Le poesie cantate di Jagjit Rai Mehta

 

La prima volta che abbiamo ascoltato “Vengo da lontano” di Jagjit Rai Metha, è stato alla festa della Lega di Cultura di Piadena a Pontirolo di Drizzona (Cr), a casa della famiglia Azzali. La festa è un appuntamento speciale dove da tanti anni, l’ultima domenica di marzo, si rinnova la magia dell’ospitalità, della convivialità, dello star bene assieme di molta gente, di nazionalità diverse, unite dalla passione per il canto sociale e la musica popolare, accomunati soprattutto dalla condivisione di valori come l’integrazione, l’accoglienza, l’economia sostenibile, il lavoro e tante altre idealità correlate. La Lega di Cultura è conosciuta dal 1967, grazie al pensiero di Gianni Bosio, come esperienza di ricerca di base che ha formato, nel tempo, giovani di molte generazioni. Tra loro, la Lega festeggia proprio quest’anno il 50° dalla fondazione, Gianfranco “Micio” Azzali e Giuseppe Morandi che hanno focalizzato la loro attività e il loro impegno sulle categorie di lavoratori maggiormente “sfruttate” i paisan e gli operai. È in questo contesto che abbiamo conosciuto Jagjit Rai, indiano del Punjab che vive e lavora come bracciante di stalla in una cascina vicino Piadena (provincia di Cremona) e ascoltato le sue composizioni. Abbiamo voluto documentarlo con immagini, registrazioni e filmati in quanto rappresenta un particolare esempio di creatività e di volontà di integrazione, infatti da diversi anni è cittadino italiano.

L’entrare in contatto con Jagjit e conoscere la sua esperienza è stato molto spontaneo, dato che è una persona comunicativa e disponibile e si è da subito stabilito un rapporto amichevole e vivace.

Per noi era interessante conoscere le modalità e le motivazioni che lo hanno spinto a creare questi componimenti e approfondire come questa sua espressività si possa ricondurre a una sua esperienza pregressa nel paese di origine o a una contaminazione con il luogo dove lavora e vive con la famiglia ormai da molti anni. L’idea di cantare deriva anche dal fatto che attorno alla Lega di Cultura si sono formate a partire dagli anni ‘60 alcune delle esperienze più importanti del canto popolare in Italia, e che alla festa della Lega partecipano musicisti e cori da tutta l’Italia, e da altre parti d’Europa. Inoltre Jagjit ci ha parlato di suo padre che nella città natale di Ram Pur, in India, nella regione del Punjab, ricopre tuttora la carica religiosa di santone, compone versi, che recita durante le funzioni, e che lui da bambino lo aiutava scrivendo in bella calligrafia testi per cerimonie, matrimoni e altre ricorrenze legate alla comunità. 

Jagjit scrive le sue composizioni, in italiano, su tutto quello che gli capita: fogli, retro di volantini, confezioni in cartoncino di medicine, buste. Proprio come facevano i cantastorie che annotavano idee e appunti su foglietti, ritagli di carta e margini delle pagine dei quotidiani.

Una analogia di modalità che ci ha spinto a cercare di capire se le sue canzoni, o meglio componimenti cantati su una specie di monodia affine a quella del padre, possano essere riconducibili al mondo dei cantastorie del nostro Paese.  

Se volessimo accostare il personaggio Jagjit  allo stereotipo del cantastorie tradizional/popolare, questo ci porterebbe a scartare l’ipotesi.

Fermandosi alla visione del cantastorie classico troveremmo poche analogie con il nostro personaggio, ma il modello stereotipato con chitarra e cartellone, affermatosi nel tempo, oggi non corrisponde più alla funzione e alla pratica del cantastorie contemporaneo.

Ad esempio se nel passato il suo ruolo è stato quello di divulgatore, di portatore di notizie e novità, capace di far circolare informazioni, oggi questa funzione si è modificata proprio per l’eccesso di notizie dentro cui siamo immersi tutti i giorni.                       

Nella società globalizzata attuale il suo compito e quindi la sua attività è più riconducibile a quella del commentatore.  Il cantastorie di oggi è l’interprete della realtà che induce chi lo ascolta a riflettere sui fatti in un continuo scambio/confronto con ciò che la gente pensa.                                             Vera e propria figura che riassume e si pone come “filtro” della realtà, del mondo che lo circonda, e ne elabora i contenuti, trasformandoli in modo del tutto personale in ballate o canzoni. Ovviamente, alla base di tutto c’è una predisposizione individuale o meglio una propensione verso la poesia che ogni cantