la campagna dei sondaggi geognostici, accompagnati da nuovi momenti di scontro e dalla nascita di nuovi presìdi.34

Il 22 maggio 2011 a Chiomonte viene formato il presidio permanente della Maddalena, ribattezzato Libera Repubblica della Maddalena, per impedire l'installazione di un cantiere, volto alla realizzazione di un tunnel geognostico, che diverrà, secondo l'attuale progetto, una galleria di servizio del tunnel di base della Torino-Lione.

Con alle spalle l'esperienza del presidio di Venaus, si procede quindi all'occupazione del sito del cantiere e alla formazione di un presidio permanente, che, sull'esempio dei presìdi del 2005, si arricchisce subito    di

33   L'Osservatorio viene inaugurato il 1 Marzo 2006, presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Viene istituito in seguito ai “fatti di Venaus”, in occasione delle Olimpiadi 2006, per stabilire un tavolo di confronto con i sindaci e con le comunità locali. Lo scopo è discutere, migliorare, confrontare i progetti, ma i sindaci valsusini si sono sempre e solo sentiti ospiti mal tollerati, più che partecipanti ad un tavolo di discussione. L'Osservatorio è molto criticato dagli attivisti NoTAV, poiché questo tavolo non ha mai svolto un ruolo di reale confronto, non  avendo mai preso in considerazione l'opzione zero, ma partendo dal presupposto che la costruzione della grande opera venga accettata da tutti. Dall'altra, il lavoro dell'Osservatorio, ha portato alla compilazione di un gran numero di documentazioni tecniche ed  economiche, redatte con molta pazienza da alcuni esperti valsusini (fra cui Luca Giunti e Mario Cavargna), che dimostrano in modo chiaro e inconfutabile l'inutilità e l'insostenibilità del progetto, in qualsiasi forma esso venga proposto proprio dal tavolo dell'Osservatorio. Le ultime novità a riguardo vedono l'abbandono di Sandro Plano, sindaco di Susa, del tavolo di discussione.

34   Nell'inverno 2010 alcuni attivisti NoTAV costruiscono sul sito della Maddalena la baita Clarea, il presidio di Chiomonte (TO) realizzato in legna e pietre. Il nuovo presidio viene inaugurato l'8 Dicembre 2010 e la baita Clarea svolge un ruolo fondamentale anche nei mesi successivi, nonostante la presenza di sigilli, conseguenza dell'emissione da parte del tribunale di Torino di un decreto di sequestro preventivo. Nel corso del 2010 vengono costruite due strutture temporanee presso l'autoporto di Susa, presidio Maiero-Mayer, e presso la stazione ferroviaria di S. Antonino (TO), presidio La Trippa. A Vaie (TO) viene costruito il presidio PicaPera, incendiato nel 2013 e da poco ricostruito ex-novo.

 

 

tendoni e strutture utili a renderlo più confortevole. Le vicende della Libera Repubblica della Maddalena si collocano in arco di tempo molto ampio: il presidio permanente riesce a resistere un intero mese, fino allo sgombero  del 27 Giugno 2011, che conduce alla definitiva presa di possesso dei terreni e alla recinzione del sito del cantiere, il “fortino” presidiato tuttora dalle forze dell'ordine.

Fin dai primi giorni, l'affluenza al presidio di Chiomonte è molto  alta. Ci si dedica alla costruzione di barricate, si organizzano turni, si fa in modo che il presidio rimanga popolato anche durante la notte. Dal 27 Maggio il presidio ospita anche un campeggio35 che porta a Chiomonte numerosi attivisti provenienti da tutta Italia, soprattutto studenti. I momenti di distensione non mancano, ma l'atmosfera di quei giorni non è particolarmente festosa, né celebrativa. Si presidia con la certezza che, di lì a poco, ci sarà lo sgombero. Il 31 Maggio è la scadenza fissata per l'apertura del cantiere nel sito della Maddalena, come deciso dalla Commissione Europea, scadenza che viene prorogata al 30 Giugno. Il presidio va avanti, con iniziative culturali, musicali e d'informazione, comprese visite guidate al sito archeologico che si trova al suo fianco. Alla Maddalena si esibiscono vari gruppi musicali quali la Polveriera Nobel,36 i Lou Dalfin,37  gli  Statuto,38  si organizzano spettacoli teatrali, si celebrano i vini di montagna e

 

35   Ogni anno il Movimento NoTAV organizza Il Campeggio NoTAV in siti diversi. I campeggi si organizzano durante l'estate nei luoghi più simbolici della lotta: molti campeggi sono stati allestiti a Condove (TO), al presidio di Venaus e al sito della Maddalena (Chiomonte). Vi partecipa gente proveniente da tutta Italia e non solo. Molto forte è la presenza di studenti. Durante il campeggio si organizzano concerti, assemblee, dibattiti per discutere le iniziative da prendere in futuro. La durata della permanenza del campeggio varia a seconda delle esigenze del Movimento. Mario Solara afferma riguardo al Campeggio NoTAV: «è un campeggio necessariamente, prioritariamente di lotta, dove la gente va per lottare e dare una mano al Movimento». Fonte: intervista rilasciata il 15 Ottobre 2014.

36   La Polveriera Nobel (cfr. cap. 3.1) vi suona il 10 Giugno 2011.

37   Il concerto dei Lou Dalfin al presidio di Chiomonte è molto atteso e si esibiscono la sera stessa del 10 Giugno, dopo la Polveriera Nobel.

38   Gli Statuto, gruppo torinese di fama nazionale, si esibiscono al presidio di Chiomonte il 19 Giugno 2011.

si ripercorre la storia della via Francigena. Nasce anche una radio libera che trasmette a corto raggio in FM, sullo stile delle radio popolari degli anni '70.39

A partire da metà Giugno gli arrivi delle forze dell'ordine in Valle di Susa si intensificano e ai presidianti appare ormai imminente il blitz. Le strade sono però libere e percorribili, così l'affluenza al presidio e al campeggio è costante: circa un migliaio di persone si ferma al presidio la notte del 26 Giugno. L'aria si fa pesante e l'inconsueta presenza notturna di giornalisti, così come alcuni movimenti sospetti delle truppe, suggerisce l'attacco imminente.40

Nonostante non siano ancora scaduti i termini di esproprio dell'area, le forze dell'ordine agiscono con ruspe, cingolati e lacrimogeni all'alba del 27 Giugno su tre fronti differenti, rimuovendo le barricate e costringendo i manifestanti a rifugiarsi nei boschi.41 All'azione di sgombero seguono blocchi delle strade statali, scioperi spontanei, manifestazioni a Torino. La sera stessa del 27 Giugno, si indice un'assemblea al polivalente di Bussoleno, per decidere la strategia da adottare. Segue una fiaccolata a Susa il 28 Giugno e una manifestazione nazionale domenica 3 Luglio a Chiomonte. A questo corteo partecipano circa 60.000 persone. Durante la marcia una parte dei manifestanti si distacca dal corteo autorizzato, per dirigersi al “fortino” che le forze dell'ordine difendono con idranti e lanci di lacrimogeni.42

 

39   Cfr. cap. 7.2

40   Un grande numero di agenti delle forze dell'ordine arriva in Valle di Susa già nei giorni precedenti. Gli agenti vengono sistemati negli alberghi della periferia di Torino, nella cintura, a Susa e anche in alta valle, a Bardonecchia (TO).

41   Vale la pena ricordare un episodio simbolo di questa giornata di sgombero: un attivista NoTAV, Turi Vaccaro, armato solo di pantaloni, ciabatte e tre teste d'aglio, invade simbolicamente l'autostrada, in cui si trovano le forze dell'ordine e i loro cingolati. Per questa azione dimostrativa Turi viene arrestato.

42   Le forze dell'ordine si vedono costrette a uscire dal perimetro del cantiere e attaccare i manifestanti, iniziando un tira e molla nei boschi della Val Clarea che andrà avanti per più di quattro ore

Subito dopo l'occupazione della Maddalena da parte delle forze dell'ordine e dei tecnici nasce un presidio in forma di campeggio, sede di assemblee e di numerose iniziative culturali e conviviali. Per tutta l'estate, continuano azioni dimostrative e di disturbo diurne e notturne nel sito del cantiere,43 a cui seguono arresti di attivisti e condanne mediatiche. La Val Clarea e il cantiere di Chiomonte rimangono protagonisti della protesta contro l'Alta Velocità per tutto il 2012,44 di cui si ricordano due momenti significativi. Il 27 Febbraio, durante un azione dimostrativa contro lo sgombero della baita Clarea,45 Luca Abbà46 cade da un traliccio dell'alta tensione, folgorato. L'incidente scatena subito reazioni in Valle di Susa, fra cui l'occupazione dell'autostrada A32, all'altezza di Chianocco, un blocco che prosegue per circa 36 ore. Allo stesso tempo si moltiplicano le iniziative di solidarietà in tutta Italia.

La fase “chiomontina” della protesta contro il TAV è caratterizzata da un alto livello di conflittualità, ma l'esperienza della Libera Repubblica della Maddalena, che resiste più di un mese, rimane un esempio unico di aggregazione, di confronto e di partecipazione.

 

43   Si ricordano gli assedi notturni del 21 Luglio e del 31 Agosto, in cui alcuni manifestanti tagliano le reti e abbattono alcuni muri del cantiere.

44   Si organizzano molte passeggiate notturne nei boschi della Val Clarea per giungere al sito del cantiere e compiere azioni dimostrative, come le Battiture (cfr. cap. 3.2), o sabotaggi. Le azioni di protesta nei pressi del cantiere continuano ancora oggi, come dimostrano i quattro arresti per la manomissione di un compressore che si trovava all'interno del cantiere (9 Dicembre 2013).

45   Nella stessa area che ospita il campeggio, viene costruito il presidio Gravella, una struttura in legno, che sostituisce nella funzione la baita Clarea ormai “inglobata” con una recinzione nel sito del cantiere. Cfr. n. 34

46  Luca Abbà è contadino di Exilles (TO) e attivista NoTAV. Decide di trasferirsi in Alta Valle nel 1999 e nel 2004 fonda il Comitato NoTAV Alta Valle Susa. Luca Abbà è uno dei proprietari dei terreni destinati all'esproprio e per protesta si arrampica sull'ormai famoso traliccio dell'alta tensione e, da quella posizione, comunica in diretta con Radio Blackout. Il tentativo di far scendere il manifestante, da parte di un poliziotto che si arrampica sullo stesso traliccio, è seguito dalla folgorazione e dalla caduta di Luca Abbà, che viene ricoverato al CTO di Torino in coma farmacologico. Luca Abbà si sposa lo stesso giorno, un anno dopo l'incidente.

 

 

                                                 Capitolo 2

 

Il Canzoniere NoTAV e il coro spontaneo

 

In seguito alla forte mobilitazione che caratterizza l'autunno e l'inverno 2005, esplode la vita nei presìdi e, con essa, emerge un genuino desiderio di convivialità. Si riscopre il piacere dello stare insieme e si condividono momenti di festa, a base di cibo, vino e musica. «C'è stato uno sprigionarsi di  energie,  che   ha  liberato  fantasia,   creatività,  entusiasmo».47                                                                                                                                                               La frequentazione dei presìdi è molto alta e i momenti musicali testimoniano e consolidano il senso di comunità costruito nel tempo dal Movimento NoTAV. La gente che prende parte a questa lotta non guarda alla propria partecipazione come ad una militanza, ma si vede come parte di una grande comunità, «e come tutte le comunità che si rispettano, ha anche i suoi inni, i suoi canti e i suoi modi di divertirsi».48

In questo clima di condivisione nasce, in maniera fortuita, il coro spontaneo Canta che non passa. Nel Gennaio 2006 centinaia di attivisti NoTAV dalla Valle di Susa partecipano alla marcia No ponte a Messina.49 Terminata la manifestazione, i valsusini si preparano a prendere  un  traghetto e poi un treno alla stazione di Reggio Calabria, dove attendono per circa quattro ore. In pochi si conoscono, ma si presenta subito l'occasione per rompere il ghiaccio. Per rendere l'attesa più lieve, qualcuno comincia a intonare   vecchie   canzoni   in   piemontese.   Mariano   Goitre,50    uno  dei

 

47  Intervista rilasciata da Luca Abbà il 12 Novembre 2014 presso Susa (TO). 48 Ibidem.

49  Il 22 Gennaio 2006 si svolge a Messina la manifestazione NoTAV-NoPonte.

50   La vicenda è raccontata da Mariano Goitre, falegname di Foresto (TO) e attivista NoTAV. Mariano è uno dei membri del coro spontaneo    Canta che non passa. Intervista rilasciata il 17 Novembre 2014 presso Bussoleno (TO)

partecipanti alla manifestazione racconta: «eravamo lì alla stazione e qualcuno, Enzo, ha iniziato a cantare Madonnina dai riccioli d'oro, così, per passare la serata, ci siamo aggiunti al coro».51

Tornati in Valle, si decide di organizzare una cena al presidio di Venaus per riunire tutti i partecipanti della marcia a Messina. «A quei tempi si usava la “cena condivisa”, ognuno portava qualcosa e si mangiava».52 Prende parte alla serata anche chi non è potuto andare a Messina e fra questi ci sono due musicisti, Ricky Avataneo e Daniele Barone, membri del  gruppo valsusino Polveriera Nobel.53 Terminata la cena, rimane il vino da finire e si improvvisa un accompagnamento musicale per il resto  della serata. La corale NoTAV nasce molto spontaneamente in questa occasione, la sera del 31 Marzo 2006. «Era venuta bene, una bella serata allegra e così abbiamo iniziato a farne delle altre».54

Maria Chirio, una delle “madame” del coro, scrive un breve articolo pubblicato sul periodico NoTAV Sarà düra!55 in cui sottolinea l'apertura strutturale del coro e la sua essenziale spontaneità. Maria parla di «[...] ispirazione e assenza totale di disciplina bandistica degli intrepidi e temerari cantori».56 Non si organizzano prove, né si stabiliscono i ruoli dei singoli partecipanti, il cui numero varia costantemente. Tuttavia si decide insieme  di organizzare almeno un incontro mensile da aggiungersi ad altre importanti ricorrenze a cui il coro partecipa obbligatoriamente. Capita di trovarsi in una decina o anche meno, mentre altre volte si raggiungono le venti, trenta persone.

 

.51  Ibidem.

52  Ibidem.

53  Cfr. cap. 3.1

54   Cfr. n. 50

55  Cfr. n. 59

56   Maria Chirio, Canta che non passa! E' nata la corale NoTAV, mensile Sarà dura! Aprile 2006, numero 2, pag. 6

 

 Fra i partecipanti più assidui vi è Ricky Avataneo57 e molto spesso è l'unico a possedere una chitarra. Ricky è il “bardo” di queste serate ed è lui  a guidare gli interventi del coro, proponendo il repertorio che gli è più congeniale, quello della tradizione popolare piemontese. Nel momento in cui il repertorio comincia ad ampliarsi, si prende l'abitudine di distribuire ai presenti dei fogli con i testi.

Il contenuto del Canzoniere NoTAV è molto vario. Accanto al repertorio tradizionale, si trovano alcuni canti della tradizione occitana e franco-provenzale, i canti alpini e di risaia, i canti partigiani, i canti di protesta anarchici, uniti ad alcuni brani dei cantastorie torinesi. Col tempo  la collezione si arricchisce di testi originali, la componente più interessante del Canzoniere NoTAV. Si tratta di testi scritti in situazioni diverse, fra il 2005 e il 2006, quando «tanta gente si trovava ai margini delle iniziative,  nei presìdi e nei cortei, a cantare e a proporre questi brani; qualcuno ci pensava anche a casa propria».58 La creazione di queste canzoni si basa sul repertorio tradizionale piemontese, di cui si recuperano le arie e la metrica, sconvolgendone però l'elemento testuale, per riadattarlo al contesto della protesta contro l'Alta Velocità.

Fra questi brani vi sono numerose parodie, in cui gli ambienti, le vicende e i protagonisti della vicenda TAV si sostituiscono ai luoghi e ai personaggi della canzone popolare piemontese. Grazie al recupero di arie musicali conosciute, i partecipanti possono cantare su linee melodiche già famigliari. I testi originali invece vengono stampati e distribuiti durante le iniziative del Movimento NoTAV, per poi essere raccolti e inseriti nel Canzoniere NoTAV.

Maria  Rollero,  un'altra  delle  “madame”  del  coro,  si  dedica   alla

57   Cfr. cap. 3.1

58   Intervista rilasciata da Luca Abbà il 12 Novembre 2014 presso Susa.

 

raccolta del materiale cartaceo e dà forma compiuta ad un repertorio che fino a quel momento circolava unicamente sotto forma di “fogli volanti”. Gran parte del materiale raccolto risale al 2006, ma la sua redazione  avviene nel 2008, in stretto legame con il periodico Sarà düra! che il Movimento NoTAV comincia a stampare nel Gennaio 2006.59

Il repertorio contenuto nel Canzoniere NoTAV è in tutto composto da quarantasette brani, appartenenti a generi e registri differenti. Si possono distinguere sette diverse tipologie stilistiche: il canto occitano e franco- provenzale, il canto popolare piemontese, la canzone d’autore piemontese, il canto partigiano, le canzoni inedite, le parodie ed altre influenze. Per ognuna di queste suddivisioni è possibile individuare uno o più brani rappresentativi.

 

 2.1           Il canto occitano e franco-provenzale

 

 Il brano che apre la raccolta è Se chanto, un canto d'amore in lingua d'oca, considerato un vero e proprio inno d'identità nazionale e condiviso da tutti i paesi e le regioni occitane, partendo dai Pirenei per arrivare alle Alpi. Ne esistono quindi diverse versioni che si discostano fra loro principalmente  nel  testo  e  nel  Canzoniere  NoTAV   si  trova  la  versione  che    circolava

 

 59  Sarà dura! è un periodico mensile di attualità e cultura che nasce su iniziativa di Gigi Richetto e del Comitato di lotta popolare di Bussoleno. La prima pubblicazione risale al Gennaio 2006 e la redazione andrà avanti fino al 2009 (un solo numero è stato redatto nel 2010). È un giornale aperto a chiunque voglia far sentire la propria voce e gli argomenti proposti nelle pubblicazioni sono molto vari: si possono trovare articoli di approfondimento scientifico e culturale, informazioni su iniziative passate e future, testimonianze e racconti degli attivisti, ma anche trafiletti dedicati ad eventi musicali e pubblicazioni di testi musicali e poesie scritte da attivisti NoTAV. Direttore responsabile è Claudio Jampiglia, l'editore: Tipolito Melli, Borgone Susa (TO). Nella pubblicazione numero 0 (in attesa di autorizzazione) sono spiegati gli intenti del giornale che intende proporsi come un «presidio volante» (Gigi Richetto, Aiutiamo Sarà Dura! a crescere, mensile Sarà dura, Gennaio 2006, n.0, p. 1).

 

 maggiormente nelle valli occitane piemontesi,60 a cui si aggiunge la traduzione in italiano. Molti territori dell'alta Valle di Susa, che negli ultimi anni sono diventati teatri di scontri, appartengono infatti all'area occitana piemontese. I comuni di Chiomonte, Giaglione ed Exilles sono i più noti, ma il territorio occitano in questa parte delle Alpi Cozie, si estende fino alla vicina Val Chisone, Val Germanasca e la Val Pellice, anch'esse coinvolte nel progetto Alta Velocità. Non è però corretto legare in modo molto stretto la cultura e la tradizione occitana e franco-provenzale al Movimento NoTAV, mentre è più ragionevole considerare la conoscenza e la condivisione di questi canti come uno dei suoi tratti distintivi. In uno scambio via mail Flavio Giacchero, musicista e studioso di queste realtà, specifica che «in realtà il fenomeno musicale occitano e franco-provenzale in Valle di Susa è per lo più recente e di carattere “revival”. Credo che sarebbe più  interessante e sensato analizzare "la musica" del movimento No TAV senza l'uso di etichette come "occitano" o "franco-provenzale" che stanno ad indicare una lingua più che una musica».61

Se chanto è inizialmente sconosciuta ai più, ma in poco tempo diventa uno dei brani più caricati di significato e fra i più eseguiti.  È difficile ricostruire come il brano sia entrato a far parte delle consuetudini del coro, ma Mariano Goitre,62 uno dei i più accesi coristi, ricorda che furono alcuni attivisti provenienti dalla Val Varaita a portare questo canto occitano in Valle di Susa. È tuttavia indubitabile a riguardo, il contributo dei

 

60   La versione del testo presente nel Canzoniere NoTAV è la stessa a cui hanno fatto riferimento i Lou Dalfin (cfr. n.63): «Devant de ma fenestro / ia un auzeloun / Touto la nuech chante, / Chanto sa chansoun / Se chanto, que chante / Chanto pa per iou / chanto per ma mio / qu'es al luenh de iou […]».

61   Flavio Giacchero è un ricercatore ed etnomusicologo particolarmente interessato alla cultura e alla musica occitana e franco-provenzale. Dal 2003 al 2013 ha lavorato al CREL (Centro Regionale Etnografico Linguistico) di Torino e dal 2011 collabora con l'associazione Chambra d'Oc e Tsambra Francoprouvénsal. Flavio è anche un musicista attivo in diverse formazioni, fra cui i Blu l'Azard, con i quali propone musiche delle minoranze linguistiche piemontesi e partecipa alla Carovana Balacaval.

 

Lou Dalfin,63 che si esibiscono più volte a sostegno del Movimento NoTAV e permettono una diffusione più radicale del canto occitano ed in particolare di questo preso in esame, che ormai è riconosciuto e cantato indistinguibilmente da tutti. «I Lou Dalfin hanno capito lo spirito di questa lotta: una lotta per la difesa del terra e della libertà».64

Al presidio di Venaus non ci si limita a considerare la tradizione dei canti occitani, ma se ne scoprono anche le danze: ogni mercoledì sera ci si dà appuntamento nel prato del presidio per imparare passi e movimenti  delle danze occitane. «C'era chi era già più esperto, chi più serio e impegnato, chi più aggraziato, quasi tutti molto scoordinati e indisciplinati, almeno all'inizio, poi tutti comunque molti provati (specie il giorno dopo) per aver saltellato sul prato antistante il presidio».65 Questi incontri iniziano nel 2006 e da allora, il ballo così come la musica occitana caratterizzano molte delle iniziative del Movimento NoTAV, di festa e non.

 

 2.2           Il canto popolare piemontese

 

 Se l'interesse alla musica e alla danza occitana cresce nel tempo, sulle prime il coro spontaneo Canta che non passa si appoggia ad un'altra tradizione popolare, quella dei canti piemontesi.

Nel complesso del repertorio presente nel Canzoniere NoTAV, questa componente è la più eseguita durante le serate dedicate al coro. I canti tradizionali piemontesi infatti sono condivisi da tutti ed è soprattutto la

 

63   I Lou Dalfin sono un gruppo musicale che nasce nel 1982. Fondati da Sergio Berardo, i Lou Dalfin dedicano la loro musica alla riscoperta e alla rivisitazione della tradizione musicale occitana, contaminandola con la musica e strumenti moderni. Da sempre sostenitori del Movimento NoTAV, si esibiscono in Valle di Susa più volte.

     64    Intervista rilasciata da Gigi Richetto il 7 Novembre 2014.

65   Maria Chirio, Il ballo occitano è reato?, mensile Sarà dura, Maggio-Giugno 2006, numero 3- 4, p. 3

 

 presenza di Ricky Avataneo a influenzare questa scelta. Ricky è molto spesso l'unico musicista a prendere parte a questi momenti e il suo repertorio è particolarmente ricco di questi canti.66 Preferisce dare un taglio “popolare” a queste serate, non essendo particolarmente dedito al canto di protesta. Tuttavia, Ricky propone al coro un suo più specifico repertorio, quello della Polveriera Nobel,67 la sua principale formazione musicale, e scelte più personali, come Malarazza,68  che diventa un vero “tormentone”  al presidio di Venaus. «Alla fine, nei presìdi si cantava di tutto, in primo luogo il repertorio tradizionale. È importante il legame con il proprio territorio».69

Uno dei brani più eseguiti è La bergera, un canto popolare piemontese risalente al dodicesimo secolo, che, secondo Ricky, si arricchisce di un significato ulteriore, di carattere sociale e “politico”, poiché inserita nel contesto della protesta No TAV. La bergera descrive un breve incontro tra una pastorella e un mercante, in una piccola valle fra il Piemonte e la Francia, attraversata da mercanti ricchissimi che considerano le pastorelle loro merce. Una di queste si oppone alle richieste di un mercante, consigliandolo di proseguire il suo viaggio.

 

«A l’umbreta d'un busson, bela bërgera l’endurmia A l’umbreta d'un busson, bela bërgera l’endurmia j’è da lì passè, n' tre jolì franssè,

a l’ha dije: bèla bërgera, vui l’èvi la frev.

 

E se voi l’evi la freu, faruma fè na covertura

 

66   L'attività principale di Ricky, al di là del suo impegno per la causa NoTAV, consiste nell'animazione musicale in case di riposo e strutture per disabili.

67   Cfr. cap. 3.1

68   Malarazza è una canzone scritta da Domenico Modugno nel 1976, sulla base di una poesia di un anonimo siciliano, pubblicata da Lionardo Vigo Calanna nel 1857. Il testo affronta la tematica della schiavitù ed è particolarmente provocatorio: un servo, in un dialogo fittizio, chiede a Gesù crocifisso di difenderlo dalla “malarazza” dei padroni, ma Gesù, nelle parole di questo anonimo poeta, gli risponde di farsi giustizia da solo.

     69    Intervista rilasciata da Ricky Avataneo il 21 Ottobre 2014 presso Bussoleno.

 

 

E se voi l’evi la freu, faruma fè na covertura Con al meè mantel ch’a l’è così bel,

faruma fè na covertura passerà la freu.

 

Ma la Bela l'a respondu Gentil galant, fè vostri viagi Ma la Bela l'a respondu Gentil galant, fè vostri viagi e lasseme stè con el me bërgè

che al son dla sua viola am farà danssè.

 

E 'l bërgé sentend lolì, l’è sautà fora da la baràca E 'l bërgé sentend lolì, l’è sautà fora da la baràca con la viola ‘n man, s’è le butà sonè

a l’a plait la Bela bërgera l’à fsla danssè»

 

 

Ricky associa il comportamento del mercante a quello di chi vuole imporre la costruzione del TAV in Valle di Susa e il sopruso che la  pastorella subisce è paragonato alle prepotenze che i valsusini devono fronteggiare. La reazione della pastorella alle richieste del mercante  esprime un forte senso di ribellione e di intransigenza, attributi riconosciuti come tratti distintivi del cosiddetto “carattere valsusino”. A sostegno di questa argomentazione vi è una scritta murale situata nei pressi di Condove, che ripropone alcuni versi de La bergera:

 

«E lasseme stè con el me bërgè

che al son dla sua viola am farà danssè»

 

 

Ricky propone anche una sua versione de La bergera, realizzata con il gruppo Polveriera Nobel, contenuta nel progetto La Valle e la trivella, di cui si parlerà nel capitolo successivo.70

Vi sono altri brani recuperati dalla tradizione popolare piemontese che fanno parte del repertorio del coro spontaneo Canta che non passa e  che il Canzoniere NoTAV rende noti. Fra questi, La Monferrina e Maria Giuvana.

 

70   Cfr. cap. 3.1

 

 2.3           La canzone d'autore piemontese

 

 

Accanto al recupero del canto tradizionale, nel Canzoniere NoTAV vi sono anche alcuni riferimenti alla produzione della canzone d'autore in piemontese del secolo scorso.71 È presente un brano di Gipo Farassino,72 Muntagne del me Piemont, che Mario Cavargna, ex professore del politecnico e convinto attivista NoTAV, ha sentito cantare «con molta convinzione».73 Questo brano può essere considerato una sorta di grido d'orgoglio, un'affermazione del proprio essere piemontese, soprattutto in riferimento al “bogianen” di cui Gipo Farassino parla.

 

«Montagne del me Piemont, chi base en front sta mia sità, Montagne del me pais,

chi sgice l'oi al paradis, Purtè lasu 'nt el ciel,

i sogn 'd 'n bogianen.

 

Diseilu che a sta sità,

ai manca 'l fià per prutestè. Diseilu, dumie na man,

dumie 'n pò ‘d sol e 'n ciel seren. crijè, fé 'n pò'ed rabel,

lassu, lassu 'nt el cel, crijè, fé 'n pò'ed rabel, lasù, lasù 'nt 'l ciel.»

 

 71   E non solo. Nel Canzoniere NoTAV è presente Me Ritourn, un brano di Angelo Brofferio, letterato e politico piemontese nato a Castelnuovo Calcea nel 1802. Me Ritourn può essere riconducibile all'esempio di Farassino, ma, nonostante faccia parte di questa raccolta, nessuno ricorda di averlo mai sentito cantare.

72   Giuseppe Farassino, detto Gipo, è uno dei principali esponenti della canzone dialettale piemontese. Nasce nel 1934 a Barriera Milano, quartiere periferico di Torino, abitato principalmente da famiglie operaie. Nella sua carriera artistica si dedica alla musica e ad altri ambiti dello spettacolo, quali il teatro e la televisione. Dal 1987 si dedica all'attività politica   con il movimento Piemont Autonomia ed in seguito con la Lega Nord. Nelle sue canzoni racconta personaggi e vicende che trovano la loro ambientazione nella periferia torinese. Scrive anche canzoni in italiano e trova il successo discografico con il brano Avere un amico.

73    Intervista rilasciata da Mario Cavargna il 24 Novembre 2014 presso Bussoleno.

 

 

Ricky Avataneo si sofferma sull'uso di questo termine e sul suo significato intrinseco. Spiega che quella del “bogianen” è un indole naturale che accomuna i piemontesi e nel suo significato letterale indica “colui che non si muove”, ma in senso figurato anche “colui che non si fa travolgere dalle passioni”. Eufemisticamente, Ricky parla di «un uomo caratterizzato da un “eccesso di understatement”».74

Muntagne del me Piemont termina con un recitato, affidato in genere alla voce di Mariano Goitre,75 che eseguiva in un modo particolare: in corrispondenza degli ultimi versi, Mariano invita tutti a prendersi per mano per formare un cerchio.

 

«Pensé che meravvija se tuti i Turinèis as pijesu per la man e a fèisu ‘n girutund anturn a sta sità.

Pensé che meravvija se tuta la maraja ch’a pasa per la stra, anvece ‘d tirè via, crijessa -Ciao, somà!-

Pruvuma, firsa fieuj! Tacuma già d’ancheuj!

E mi, veuj esse ‘l prim ch’a stend la sua man per pudèj strenz-ne tante e tante d’àutre man.»

 

 

Mariano Goitre racconta che il recitato, definito da Ricky «fuori moda» ed omesso durante le sue esecuzioni del brano, viene eseguito per fare «un po' di coreografia, che viene anche bene quando si è in tanti».76 Muntagne del me Piemont rimane uno dei brani più eseguiti dal coro spontaneo Canta che non passa.

 

74   Cfr. n. 69

75   Mariano  Goitre  è  attivista  NoTAV  e  membro  del  coro  spontaneo  Canta  che  non   passa.

Intervista rilasciata da Mariano Goitre il 17 Novembre 2014 presso Bussoleno.

     76  Ibidem.

 

 

 2.4           Il canto partigiano

 

Una parte del Canzoniere NoTAV è dedicata ad alcuni brani appartenenti  alla tradizione del canto partigiano, fra cui Fischia il vento, Pietà l'è morta, Il bersagliere ha cento penne, e Bella ciao, una delle più eseguite nel complesso dell'intero repertorio.

La Resistenza partigiana fa parte del patrimonio storico e culturale della Valle di Susa, da sempre un territorio d'importanza strategica a causa della sua posizione di frontiera. Durante la seconda guerra mondiale il territorio della Val di Susa costituisce inoltre un'importante arteria di comunicazione internazionale, per la presenza della linea ferroviaria Torino-Modane, più volte oggetto di operazioni di sabotaggio da parte delle formazioni partigiane. Nello specifico, la storia della resistenza valsusina ha inizio l'8 Dicembre 1943 quando, in seguito alla notizia dell'armistizio, i primi partigiani si ritrovano a Garda, località di San Giorio, e giurano di essere pronti a combattere le forze nazi-fasciste anche a costo della propria vita. In questa occasione nascono le prime bande partigiane. Tra il 1943 e il 1945 l'attività delle bande partigiane in Valle di Susa è intensa e si ricordano due imprese in particolare: il sabotaggio del ponte dell'Arnodera77 e la battaglia di Balmafol,78  un importante vittoria partigiana locale.

Sono moltissime le iniziative, promosse anche dai Comitati NoTAV della Val di Susa, volte a mantenere vivo il passato di Resistenza   valsusino

 77   Il 29 Dicembre 1943 il ponte dell'Arnodera, frazione di Gravere (TO), salta in aria, paralizzando per tre mesi il traffico internazionale dei tedeschi.

78   L'8 Luglio 1944, durante un rastrellamento in località Chianocco, frazione di Bussoleno (TO), le forze nazi-fasciste, più organizzate e meglio armate rispetto alle locali bande partigiane, accerchiano un gruppo di partigiani che si trova sulla montagna di Balmafol. I partigiani riescono tuttavia respingere le forze nemiche facendo rotolare dei massi a valle, che  costringono le truppe nazi-fasciste a uscire allo scoperto, diventando così facile bersaglio per i fucili dei partigiani.

 

per farne una “memoria condivisa”. Mario Solara,79 attivista NoTAV e membro del direttivo dell'ANPI sez. Bussoleno-Foresto-Chianocco, organizza il Balmafol Resiste, iniziativa che, a partire dal 2009, celebra ogni anno la vittoria della 42º Brigata d'Assalto “Walter Fontan” sulla cima di Balmafol. Questo importante evento è occasione di incontri, cene, presentazioni di libri, proiezioni di film, concerti di musica “Resistente”, ed escursioni lungo i sentieri partigiani che dalle Combe di Chianocco portano a Balmafol. Le sezioni ANPI della Vale di Susa partecipano inoltre alle manifestazioni NoTAV con striscioni e bandiere, e dimostrano la loro solidarietà con comunicati ufficiali, incontri e dibattiti. Viene così sancito  un solido legame fra i valori della Resistenza partigiana e la “nuova resistenza” della protesta contro l'Alta Velocità.

 

 2.5           Le canzoni inedite

 

 Una parte consistente del Canzoniere NoTAV è dedicata a testi e a canzoni originali, scritte da alcuni attivisti NoTAV, che inizialmente circolano nei presìdi su fogli di carta volanti ed in seguito vengono raccolti da Maria Rollero nel canzoniere. Ne sono valido esempio i tre brani originali scritti da Ricky Avataneo con la formazione Polveriera Nobel,80 come pure le canzoni scritte sulla base di famose arie del repertorio tradizionale piemontese.

 79   Mario Solara è un attivista NoTAV. Uno dei più noti. In quanto musicista si è occupato molto spesso di organizzare concerti ed eventi come il Balmafol Resister e il Critical Wine. Ma il suo ruolo all'interno del movimento non si è limitato a questo. Mario è attivo nei gruppi musicali  La Cura Giusta e i Sangre Rebelde. Con La Cura Giusta ha realizzato un concept album dal titolo “Grida”, impostato sul tema della Resistenza, che comprende un racconto e un videoclip. Ha rilasciato un'intervista il 15 Ottobre 2014, presso Bussoleno.

80   Cfr. cap. 3.1

 

 

La canzone originale più nota è Sarà düra!, scritta da Beppe Fiale81 sull'aria del canto partigiano Dai monti di Sarzana.82 Fiale riscrive il testo nel 2006, ispirandosi principalmente ai “fatti di Venaus”.83 Le strofe più significative sono quelle in cui vengono ricordati due episodi chiave delle mobilitazioni avvenute nell'autunno e nell'inverno 2005, due importanti “vittorie” della protesta contro l'Alta Velocità.

 

«Succede un po’ dovunque, qualcuno che decide Di noi, della natura, come una cosa sua

Valsusa l’ha capito, Valsusa non ci sta.

 

Il treno di Lunardi veloce fa paura Distrugge la vallata, inquina l’aria pura

Dilaga la follia di gente ingorda e distruttrice Gridando Sarà düra! Non li vogliamo più!

 

Sul ponte del Seghino non passa il celerino, allerta valsusino! Se portan le trivelle

di tutta la Valsusa una barriera noi faremo Gridando Sarà düra! Non torneranno più!

 

All’ 8 di dicembre a Garda l’han giurato Alzando i fucili, i nostri partigiani,

E’ l’8 di dicembre, oggi si lotta come allora Gridando Sarà düra! Venaus riprenderemo!

 

Ci dicono: è il progresso! Ma noi ben lo sappiamo Che questa è distruzione, per sete di profitto,

e dalle barricate e dai presìdi lotteremo! Gridando Sarà düra! Valsusa salveremo!»

 

  81   Beppe Fiale è un impiegato comunale di Torino e un attivista NoTAV. Si avvicina al Movimento NoTAV tra il 2005 e il 2006 e frequenta il presidio di Venaus (TO). È molto tempo che Beppe Fiale non frequenta la Valle di Susa, ma ha lasciato questo contributo al Movimento.

82   Dai monti di Sarzana è un canto dei partigiani anarchici del Battaglione Gino Lucetti, attivo nella provincia di Carrara, nei pressi di Sarzana. Ecco alcuni versi significativi del testo: «[…] Bombardano i cannoni / dai monti sarzanesi / all'erta partigiani / del battaglion Lucetti / più forte sarà il grido / che salirà lassù / fedeli a Pietro Gori / noi scenderemo giù».

     83  Cfr. cap. 1.1

 

Il finale nel testo ricorda una giornata di scontri che risale al 31 Ottobre  2005,meglio nota come la Battaglia del Seghino.84 Ogni anno si commemora questo giorno, in cui si concretizza un primo vero atto di resistenza da parte della popolazione locale, che si oppone in modo deciso all'installazione di una trivella, arrivando ad uno scontro molto acceso con le forze dell'ordine proprio sul ponte che porta alla frazione Seghino. La quarta strofa rievoca la Liberazione di Venaus, forse il momento più significativo e celebrato del 2005, che Fiale riconduce al giuramento partigiano del'8 Dicembre 1943.85

Sarà düra! è considerato un vero e proprio inno della protesta  NoTAV e la sua forza comunicativa viene riconosciuta fin da subito. Ricky Avataneo ricorda ancora la situazione in cui Fiale presenta ed esegue per la prima volta il brano, così come l'effetto trascinante che la canzone ha sul pubblico. «Questa canzone ha avuto un grande successo all'interno del Movimento NoTAV: è un inno. Ha una forza innegabile, nella musica come nel testo».86 Beppe Fiale si presenta al presidio di Venaus, durante le serate dedicate al coro spontaneo Canta che non passacon la stampa del testo di

 

84   Il 31 Ottobre 2005 è previsto l'inizio di tre sondaggi a Mompantero (TO), uno di questi deve avvenire in località Seghino, frazione di Mompantero. L'amministrazione comunale di Mompantero si dichiara contraria ai sondaggi e la popolazione si prepara ad opporre resistenza. La notte del 30 Ottobre si costruiscono le prime barricate con pietre, massi, tronchi e un guard rail. Le forze dell'ordine arrivano all'alba del giorno successivo e vengono subito sistemati  posti di blocco a Urbiano, frazione di Mompantero. La gente riesce comunque a salire verso il Seghino passando per sentieri e mulattiere e proprio sul ponte che porta al Seghino i cittadini si trovano a fronteggiare gli schieramenti delle forze dell'ordine. Gli scontri sul ponte e al bivio di Urbiano durano fino alla sera del 31 Ottobre e le forze dell'ordine sono costrette a fare retromarcia, garantendo ai cittadini e ai Sindaci presenti che non sarebbero più intervenuti.  Così anche i manifestanti lasciano il Seghino per tornare in Valle. Tuttavia, approfittando delle ore notturne, gli agenti raggiungono i siti dei sondaggi, tradendo le garanzie date poche ore prima. Seguono blocchi alla stazione di Bussoleno, di Avigliana, di Condove e delle statali 24 e

25. Continuano per più di un mese i blocchi della polizia a Urbiano e Mompantero, che permettono il passaggio ai soli residenti. È obbligatorio esibire i documenti. A inizio Novembre viene installata la trivella sul sito del Seghino e cominciano le rilevazioni. A fine Novembre l'attenzione e la mobilitazione si sposta a Venaus. La Battaglia del Seghino, è ricordata anche come la «giornata della dignità della gente di valsusa» (Gigi Richetto, Liberi e testardi, costruiamo un futuro di dignità per tutti, mensile Sarà dura!, Gennaio 2006, numero 0, p. 2).

85   Per la scrittura di questa strofa, Fiale si rivolge a Gigi Richetto per chiedere qualche delucidazione sulla Resistenza valsusina e in particolare su ciò che successe a Garda. Cfr. cap. 1.1

86  Intervista rilasciata da Ricky Avataneo il 21 Ottobre presso Bussoleno.

 

 Sarà düra!. Gigi Richetto87 chiede a Ricky Avataneo di registrare Fiale durante la sua esecuzione, per poi raccogliere il testo, in seguito inserito nel Canzoniere NoTAV. «Io l'ho sempre vissuta come una canzone “trovata sul campo”».88 Sarà düra! entra anche a far parte del repertorio di Ricky e del suo gruppo Polveriera Nobel, che la propone nel progetto La Valle e la Trivella,89 in una versione rivisitata.90 Anche il coro si affeziona al brano, la cui esecuzione durante gli incontri al presidio di Venaus diventa imprescindibile. Sarà düra! è il brano più rappresentativo dell'intero repertorio del coro ed è conosciuto e apprezzato anche al di fuori del Movimento NoTAV e della Valle di Susa: molti manifestanti, valsusini e non, si aggiungono al coro quando viene cantata durante i cortei; entra nel repertorio di altre realtà musicali di protesta italiane, che nel corso degli anni si sono avvicinate al Movimento NoTAV come, ad esempio, il Coro di Micene.91

 

 2.6           Le parodie

 

 Nel Canzoniere NoTAV sono riportati molti altri esempi di quei contributi musicali che gli attivisti NoTAV hanno offerto al Movimento. Mario Cavargna92    compone  tre  parodie  per  un'occasione  specifica, 

 

 87  Gigi Richetto (Cfr. n. 125) è attivista NoTAV da sempre e partecipa alle serate dedicate al coro spontaneo Canta che non passa.

     88  Cfr. n. 86

     89  Cfr. cap. 3.1

90   Ricky ricorda che Fiale definì la versione di Sarà dura della Polveriera Nobel una versione “da ballo”, rispetto alla sua più lenta esecuzione.

91   Il Coro di Micene nasce nel 1993 all’interno del centro sociale Micene di Milano e partecipa a numerose iniziative in tutta Italia. Il Coro di Micene è più organizzato della corale spontanea NoTAV: si stabiliscono prove settimanali, vi è un direttore e anche un sito internet informativo.

92   Mario Cavargna, ex professore del politecnico, è attivista NoTAV da sempre. Negli anni '90 si dedica già alla protesta contro l'elettrodotto.

 

il primo anniversario della Battaglia del Seghino93 avvenuto il 31 Ottobre 2005. Lo spunto è di nuovo costituito da alcuni canti della tradizione piemontese, di cui Cavargna stravolge i testi. «Canticchiando in macchina mi è venuto in mente di fargli il verso e di cercare le rime che combinassero».94

La prima canzone è A l'oumbreta d'un tendoun, sull'aria de La bergera, che riconduce ancora una volta alla notte delle infamie.95

 

«A l’oumbretta d’un tendoun la brava gent ‘i era andourmia A l’oumbretta d’un tendoun la brava gent ‘i era andourmia a soun stait mandè cui che a van pichè

e i carabiniè e la poulisia l’an ‘ncaminà-ne a dè.

 

Ma la gent vedend lò lì, lè sourtì fora da la cà sua Ma la gent vedend lò lì, lè sourtì fora da la cà sua sensa niente ‘n man s’è butà a marcè,

l’à fait front a la poulisia, l’à fala slougè.

 

E nui lasene stè, sensa niun cantiè

ché ‘l pertus ‘d Venaus a l’è nen da fè»

 

 

Nelle parole di Mario Cavargna, la “brava gent” prende il posto della “bergera” e il cespuglio, “busson”, viene sostituito da un “tendoun”, uno dei tanti installati prima dell'arrivo dell'inverno sul prato del presidio di Venaus. Queste strofe di Mario Cavargna si possono ricollegare alle riflessioni proposte da Ricky Avataneo sul carattere “politico” che questo brano assume nell'ambito della protesta NoTAV.96

Seguono due testi accomunati da una satira, con finalità canzonatoria, rivolta ad un personaggio politico molto contestato in Valle di Susa, l'ex presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso. Mario Cavargna   scrive   un   testo,  sull'aria  del  tradizionale   piemontese  Maria

 

93   Cfr. n. 84

     94  Intervista rilasciata da Mario Cavargna il 24 Novembre 2011   presso Bussoleno. 95 Cfr. cap. 1.1

    96 Cfr. cap. 2, pp. 31, 32

 

 

Giuvana, dal titolo Madama Bresso. Il testo di Maria Giuvana descrive un personaggio femminile un po' grottesco, che espone, negli ultimi versi, alcune singolari disposizioni per il proprio funerale, sulla base del suo passatempo preferito, il vino.97 Se Maria Giuvana soffre il mal di testa per il troppo vino, Madama Bresso è preoccupata dalle difficoltà che i valsusini la costringono ad affrontare.

 

«Madama Bresso i'era s' l'us

i'era s' l'us che la tramava, oh (due volte) oih trullalalà

 

L'ei pasaie siour Lunardin:

“Cosa l'evi Madama Bresso?” [...]

 

L'ei che staggu nen tan bin L'ei 'l TAV per la testa, [...]

 

I fousu nen i valsusin anche 'l TAV paseria, [...]

 

E quando che 'l TAV a sia pasà veui che soutre la valada, [...]»

 

 

La successiva, Oh ciau ciau Madama Bresso, scritta sull'aria de La Monferrina, è ispirata ad alcune dichiarazioni che Mercedes Bresso fa in televisione qualche giorno prima dell'anniversario della Battaglia del Seghino.98 «Ci eravamo molto arrabbiati con il Tg3 che ha dato tantissimo spazio alla Bresso per spiegare, cartine alla mano, le caratteristiche del nuovo progetto che deviava in Val Sangone, convinta che a quel punto le proteste sarebbero finite».99

 

 97   Quello delle “disposizioni per il proprio funerale” è un vero e proprio topos della canzone popolare intesa a livello mondiale. Gli ultimi versi recitano: «[...] E quand chi meiru mi / sotereme 'nt una crota (cantina) / con la testa sota 'n butal / e la boca a spineta / Tuta la gent  ch'a 'vniran per vin / m'an 'tniran la boca fresca»

98   Cfr. n. 84

    99  Cfr. n. 94

 

 

«Oh ciau ciau Madama Bresso smia lo fase per dispet, coun na man an s'la cartina e coun l'auta sal prouget coun Saitta e Chiamparin guarda cume 'mbroeje bin valu pì le bujardade che le bote d'i celerin100

 

Oh tigì, tigì, tigì ancoura 'na bala, ancoura 'na bala Oh tigì, tigì, tigì ancoura 'na bala e poi pà pi!

Ancoura 'n prouget 'nt la val'd Susa, ancoura 'n prouget 'nt la val' Sangoun

oh tigì, tigì, tigì ancoura 'na bala e poi pà pi!

 

Per ‘na bela bujardada l’è rivaie ‘l redatur ciapa su i nostri merlu ed i porta al ters canal.

 

oh tigì, tigì, tigì ancoura ‘na bala, ancoura ‘na bala [...]»

 

 

Altri validi esempi di parodie sono: La Viraneide, sull'aria del canto partigiano La Badoglieide, Il Lunedì del valsusino, costruito sull'aria de Il lunedì dei parrucchieri e Governo non permette, sull'aria de La leggera.101 È possibile ricondurli ad un autore certo, Luca Abbà,102 che in un'intervista103 ne precisa le genesi. In tutti e tre i casi si tratta di un “parto collettivo”, compiuto durante le notti di veglia che si svolgono nelle case  del Cells, frazione di Exilles. «Non è tanto importante la “paternità” di questi  brani.   Era  bello  far  girare  questi   contenuti  ironici,      scherzosi,

 

 100  La strofa de La Monferrina a cui Mario Cavargna ha fatto riferimento è questa: «O ciau ciau Maria Catlihna dumie dumie na siasà / o si si ch'i la daria, l'ai lasà al sias a cà / Ris e coi e taiarin guarda un po' cum'i balu bin / balu pì bin le paisanote che le tote ad Turin».

101  Nel Canzoniere NoTav è erroneamente indicata come aria di riferimento La lingera. Il termine lingera ha in realtà un uso più generalizzato e la sua origine, così come il suo significato, si diversificano nel caso in cui lo si consideri come aggettivo derivante dall'italiano “leggero”, o come espressione derivante da un gergo. In quest'ultimo caso il termine lingera è associato ai lavoratori stagionali, che percorrevano l'Italia in cerca di lavori occasionali con  addosso bagagli “leggeri”, viaggiando su treni che hanno finito coll'essere definiti in alcune zone  d'Italia proprio “Lingera”. Il termine è utilizzato anche come aggettivo per indicare  una persona “con scarsa voglia di lavorare” ed ha una connotazione negativa. Si è sviluppato, nell'ambito della canzone popolare soprattutto del Nord Italia, un filone di canti, ispirati al fenomeno della “Lingera”. Probabilmente la scelta di utilizzare questa terminologia nel Canzoniere NoTAV è dovuta a quest'ultima considerazione.

102  Luca Abbà è uno dei più noti attivisti NoTAV. Cfr. n. 46

103   L'intervista a cui si fa riferimento è stata rilasciata da Luca Abbà il giorno 12 Novembre   2014 presso Susa (TO).

 

 

canzonatori, su quello che era capitato in Valle di Susa».104

Il lunedì del valsusino è attribuito a Luca Abbà, ma fra le indicazioni che precedono l'esposizione del testo, si precisa la partecipazione di altri attivisti, che rimangono tuttavia sconosciuti. L'aria di riferimento è tratta da una canzone popolare, d'impronta sindacale, Il lunedì dei parrucchieri, che appartiene ad un filone tipico della canzone tradizionale, quello del “non lavoro”.105 Se i personaggi di queste canzoni trovano ogni giorno un valido motivo per non lavorare, il protagonista del Lunedì del valsusino adduce sempre la scusa della solidarietà. Alcune dichiarazioni dell'ex ministro dei trasporti Lunardi, che dipinge gli attivisti NoTAV come “sfaccendati” e “nulla facenti”, spingono Luca Abbà a recuperare questo canto e a riadattarne il testo. «Ci piaceva l'idea di decantare il nostro presidiare e volevamo allora rivendicare il ruolo di gente che non va a lavorare, ma va a presidiare».106

 

«Lunedì del valsusino, oggi non si lavora si va tutti al presidio almeno per un'ora.

Operai che tutti siete fate così

per solidarietà, è doveroso con chi presìdia, per solidarietà, e gnanca al lunes travajo pà

 

Martedì giorno di Marte, arrivan bastonate non si arriva, né si parte, tutti a fare barricate. Operai [...]

 

Poi di mercu la mattina, di nuovo a barricare tutto il giorno sulla strada, non vado a lavorare. Operai […]

 

Giovedì d'Immacolata, giorno di gran battaglia alla moda valsusina, si caccia la sbirraglia

 

     104  Ibidem.

105  La canzone popolare piemontese sviluppa un filone di canti dedicati proprio alla tematica del “non lavoro”. Uno degli esempi più significativi è La mia mama a veul ch'i fila, una tipica canzone a “aumentare” che si basa sui giorni della settimana. Il testo racconta di una giovane sposa che trova sempre una scusa per non aiutare la madre a filare la lana.

    106 Cfr. n. 103

 

 

 

Venerdì giorno di Venere, è il giorno dell'amore con Venaus liberata, c'è grande gioia in cuore

 

È arrivato anche il sabato, c'è manifestazione non si va a lavorare, con partecipazione.

Operai […]

 

E infine la domenica, giorno di grande festa chi presìdia resistendo, oggi riposa onesto Operai [...]».

 

 

In quei primi giorni d'inverno del 2005, molti valsusini risultano effettivamente assenti dai loro posti di lavoro. Si danno appuntamento al presidio di Venaus, con lo scopo di aiutare nella gestione e nella difesa dello stesso. Ricostruendo un ipotetico martedì, Luca Abbà vuole ricordare le giornate dei blocchi stradali, presidiati dalle forze dell'ordine durante il periodo della Libera Repubblica di Venaus, che non hanno permesso a molti residenti di raggiungere o di tornare dal proprio posto di lavoro.107 Le giornate di giovedì e venerdì sono invece dedicate ad una rievocazione della manifestazione dell'8 Dicembre, anch'essa caratterizzata dalla  partecipazione di “assenteisti dal lavoro” valsusini, e che si conclude con la ormai nota Liberazione di Venaus.108 Ed infine, la domenica del valsusino, che, a differenza dei parrucchieri, non santifica la messa,109 ma si gode un giorno di meritato riposo, dopo tanto presidiare.

Governo non permette è invece ispirato all'aria della canzone tosco- emiliana La leggera.110 La tematica e la modalità sono le medesime del Lunedì del valsusino.

 

107  Cfr. cap. 1.1

     108  Ibidem.

109   Il testo del Lunedì dei parrucchieri a questo punto recita: «la domenica la gente santifica la messa / chi lavora onestamente oggi riposa onesta. [...]».

    110 Cfr. n. 101

 

 

«Al lunedì Lunardi non permette

che il valsusino lui vada a lavorar. larillalà trullalà

 

Martedì poi c’è da presìdiare

per tutta la giornata non vado a lavorar. larillalà trullalà

 

Di mercoledì si sale su al Seghino, c’è il celerino che vuole farsi bello,

proprio per quello non posso lavorar. larillalà trullalà

 

Arriva giovedì, è sciopero generale

lascio il presidio e vado a sfilar. larillalà trullalà

 

Venerdì poi è il giorno del bastone

lo stato carogna ci viene a sgomberar. larillalà trullalà

 

Sabato perciò di nuovo barricate

per due giornate non vado a lavorar. larillalà trullalà

 

Domenica infine c’è la liberazione

giù la recinzione, il TAV non passerà. larillalà trullalà

 

Arriva Lunardi, è tutto arrabbiato

brutto sfaccendato, il TAV lo si farà. larillalà trullalà

 

Ohi che mi scusi ministro Pisanu

col manganello in mano il TAV non passerà. larillalà trullalà

 

Io sono un valsusino e poco me ne importa

vadan sulla forca Prodi e Berluscon. larillalà trullalà»

 

 

Le ricorrenze associate ai diversi giorni della settimana non variano rispetto al testo de Il lunedì del valsusino, se non per l'aggiunta di un riferimento alla Battaglia del Seghino111  il mercoledì.

Non sempre è possibile identificare uno specifico autore di questi testi come nei casi appena descritti; molte volte si tratta di contributi che, o sono rimasti anonimi, o hanno coinvolto nella scrittura un insieme più o meno ampio di persone.


La Viraneide che secondo il Canzoniere NoTAV appartiene ad un “anonimo  valsusino”,  è  un  altro  esempio  di  questi  “parti       collettivi”,

111  Cfr. n. 84

nonostante risalga ad un momento successivo. Il testo prende ispirazione dall'aria de La Badoglieide,112 canto partigiano contenente una feroce satira nei confronti dell'operato di Pietro Badoglio. Il testo de La Badoglieide viene recuperato e riadattato rispetto alle ultime novità, risalenti alla primavera 2006, con particolare riferimento all'istituzione di un  Osservatorio tecnico sulla linea ad alta velocità Torino-Lione.113 La  poltrona di presidente è presieduta da Mario Virano, a cui gli attivisti NoTAV indirizzano ora una loro satira.

 

«O Virano, o Mario Virano, ingrassato dal ceto romano,

tu coi soldi c’hai preso la mano, ci hai già rotto abbastanza i coglion.

 

Ti ricordi quand’eri compagno e la mano stringevi nel pugno? Ora invece nei soldi fai il bagno, speriam presto tu possa annegar.

 

Ti ricordi quand’eri alla SITAF, tra tangenti, mafiosi e cemento?

Era proprio per te un bel momento, quanta strada hai già fatto da allor.

 

Ora adesso sei amico di Bresso e prepari le compensazioni, anche se spargerai dei milioni, tu la lotta comprar non potrai.

 

T’ l’as mai dit parei, t’ l’as mai fait parei,

t’ l’as mai dit, t’ l’as mai fait, t’ l’as mai dit parei, t’ l’as mai dilu: si si, t’ l’as mai falu: no no

tutto questo salvarti non può.

 

Ora tu fai il moderatore, ma ti piace restare al potere tra denaro, prestigio e dovere, ma chi credi di poter fregar.

Tu presiedi un Osservatorio e proponi tante discussioni

mentre intanto t’arraffi i milioni, sei davvero un gran porcaccion.

 

Con astuzia tu vuoi dialogare, per tramare alle nostre spalle, ti facciamo veder noi le stelle se ti azzardi in Valsusa a venir.

Commissario tu sei diventato di un progetto ormai disgraziato, il tuo tempo ormai è passato e rassegna le tue dimission.

 

 

112  La Badoglieide è uno dei canti più noti della Resistenza. Fu scritto da un gruppo di partigiani di “Giustizia e Libertà”, fra cui Nuto Revelli, Questo canto, a sua volta, si compone di due  temi musicali di origine distinta: le strofe in italiano fanno riferimento ad un antico canto popolare toscano E non vedi che son toscano; mentre il ritornello, in piemontese, conservato anche nel riadattamento preso in considerazione, appartiene alla tradizione popolare.

     113  Cfr. n. 33

 

 

T’ l’as mai dit parei, t’ l’as mai fait parei, [...]

 

La Valsusa il TAV non lo vuole e l’ha già dimostrato al Seghino spinte in faccia al celerino, on l’inganno soltanto passò.

Ti ricordi la fuga ingloriosa delle truppe sui prati occupati? Noi da allora non siamo cambiati, sarà düra per te riprovar.

 

Se Pisanu ci ha rotto le test tu Virano ci hai rotto i coglioni per canaglie e vecchi cialtroni in Valsusa più posto non c’è.

 

T’ l’as mai dit parei, t’ l’as mai fait parei, [...]».

 

 

Il tono impiegato rimane pungente e provocatorio, proseguendo sulla stessa linea de La Badoglieide: si mettono in discussione l'attendibilità e la serietà dell'Osservatorio, così come il ruolo di Mario Virano, nominato presidente direttamente dal Governo.

 

 2.7           Le altre influenze

 

 All'interno del Canzoniere NoTAV vi è anche spazio per il canto anarchico e libertario, con brani come Addio Lugano bella, O cara moglie e Le otto ore, che tuttavia si sentono raramente nel contesto del presidio di Venaus, in quanto troppo complicate.

È inoltre presente una componente dedicata al canto di risaia. Mariano Goitre infatti specifica che molti brani sono stati inseriti da Maria Rollero, che faceva a sua volta parte di un coro, ma non tutti facevano effettivamente parte del repertorio del coro spontaneo Canta che non passa e conclude scherzosamente: «un coro è un conto, una banda di “ciucchi” è un altro», sottolineando la spontaneità che contraddistingue lo svolgimento di queste serate.

Vi  sono poi alcune scelte d'inserimento più particolari, come la    già citata   Malarazza.114     Ricky   è   colpito   dal   ritornello   che   definisce «travolgente» e comincia così a proporla al presidio di Venaus.

 

 

«Tu ti lamenti, ma che ti lamenti? Pigghia lu bastuni e tira fora li denti

 

Un servu tempu fa rintra na piazza prigava a Cristu in cruci e ci dicia: Cristu lu me padruni mi strapazza mi tratta comu un cani pi la via

si pigghia tuttu culla sua manazza mancu la vita mia dice che è mia distruggila Gesù sta malarazza distruggila Gesù fallu pi mia, fallu pe mia [...]».

 

 

Significative a riguardo alcune parole di Gigi Richetto, particolarmente legato a questo brano. «Malarazza rappresenta un po' il nostro spirito, nel senso che la Valle di Susa è fatta di gente paziente che sopporta e che  adesso non ha più voglia di sopportare e quindi bisogna schiodarsi dalla croce».115

Tutti questi esempi costituiscono la parte più significativa delle canzoni presenti nel Canzoniere NoTAV.116 La musica e il canto, nei presìdi così come nei cortei, si configurano come un modo per alleggerire il carico di tensione e per trasformare le circostanze più propriamente di lotta e di protesta, in momenti di “festa”, «secondo quella linea gioioso-creativa che distingue da sempre il Movimento valsusino».117  Significative anche alcune

 

114  Cfr. n. 68

     115  Intervista rilasciata da Gigi Richetto il 7 Novembre presso Bussoleno.

116   Altri testi originali qui contenuti, ma non presi in considerazione, sono (in ordine di apparizione): Quelli della Valsusa (sull'aria de Quelli di Mompantero); La ruspa del piacere (sull'aria de La ronda del piacere); I NoTAV à la stasiun (sull'aria de Gli alpini à la stasiun); No dal Molin, un testo proveniente da Vicenza, legato alle proteste contro la costruzione di una base militare americana, sull'aria de Osteria numero nove; Son valsusina (sull'aria de Son la mondina).

117  Maria Chirio, Canta che non passa! E' nata la corale NoTAV, mensile Sarà dura Aprile 2006, numero 2, pag. 6

considerazioni di Mario Cavargna che propone una riflessione sull'ironia, caratteristica comune di questi testi e afferma che «l'ironia serve a far sì che l'avversario non incuta troppo timore. Se tu riesci a scherzare l'avversario vuol dire che non ne hai paura e, chi riesce a essere ironico, è anche forte».118

Bisogna tuttavia precisare che questa componente di canti non risulta essere la più eseguita durante le serate dedicate al coro spontaneo Canta che non passa. Le testimonianze elencate specificano le modalità del tutto spontanee con cui questi testi vengono prodotti e poi messi in circolazione. Molti ricordano di aver sentito cantare questi brani nei giorni e nelle settimane successive la loro scrittura. Col passare del tempo nascono nuove composizioni e quelle precedenti vengono sostituite.

Decisivo quindi il lavoro di sistematizzazione portato avanti da Maria Rollero nel 2008 con il Canzoniere NoTAV, che permette di non perdere nel tempo questi contributi. Nella prefazione di questo documento Maria specifica che questa vuole essere «[...]una raccolta del tutto aperta a nuovi contributi e suggerimenti[...]», consapevole che un lavoro di ricerca  di questo tipo non può concludersi soltanto con la redazione di un documento, ma deve proseguire.

Le mobilitazioni popolari del 2011, culminate con la nascita della Libera Repubblica della Maddalena, danno spunto alla creazione di nuove canzoni, ma nessuno si occupa di raccogliere il materiale. Luca Abbà precisa infatti che «non c'era molto tempo per festeggiare, alla Maddalena non c'era un clima di celebrazione».119 Coerente è quindi la scelta di considerare questi contenuti nei termini di «fogli volanti musicali», come indicato nel frontespizio del Canzoniere NoTAV. Al fondo della   prefazione

118  Intervista rilasciata da Mario Cavargna il 24 Novembre 2014 presso Bussoleno. 119 Intervista rilasciata da Luca Abbà il 12 Novembre 2014 presso Susa.

 

si può infatti leggere:

 

 

«[...]I fogli volanti mi sono sembrati molto adatti, perché vengono dalla tradizione dei cantastorie che raccontavano i fatti nelle strade e nelle piazze dove la gente si radunava; sono facili da diffondere e la raccolta non finisce mai, può sempre essere arricchita da altri contributi, proprio come la lotta NoTAV»

 

 

Il Canzoniere NoTAV nasce dal desiderio di non perdere questi contributi e allo stesso tempo ha una sua praticità: tutto il repertorio di canti si trova in un unico documento che può essere quindi facilmente distribuito, in modo da creare nuova aggregazione attraverso il canto e la musica.

 

 

                                           Capitolo 3

 

                        L'attività dei gruppi musicali

 

Sono moltissimi e non soltanto valsusini, gli artisti, i gruppi, i singoli musicisti più o meno celebri, che si interessano alla protesta NoTAV e che concorrono musicalmente a trasmetterne l'unico messaggio.120 Fra questi vi sono la Polveriera Nobel, una formazione musicale fortemente radicata nel territorio della Valle di Susa, e la cantautrice romana Giulia Tripoti.

 

 3.1      La Polveriera Nobel

 

 La Polveriera Nobel è un gruppo che si forma e cresce in Valle di Susa. La formazione, attiva dal 2004, è capitanata da Ricky Avataneo, cantante, chitarrista, armonicista, nonché autore dei suoi testi, come la migliore tradizione folk e cantautorale esige. Ricky definisce la Polveriera   Nobel121

 

120  Il Movimento NoTAV pubblica due raccolte su cd che contengono questi contributi: nel 2003 esce Stop that train. Nel 2009 viene pubblicata la compilation La Musica che fermerà il Treno. Hanno partecipato a titolo esclusivamente gratuito, nomi celebri come i 99 Posse, Caparezza, gli Africa Unite e formazioni emergenti autoctone e non. Fra i gruppi che si sono spesi per la lotta NoTAV e che non sono stati presi in considerazione in questa tesi ricordiamo: la Ice's Eyes Band, con Ice Tav; Atropina Clan con Correrà; Sangre Rebelde con Qui; La Cura Giusta con In giorni simili; Susaman con Lotta; Maker con un posto nel mondo; Alpking con Follow the movement; il Collettivo Iubal con La ballata di Roberto; non da ultimi gli Egin con due brani che hanno avuto grande successo all'interno del Movimento: Non toccate la mia Terra  e Marché mon ami.

121  La Polveriera Nobel è costituita da: Ricky Avataneo, cantautore e fondatore del gruppo; Andy Pennington al banjo e mandolino; Daniele Barone alla fisarmonica; Italo Vercellina al basso, chitarra e cori; Fulvio Capri alla batteria. Ha in realtà cambiato formazione a partire dal 2012. Si sono aggiunti a Ricky e a Daniele: Roberto Musso, percussionista astigiano, Emanuele  Rizzo (ghironda, banjo, mandolino, flauti, cornamusa) e da Matteo Rizzo (cajon e basso). La

 

 un gruppo folk-rock, dove “folk” viene recuperato nel suo significato originario: «Folk vuol dire popolo, vuol dire gente, vuol dire territorio».122 La scelta stessa di impadronirsi del nome del Dinamitificio aviglianese testimonia la volontà di mantenere un forte legame con il territorio della Valle di Susa, ma anche la priorità che il gruppo dà all'impegno civile nella sua produzione musicale. Ricky infatti spiega: «il Dinamitificio  di Avigliana rappresenta tutti quei conflitti che sono propri di questa terra. In particolare il conflitto tra sviluppo e ambiente. Era già praticamente tutto lì».123

Ricky Avataneo si avvicina al Movimento NoTAV per  curiosità, come succede a molti altri attivisti. Si informa, si documenta, partecipa alle assemblee e ad altre iniziative, per capire le motivazioni della protesta, che trova fin da subito del tutto condivisibili. «Chiaramente abitando in Val di Susa giocoforza una scelta andava presa, o pro o contro».124 Nasce una forte amicizia con Gigi Richetto,125  che Ricky considera “l'anima culturale”    del

 

Polveriera Nobel si è esibisce più volte in occasione di eventi organizzati dal Movimento NoTAV, nei presìdi, durante i campeggi, nelle piazze. Vorrei ricordare in particolare la loro partecipazione al NoTAV Tour, insieme ai Sangre Rebelde, che si è svolto nel 2011 e li ha portati in molte città d'Italia, da nord a sud. Fra gli altri concerti, Ricky ne ricorda uno in particolare, svoltosi in occasione del 9°Campeggio NoTAV, la sera del 24 Luglio 2008, che la Polveriera Nobel ha condiviso con i Têtes de Bois. Ecco una breve discografia della Polveriera Nobel: nel 2002 Ricky Avataneo e le strade blu pubblica Lemming edito da Strade Blu (collana di Mondadori); Nel 2006 la Polveriera Nobel pubblica I falò, album prodotto da Piero Montanaro (Edizioni Musicali e Discografiche Canterò, Asti); nell'inverno 2006 pubblicano il cd La Valle e la trivella, autoprodotto. Nel 2009 pubblicano il cd Dinamite! Terribilmateria, anche questo autoprodotto, tratto da uno spettacolo multimediale ispirato alla storia del Dinamitificio Nobel di Avigliana, che loro stessi hanno messo in scena nel 2008. Nel 2012 Ricky Avataneo e Daniele Barone portano in giro lo spettacolo Il morale della truppa (cfr. cap. 2.1). Attualmente, la Polveriera Nobel sta preparando il nuovo album, Fafiokè.

     122  Intervista rilasciata da Ricky Avataneo il 21 Ottobre 2014 presso  Bussoleno (TO).

     123 Ibidem.

124  Ibidem.

125   Ex professore di Storia e Filosofia del Liceo Norberto Rosa di Bussoleno, Gigi Richetto è attivista NoTAV da sempre e fa parte del Comitato di Lotta Popolare di Bussoleno. Già attivo e impegnato socialmente da studente negli anni 70, si oppone alla chiusura dei Cotonifici e della Magnadyne in Valle di Susa. Nel 1978 viene assunto in ferrovia a Bussoleno come delegato SFI-CGIL e nel 1979 viene eletto consigliere comunale di Bussoleno. Si candida alle europee con la lista Tzipras nel 2014. Gigi è sposato con Maria Chirio molto attiva all'interno del Movimento NoTAV, così come il figlio Francesco.

 

Movimento.126 «E' stato un po' il mio Virgilio rispetto alla Val di Susa».127 Ricky è particolarmente legato all'esperienza dei presìdi e soprattutto a quello di Venaus che frequenta assiduamente tra il 2005 e il 2006. «Secondo me quella dei presìdi è stata un'esperienza unica in Italia, soprattutto in un territorio come quello della Valle di Susa, in cui la gente era poco avvezza ad uscire dalle proprie case. C'era veramente poco movimento e improvvisamente è “esploso” il fenomeno dei presìdi».128


Dal 2005 la Polveriera Nobel comincia a tenere concerti in Valle di Susa, legandosi fortemente al Movimento NoTAV e al territorio. Ricky racconta che per chi, come lui, è innamorato del folk, «è stata una grande fortuna trovarsi in Valle di Susa in quel periodo».
129 Le motivazioni e gli spunti per portare avanti la Polveriera Nobel non mancano di certo. Ricky Avataneo è inoltre protagonista, bardo e “motivatore” delle serate del coro spontaneo Canta che non passa.130 La Polveriera Nobel pubblica nel 2006  il cd autoprodotto La Valle e la trivella, una piccola opera monografica sul tema della protesta contro il TAV. La realizzazione di questo album è legata all'esperienza dei presìdi, nonostante l'idea nasca un anno dopo i fatti di Venaus.131 Ricky specifica che La Valle e la trivella consente di finanziare parzialmente l'attività del periodico Sarà düra!132 e confessa che «questo disco in fondo è anche un atto di amicizia nei confronti di Gigi Richetto».133 Il  cd  viene  presentato  l'8  Dicembre  2006  presso  Cascina  Roland,      in

126  Gigi Richetto è il fondatore del periodico NoTAV Sarà Düra! (cfr.n.59), nel 2005 promuove un convegno sul tema Presidiare la Democrazia, realizzare la Costituzione. Dopo l'esperienza di alcuni incontri alla Libera Repubblica della Maddalena nel 2011, svolge lezioni di Filosofia resistente nei presìdi di Chiomonte, Venaus, Vaie. Fa parte del Gruppo Pace ValSusa, che unisce laici e cattolici per la difesa del territorio. Continua a insegnare Filosofia all'Università delle tre età a Bussoleno ed è volontario nella scuola elementare di San Didero (TO).

    127 Cfr. n. 122

   128  Ibidem.

   129  Ibidem.

   130 Cfr. cap. 2, pp. 25-27

   131  Cfr. cap. 1.1

   132  Cfr. n. 59

   133 Cfr. n. 122

 

occasione del primo anniversario della Liberazione di Venaus134 e la presentazione è accompagnata da un articolo di Ricky Avataneo, pubblicato sul periodico NoTAV Sarà düra!.135 In questo breve articolo, Ricky spiega quali sono le motivazioni di questo album. Lo sgombero e la successiva Liberazione di Venaus hanno molto ispirato la fantasia e l'impegno di Ricky e «[...] le serate enogastromusicali dell'impavido coro Canta che non passa, perché pur brevissime e imperfette, definiscono il senso reale di questo disco»136. I brani contenuti nel disco sono in tutto sei: Cisamaraja (E.C. Avataneo), Sarà Dura (Beppe Fiale/Tradiz.),137 uno strumentale dal titolo Ballo dell'otto Dicembre (Polveriera Nobel), Gaote la nata, Gioan! (E.C. Avataneo), Sangue di Venaus (E.C. Avataneo), La bergera (Tradiz./Arrangiamento della Polveriera Nobel).138 «Questo è il nostro personale canzoniere NoTAV»,139 scrive Ricky su Sarà düra!. Nonostante si tratti di un progetto molto breve, realizzato a basso costo e terminato in  tutta fretta, La Valle e la trivella riassume molto bene ciò che succede in Valle di Susa nel biennio 2005/2006, quando l'attenzione e la partecipazione della gente è molto forte.


Il disco si apre con Cisamaraja, un brano vivace, ballabile e provocatorio. Il testo muove una critica alla campagna mediatica caratterizza quello stesso biennio, colpevole di fornire al resto d'Italia e del mondo una rappresentazione violenta della protesta contro l'Alta Velocità. Il testo è scritto in piemontese, dialetto a cui Ricky si affeziona col tempo. È uno  dei  primi  “esperimenti”  di  Ricky,  che,  proprio  scrivendo   canzoni,

134  Cfr. cap. 1.1

135   Ricky Avataneo, Sarà dura e altre storie, mensile Sarà Dura! Novembre-Dicembre 2006, numero 9-10, pag. 11

    136  Ibidem.

137    L'indicazione “Tradiz.” é dovuta al fatto che il testo di Sarà Dura è cantato sull'aria del tradizionale Dai monti di Sarzana.

138  I tre brani Cisamaraja, Gaote la nata Gioan, Sangue di Venaus, scritti e composti da Ricky, si trovano anche nel Canzoniere NoTAV, preso in esame precedentemente. Cfr. cap. 2

 

comincia ad avvicinarsi al piemontese. «Mi sono appassionato al  piemontese per una “questione di folk”».140 Cisamaraja indica “colui che aizza il popolo”, dal piemontese cissè, ossia “istigare/spingere a”, e maraja, a sua volta, “gentaglia/popolaccio”. Si può più facilmente tradurre come provocatore.

 

«Soma coj ca j va mai bin niente a fermu le strà, a sbordiso la gente

soma ed pelandronas, l'oma nient aot da fe a l'an campane an tera, e soma ancura an pè

 

Cagnas brut, ed la rasa dij taboj, ma a ve-nu pa daosin nianca i poi cagnas gram sensa la museruola,

soma ed “gnaro”, ed la compagnia pi fola.

 

L’oma i kalasnikov stermà sota la paja, noi aotri belesì soma mac ed cisamaraja, l’an piane abastonà, per noi l’è na madaja, soma mac ed cisa, cisa, cisamaraja!

 

Ed noi as fida pa nianca nostra mare, figurese gli affaristi e coj ca fan gli affari, piasoma pa ai giornai e nianca a la questura, a speru ca sarà mola, e invece a Sarà düra!

 

Quaidun a peul sciapese la testa contra la muraja, noi aotri belesì soma mac ed cisamaraja,

l’an piane abastonà, per noi l’è na madaja, soma mac ed cisa, cisa, cisamaraja!»

 

 

Ricky Avataneo scrive il testo di Cisamaraja in seguito ad un intervento del ministro Pisanu, che, in occasione delle Olimpiadi 2006, dice di temere di più l'azione dei valsusini che la possibilità d'infiltrazioni terroriste. La descrizione del cisamaraja si arricchisce di tutti i luoghi comuni che i media, attraverso i giornali, cartacei e televisivi, contribuiscono a diffondere. I rapporti fra i giornalisti e la Valle di Susa non sono mai stati rose e fiori.141 Nel 2006, alla luce degli avvenimenti dell'autunno e dell'inverno precedenti, la protesta contro l’Alta Velocità assume una forte risonanza mediatica. Il mondo politico, supportato da quello giornalistico, si schiera e si divide intorno alla questione TAV. Già negli anni ’90 viene denunciato il ruolo e la partecipazione dei centri sociali142 e molti attivisti sono accusati di eco-terrorismo143 in seguito alle minacce subite da esponenti più o meno noti della propaganda Pro-TAV. Il 2005/2006 è un biennio di forte mobilitazione, tra manifestazioni, presìdi e barricate e gli scontri con le forze dell'ordine segnano molti momenti di protesta. Nel 2006 le montagne della Val di Susa sono inoltre teatro delle Olimpiadi invernali. Tuttavia, il valsusino NoTAV rifiuta da sempre le provocazioni dei giornali, convinto che questa ingiusta campagna mediatica ha il solo scopo di isolare la Valle di Susa e la protesta NoTAV dal resto d'Italia.


A Cisamaraja segue Sarà Düra!, canzone di Giuseppe Fiale,144 reinterpretata dalla Polveriera Nobel. Il brano termina con una coda strumentale intitolata Ballo dell'otto dicembre, che la Polveriera Nobel ha sviluppato   casualmente  in  studio,   nel  corso  dell'arrangiamento.   Ricky

141   Il caso più noto è quello di Gianfranco Bianco, giornalista della RAI (tg regionale), che ha subìto fischi, insulti ed è stato mandato via senza troppe cerimonie dai presidianti di Borgone (TO). L'episodio risale al 21 Giugno del 2005.

142   Furono molti gli arresti, le indagini e le denunce negli anni '90. A riguardo, una delle vicende più note è quella di Sole e Baleno (Maria Soledad Rosa ed Edoardo Massari), due ragazzi legati ai centri sociali torinesi. Vengono arrestati nel Marzo 1998, accusati di aver costituito un'associazione con finalità di terrorismo ed eversione, e di aver progettato attentati contro il progetto della TAV. Il 28 Marzo 1998 Edo viene trovato morto impiccato nella sua cella. Il 15 Luglio dello stesso anno Maria Soledad si toglie la vita nella comunità dove scontava le misure cautelari. Sull'argomento rimando alla pubblicazione: Tobia Imperato, Le scarpe dei suicidi.

Sole, Silvano, Baleno e gli altri, Fenix, Torino, 2003. Il libro è scaricabile online in formato pdf all'indirizzo: http://libridibordo.wordpress.com/2014/03/06/le-scarpe-dei-suicidi-baleno-sole-e- silvano-e-gli-altri.

143   Il primo “attentato” risale al 23 Agosto del 1996 quando qualcuno lancia bottiglie molotov contro una trivella a Falcemagna, frazione di Bussoleno (TO). Questo sabotaggio è il primo di una lunga serie, per arrivare ai quattro arresti che seguono l'incendio di un compressore al cantiere di Chiomonte il 14 Maggio 2013. Quello degli arresti è un tema molto sentito anche in questo periodo all'interno del Movimento NoTAV.

     144 Cfr. cap. 2, pp. 37-39

 

sceglie di inserire un breve intervento a mo’ di dedica del coro spontaneo Canta che non passa, registrato durante una delle serate musicali al presidio di Venaus.

Un altro brano scritto e composto da Ricky è il successivo, Gaote la nata, Gioan!. È la prima volta che Ricky scrive in piemontese e il brano risale in realtà ad un momento precedente della protesta NoTAV, il 2001. E' anche la prima volta che Ricky sceglie di affrontare il problema TAV. Il significato letterale del titolo è “togliti (dal piemontese gavé: togliere) il tappo (nata), Giovanni!”. L'espressione gavé la nata è tuttavia da intendersi in senso figurato, ossia come “svegliarsi” o “aprire gli occhi”. E' un testo ispirato alle prime iniziative del Movimento NoTAV, volte a migliorare sul piano del coinvolgimento della popolazione locale, ai tempi ancora ignara e poco partecipativa, con iniziative informative sui rischi e le conseguenze  del progetto Alta Velocità.

 

A ‘t diso ch’it l’has de porté ën poc ëd passiensa, ma pensa ti che bel,quand it  saras ëd partenza

a pijé ‘l treno për andé ‘n pizzeria

la duminica a Lion con la neuva ferovia Mach an poc ëd pòer e ‘n poc ëd rebél:

a campo giù ël to paìs,ch’a t ë smija tant bel: ma pensa che conquista,pensa ti che roba, tacà p ër la pel del tò cul a l’Europa!

 

Lor ël so guadagn,ti maca i dann, gaote la nata,gaote la nata,

lor i miliard,ti na vita da can, gaote la nata Gioan

gaote la nata!

 

E ti ‘t n’arcordi, quand a l’han pijate to pra p ër faje pasé cola cazzo ‘d autostrà

E i tir a ‘t marcio istess ansima i pé,

a l’han pa date ‘n sold,a l’han pa dite ‘l përché. A l’e na val ëd mort ch’it veuli lassé ai to masnà? A ‘t pias l’amianto ch’a ‘t ven fin-a ‘n ca?

Adess aj e n’aota firma,e via alla distruzione Ti spera che peui a ‘t fan fé ‘l capostazione.

 

 

 

Lor ël so guadagn,ti maca i dann, gaote la nata,gaote la nata,

lor i miliard,ti na vita da can, gaote la nata Gioan

gaote la nata!

 

Lor ël so guadagn,ti maca i dann, gaote la nata,gaote la nata,

lor i miliard,ti na vita da can, gaote la nata Gioan

e i treni ëd neuit ch’a fan balé ‘l can can, gaote la nata, gaote la nata,

l’alta velocità, ma ti ‘t vade pa lontan! Gaote la nata Gioan !

 

 

La vicenda di Gioan è in realtà tratta da un episodio a cui lo stesso Ricky ha assistito personalmente. Un abitante della valle145 si lamenta ancora di ciò che segue, o meglio che non segue, la costruzione dell'autostrada A32 in Valle di Susa.146 Gli vengono infatti espropriati alcuni terreni, ma le compensazioni promesse non arrivano mai. Ricky non  conosce bene questa persona, ma la scelta di riferirsi a lui come Gioan è un ottimo pretesto letterario.


La “contro-informazione” che il Movimento NoTAV promuove negli anni, spinge molti abitanti della Valle di Susa a partecipare alle tante iniziative di protesta e ad essere solidali con chi partecipa alla protesta in modo attivo. Sono moltissimi, e non solo valsusini, gli esperti che contribuiscono gratuitamente a promuovere e organizzare serate, incontri e assemblee informative. Medici, professori, ingegneri, geologi, professionisti di ogni tipo, parlano alla gente che si raccoglie nei polivalenti e nei presìdi, per poi partecipare ai tavoli di discussione, confrontandosi con tecnici ed esperti incaricati dal governo. Moltissimi anche gli incontri di carattere più culturale,  con  artisti,  scrittori,  partigiani,  che  arricchiscono  la    protesta
NoTAV di immagini, poesie e testimonianze personali

145 Ricky non ricorda più se residente a Condove (TO) o a Vaie (TO). 146 Cfr. n. 13

 

 Questo «folk da battaglia»147 è seguito dalla «dolce-amara»148 ballata Sangue di Venaus. In questo caso Ricky Avataneo utilizza l'italiano, per poter esprimere al meglio il proprio sentire. «E' stato uno sfogo. Gigi Richetto la considera la canzone più bella».149 Rispetto agli altri, è un brano che Ricky non propone quasi mai nelle sue esibizioni. E' un brano molto difficile da adattare a tutte le situazioni in cui capita di suonare. Il motivo si trova in quello che è il pretesto, ciò che ha spinto Ricky a scrivere e comporre il pezzo. Sangue di Venaus riconduce alla notte del 6 Dicembre 2006, la notte delle infamie.150 Ricky viene a conoscenza dell'avvenuto il giorno successivo, tramite radio. La notizia è sconvolgente per chi, come  lui, è assiduo frequentatore del presidio.

 

C’è stato il tempo dei silenzi e dei bugiardi, e poi il tempo del “non si accettano ritardi”, se il fuoco allarga i cuori e il freddo li serra il fango di Venaus è il sangue di questa terra.

 

C’è stato il tempo di tattiche e di studi,

le luci blu a riflettersi sui caschi e sugli scudi, se il vino allarga i cuori e il gelo li serra

il fango di Venaus è il sangue di questa terra il fango di Venaus è il sangue di questa terra.

 

C’è stato il tempo della violenza dei vigliacchi, la caccia all’uomo nella notte fra i bivacchi,

se il canto allarga i cuori, il dolore li serra

il fango di Venaus è il sangue di questa terra il fango di Venaus è il sangue di questa terra.

 

 

Voi che vedete quel che non esiste

per non vedere questa valle che resiste, che chiede verità e voi rispondete guerra

 

147  Così Ricky definisce sul periodico Sarà dura! la sonorità di Gaote la nata, Gioan!. Fonte: cfr. n. 135.

    148  Ibidem.

    149 Cfr. n. 122.

    150  Cfr. cap. 1.1

 

 

il fango di Venaus è il sangue di questa terra il fango di Venaus è il sangue di questa terra

 

 

Quelli della Libera Repubblica di Venaus151 sono giorni indimenticabili, ancora vivi, nel bene e nel male, nelle memorie di chi ci è stato. Ricky, riportando alla memoria quei momenti, parla di «giorni terribili, in cui lo Stato si è giocato la possibilità di avere un dialogo con la Valle di Susa. Non erano Black-block, violenti, ma persone pacifiche che, alla luce del sole, avevano deciso di dire, noi non siamo d'accordo, considerateci».152 Il testo è molto amaro nelle sue considerazioni e critica quello che è stato il comportamento delle autorità, dello Stato, delle forze dell'ordine nei vari momenti della protesta NoTAV.

A chiudere questo breve disco è una rivisitazione di un tradizionale, La bergera. Il brano, come visto nel capitolo precedente, è uno dei più eseguiti nelle serate musicali organizzate al presidio di Venaus,153 e proprio per questo incluso nel progetto.

 

 3.1.1   Recital: Il Morale della truppa

 

 La musica di protesta trova con la Polveriera Nobel altri modi di circolare e diffondersi. Nel 2012 Ricky concepisce un recital di canzoni e racconti, che intitola Il Morale della truppa. La genesi di questo spettacolo è legata al presidio della Maddalena, le cui vicende risalgono all'estate 2011.154 Ricky sottolinea la tensione che caratterizza i giorni della Libera Repubblica della Maddalena. Con alle spalle l'esperienza del presidio di Venaus, «si era  certi

 

     151  Ibidem.

     152 Cfr. n. 122

153 Cfr. cap. 2, pp. 31, 3

154  Cfr. cap. 1.2

 

che prima o poi le forze dell'ordine avrebbero restituito la Libera  Repubblica della Maddalena allo Stato italiano».155 Per contrastare il nervosismo che si respira ormai da giorni in Clarea, ci si trova anche per cantare.156 Il 27 Giugno vi è lo sgombero e nei mesi successivi la tensione cresce fortemente. Risalgono, ad esempio, al Febbraio 2012 l'infortunio di Luca Abbà,157 caduto da un traliccio dell’alta tensione durante un'azione dimostrativa, e il blocco dell'autostrada A32 da parte degli attivisti NoTAV.158

Proprio nei giorni del blocco dell'autostrada Ricky concepisce il testo del recital Il morale della truppa. E' uno spettacolo originale, a partire dalla scelta del pubblico a cui intende rivolgersi, gli schieramenti delle forze dell'ordine. Lo scopo è di illustrare loro quelle che sono le ragioni della Valle di Susa e i motivi di una così forte resistenza al progetto TAV. Le  forze dell'ordine che sono state chiamate a intervenire in Valle di Susa, non conoscono a fondo il territorio, né le sue problematiche. Lo scopo di Ricky è di far nascere una sorta di consapevolezza, così come di alleggerire la lunga attesa di chi si trova “dall'altra parte” delle barricate.

Il testo de Il Morale della truppa è firmato da Ricky Avataneo. La fisarmonica di Daniele Barone159 lo accompagna nei diversi interventi “recitati”, che si alternano a brani della Polveriera Nobel e non. Fra questi Ricky ne ricorda uno in particolare che ha scelto di inserire nel finale del recital: Piangi con me dei The Rokes, il cui testo “sentimentale” bene si

 

     155  Intervista rilasciata da Ricky Avataneo il 21 Ottobre 2014 presso Bussoleno.

156  Proprio alla Maddalena, Ricky conosce i nuovi elementi della Polveriera Nobel: su richiesta  di Gigi Richetto, Ricky si reca al presidio per suonare e, non riuscendo a coinvolgere l'intero gruppo, si ritrova a improvvisare qualche brano con Emanuele e Matteo Rizzo. Cfr. n. 121

157   Il 27 Febbraio 2012 l’attivista Luca Abbà cade da un traliccio dell'alta tensione durante un'azione dimostrativa nei pressi della baita Clarea. cfr. n. 46

158  Il blocco è durato circa 36 ore ed è stato rimosso definitivamente il 29 Febbraio 2012. (Cfr. cap. 1.2).

159   Daniele Barone è l'unico membro della prima formazione a continuare insieme a Ricky e ai due fratelli Rizzo. Cfr. n. 121

adatta a raccontare i momenti degli scontri in Clarea, caratterizzati proprio da un ingente lancio di lacrimogeni.

 

«Se ti fanno un po' soffrire

perdonali perché non sanno cosa fanno. Io soffro come te.

Tu non li devi odiare, perdonali se puoi. Qualcuno deve amare e lo faremo noi.

 

Piangi con

me.

Piangi con me.

Domani forse cambierà vedrai. Piangi con me. [...]»

 

 Il Morale della truppa non è stato eseguito davanti il blocco autostradale che ha seguito l'incidente di Luca Abbà, né in altre situazioni similari, nonostante queste fossero le intenzioni originarie. Ricky e Daniele riescono tuttavia a rappresentare questo recital in tutto quattro volte, ad Asti a Casale Monferrato, a Collegno e a Vaie, tra Febbraio e Marzo 2013. Ricky ricorda l'effetto spiazzante de Il Morale della truppa sul pubblico di Vaie, principalmente composto da simpatizzanti e attivisti NoTAV, che durante il corso dello spettacolo si ritrova a vestire i panni delle forze dell’ordine.

Il Morale della truppa piace molto al presidente dell'ARCI Valle Susa, Gabriele Moroni, che inizialmente si propose di organizzare più momenti in cui rappresentarlo, ma tutto si ferma a quella Primavera.

Ricky vorrebbe dedicare nuovamente del tempo allo spettacolo, per definirne con precisione la parte scritta, e aggiungervi l'elemento visivo. Al momento non esiste pertanto una versione definitiva del testo e Il Morale della truppa è un progetto in continua evoluzione, che attinge direttamente  a fatti di cronaca rinnovandosi continuamente.

 

 3.2      Giulia Tripoti: la Battitura

 

 

Giulia Tripoti è una cantautrice romana160 che, pur trovandosi al di fuori delle dinamiche organizzative del Movimento e fuori dal territorio Val di Susa, contribuisce e partecipa attivamente alla causa del Movimento NoTAV. L'interesse di Giulia per la protesta contro l'Alta Velocità sorge da una motivazione fortemente personale. Suo nonno ha fatto il partigiano nell'astigiano e muore nel Marzo 2011. «Da quel momento in poi sono passata alla Resistenza di oggi, in Val di Susa».161 Pur conoscendo da tempo ciò che succede in Valle di Susa, Giulia Tripoti si avvicina al Movimento NoTAV nell'estate 2011, un momento carico di tensioni che si conclude con lo sgombero della Libera Repubblica della Maddalena, il 27 Giugno dello stesso anno. Giulia arriva in Valle di Susa pochi giorni prima la manifestazione nazionale del 3 Luglio e partecipa ad un'assemblea indetta a Bussoleno la sera stessa dello sgombero. «Mi stupii nel trovare, nonostante l'ora, circa duemila persone chiuse in un edificio. Per me era incredibile vedere gente di tutte le età partecipare attivamente ad un'assemblea così numerosa e dove le proposte venivano approvate per alzata di mano».162      Il

 

160    Giulia Tripoti nasce il 23 gennaio 1980. Comincia il suo percorso musicale nel 1997. Collabora con diverse formazioni musicali fra cui Terramaris, PANeROSE, Officine sud e Italia Migrante. I suoi esordi come cantate-compositrice sono anche legati al mondo del teatro: cito lo spettacolo “Il Naso” (2003) di Claudio Spadola. E' ospite speciale dei Modena City  Ramblers e degli Yo Yo Mundi. Giulia può vantare collaborazioni con artisti internazionali  come Tony Levin, Markus Reuter, Orhan Osman. Giulia ha fatto tappa più volte in Valle di  Susa in questi ultimi anni ed è molto apprezzata dai valsusini, che ancora ricordano i momenti delle sue esibizioni e i luoghi che ne creavano il contesto. Quello che ha colpito è l'energia, la grinta e l'ostinazione che dimostra e che riesce a trasmettere. Complici le sue evidenti doti canore. Si è esibita più volte al Cotonificio, un pub nella località di Bussoleno che riutilizza gli spazi di uno stabilimento tessile; ha partecipato al Critical Wine nel 2012; ma fondamentale la sua presenza al presidio di Chiomonte, durante il Campeggio NoTAV il 20 Agosto 2011. Giulia porta con sé da Roma musicisti, danzatori e amici interessati a vivere un'esperienza diretta con la Valle.

161  Dichiarazione rilasciata da Giulia a seguito di un intervista avvenuta il 17 Novembre 2014 per via telefonica.

 162  Geni Sardo, Un'esperienza NoTAV: intervista a Giulia Tripoti[Online], 13 Settembre 2011.Disponibile all'indirizzo: http://www.medea.noblogs.org/2011/09/13/unesperienza-notav- intervista-a-giulia-tripoti/. (Consulato il 25 Novembre 2014).

 

28 Giugno Giulia partecipa ad una fiaccolata a Susa, per poi prendere parte alla manifestazione nazionale, organizzata Domenica 3 Luglio a Chiomonte,163 assistendo all'assalto alle reti del cantiere e al lancio di lacrimogeni. «La manifestazione del 3 Luglio ha creato un solco dentro di me».164 Aggiunge che «per me vedere bambini, giovani, anziani fare quei sentieri in mezzo ai lacrimogeni; vedere questa gente che dedica molto tempo alla lotta; per me era una cosa pazzesca. Non avevo mai visto una cosa del genere». 165


Proprio sulle strade dell'Avanà, in direzione Maddalena Giulia, mescolata ai manifestanti, assiste alla Battitura. La Battitura è una forma di protesta che ha origine proprio in questa occasione. Consiste nel colpire ritmicamente gard-rails, reti, recinzioni con pietre, bastoni o con qualsiasi altro oggetto trovato casualmente lungo i sentieri. Mario Solara definisce la Battitura «una sorta di sveglia notturna, nei dintorni del cantiere. E' nata così. Casualmente, una sera».
166 Racconta inoltre che la Battitura viene praticata solitamente durante la notte, con lo scopo di “disturbare” chi si trova all'interno delle recinzioni e nei giorni successivi la manifestazione la Battitura viene fatta ogni notte. Il rumore di sferragliamento, caratteristico della Battitura, «trasmette un po' d'inquietudine, anche alla controparte. Allora ci abbiamo preso gusto».167 Qualche Battitura è anche respinta dall'intervento di idranti e dal lancio di lacrimogeni. Il fenomeno si riduce con il passare dei mesi e degli anni, ma la Battitura accompagna ancora manifestazioni e altri momenti di contestazione. «E' stata    fatta  tantissimo


    163 Cfr. cap. 1.2

    164 Cfr. n. 161

165  Ibidem.

166  Intervista rilasciata da Mario Solara il 15 Ottobre 2014 presso Bussoleno (TO). Cfr. n. 79. In realtà alcuni attivisti ricordano episodi di Battitura risalenti già al Gennaio 2010, durante le occupazioni degli svincoli autostradali presso l'autoporto di Susa (TO).

    167  Ibidem.

 

sui gard-rails della strada dell'Avanà […], tantissimo intorno al cantiere, tantissimo intorno le recinzioni delle carceri, dove sono rinchiusi i  compagni NoTAV».168


Giulia Tripoti si ispira alla Battitura per la composizione di un brano, dedicato alla Val di Susa e alla lotta del Movimento NoTAV. Il brano si intitola Questa valle che resiste ed è contenuto nel suo primo album da solista Arrovesciata: 13 Canzoni tra Lotta e Amore, disco che coniuga le radici culturali e musicali mediterranee di Giulia con l'impegno civile.
169 Questa valle che resiste inizia proprio con una Battitura, che costituisce le fondamenta di tutto il brano. «Cercavo un ritmo che potesse entrare in testa come la Battitura. Una cosa pazzesca. Risuonava in tutta la Valle».170 Ha registrato la Battitura facendola suonare ad un gruppo di amici a Roma, distribuendo giocattoli sonori e altri oggetti utili a ricreare quei suoni. «Ho allestito il mio studio portatile e li ho registrati».171 Nella canzone, rigorosamente a tempo di Battitura, si inserisce lo slogan «NoTAV!», dapprima sussurrato, poi più sostenuto nei ritornelli, e seguito dall'irrinunciabile coro «A Sarà düra!». I primi cori che si possono sentire sono stati registrati in Valle di Susa, in occasione di una manifestazione. Gli altri interventi sono stati registrati in studio. «Ho invitato un po' di amici in studio e li ho fatti gridare per un'oretta».172 Il testo, che si alterna ai cori dei manifestanti, intende denunciare l'inutilità, l'assurdità dell'Alta Velocità e condanna la violenza che ha seguito la protesta della popolazione locale.

    168  Ibidem.

169  Album pubblicato da Terre Sommerse nel 2013. C'è qualche nome d'eccezione: Tony Levin (bassista dei King Crimson e di Peter Gabriel), Markus Reuter (chitarrista nello Stick Man Trio), Orshan Osman (bouzoki), Francesco Fry Moneti (violinista dei Modena City Ramblers). Fra i brani qui contenuti ricordiamo: Acqua controcorrente, un brano scritto a sostegno del referendum del 2011 contro la privatizzazione dell'acqua; Ninna a Gaza è dedicato ai bambini morti nelle guerre del Medio Oriente; La Torre di Valerio onora la memoria dell'attivista  Valerio Verbano, ucciso a Roma da un gruppo di fascisti nel 1980.

   170 Cfr. n. 161

   171  Ibidem.

   172  Ibidem.

 

 

 

 

«Questa valle che resiste da vent’anni ormai, questa valle è un fiume in piena e non si arresterà.

 

Questa valle è questa piazza, è questi fuochi,

è questi passi, è queste voci, è questa resistenza culturale. ‘A Sarà düra!

 

Ce lo spacciano per progresso a tutta velocità, riempie tasche di mazzette, doni ed escort di qualità, a noi lasciano l’amianto e le falde avvelenate,

i ritardi alle stazioni e la terra devastata. No TAV! ‘A Sarà düra!

 

E’ un progetto senza basi, una copertura a vista di traffici elitari tra partiti ed impresari,

attraverso media e stampa impapocchiano i più pigri, chi preferisce falsa calma a disarmanti verità.

No TAV! ‘A Sarà düra!

 

Dietro caschi e manganelli, lacrimogeni e torture, dietro falsi depistaggi ci sono svastiche e P2, questi sprechi e questi vizi di una società in crisi graveranno sulle spalle di un’Italia ormai malata. No TAV! ‘A Sarà düra!

 

Ci chiamano “i terroristi”, facinorosi e sfaccendati, poi ci pestano di botte e ci avvelenano coi gas, donne, vecchi e bambini, partigiani

combattenti di una nuova resistenza sempre pronta ad urlare.

No TAV! ‘A Sarà düra!»

 

 

E' un brano diretto ed essenziale. L'arrangiamento vuole mantenere  in primo piano il ruolo che la Battitura ha avuto nella concezione del brano. Per cui il ritmo è pesante e cadenzato, con lo scopo di richiamare attraverso la musica l'immagine di un corteo in movimento. Particolare è la scelta dei suoni, i quali influiscono sulla connotazione e l'intenzione del brano. E' un brano che Giulia scrive di “getto”, non appena tornata a Roma. Le sensazioni e le emozioni provate in quei giorni di luglio sono ancora molto nitide e lo condivide subito con la Valle di Susa, inviandolo tramite mail   ai

 

 

comitati. Da questo momento il rapporto con la Valle di Susa è cresciuto in modo costante. «Mi sono sentita come a casa, è nato un rapporto d'amore con la Valle che resiste».173

L'album contiene anche due canti partigiani da lei re-interpretati: Fischia il vento174 e I ribelli della montagna, musiche che si possono facilmente associare alla protesta NoTAV della Valle di Susa, al suo territorio e alla sua Storia di Resistenza. «E' un disco di Resistenza passata e presente. Quando parlo di Resistenza presente, per me al primo posto c'è la lotta NoTAV».175

 

 3.2.1   Giulia Tripoti: voce e giocattoli

 

 

Giulia Tripoti ha un approccio molto originale nei confronti del suo pubblico, lo vuole intrattenere coinvolgendolo nelle esecuzione dei suoi brani. Per fare ciò, Giulia orchestra i propri brani per voce e giocattoli. Durante i concerti, non appena se ne presenta l'occasione, distribuisce al pubblico una cesta di giocattoli da lei stessa costruiti con materiali di recupero. Si tratta di strumenti di carattere essenzialmente percussivo: barattoli riciclati e riempiti con cereali tostati, piuttosto che bastoni o bastoncini recuperati casualmente. Sono gli strumenti più immediati e i più resistenti. Bisogna infatti considerare l'eventualità che questi oggetti si rompano. «Quando la gente prende i miei giocattoli ritorna bambina».176 Voce e giocattoli è proprio l'espressione che Giulia ha coniato per  descrivere   i   propri   arrangiamenti,   dando   a   questa   definizione anche

 

     173 Cfr. n. 161

     174 Con la collaborazione di Francesco Moneti e Daniele Contardo. 175 Cfr. n. 161

176  Dichiarazione rilasciata da Giulia a seguito di un intervista avvenuta il 17 Novembre 2014 per via telefonica.

 

 un'ulteriore significato. Giulia compone i propri brani da sé, per poi presentarli “in toto” al gruppo. Suona e registra tutti gli strumenti a casa sua. «Però io non sono chitarrista, non sono batterista, quindi per me tutti  gli altri strumenti oltre la voce sono giocattoli».177

Giulia coinvolge il suo pubblico facendolo partecipare anche all'esecuzione della Battitura. Tendenzialmente, questo momento è preceduto da una spiegazione del ruolo e delle circostanze proprie della Battitura e da una dedica. Significative le parole utilizzate per descrivere la Battitura in occasione di una sua breve esibizione il 26 agosto 2011 al  teatro Valle di Roma occupato:

 

«Tra le varie forme di opposizione a questi lavori ce n'è una che ci ha colpito particolarmente. Senza che ci sia un previo accordo, ogni giorno gli abitanti della Valle si recano attorno al fortino dove le forze dell'ordine salvaguardano la tranquillità delle grandi industrie. E di fronte proprio alla caserma dove vivono i militari, fanno una forma di protesta […] che loro chiamano Battitura. Un ritmo non dettato, non preordinato, ma che immediatamente si trasmette di corpo in corpo,  di volontà in volontà. Si va contro le grate di quello che chiamano lo “zoo”, le grate che difendono il sonno dei soldati e si batte contro le grate ogni sera, per comunicare che quella è un'occupazione militare  e quindi ingiusta»178

 

Dopo queste parole, Giulia comincia a “battere” su di un timpano posizionato vicino al microfono. Il pubblico si unisce subito alla Battitura, chi con le proprie mani, chi con i giocattoli da lei offerti.

La dimensione pubblica e collettiva della musica, così come il ruolo della produzione di canti, riti, simboli intorno ad una lotta come quella del Movimento  NoTAV,   sono  fondamentali  per  Giulia  in  quanto    elementi

     177  Ibidem.

178  Dalla Valle che resiste al teatro Valle occupato-Foto e Video. In: il blog di Giulia Tripoti [Online], 27 Agosto 2011. Disponibile all'indirizzo: https://giuliatripoti.wordpress.com/2011/08/27/dalla-valle-che-resiste-al-teatro-valle-occupato-

 

capaci di creare una forte identità comune. Infatti Giulia, al di là del suo interesse alla protesta contro l’Alta Velocità, si impegna nei confronti di  altri fenomeni di protesta popolare, partecipando ad eventi in tutta Italia come musicista e come manifestante. Si dedica ad esempio al referendum sull'acqua pubblica, alla discussione sul nucleare, all'opposizione siciliana  al MUOS. «La musica mette d'accordo tutti. Ha un effetto immediato sulla gente».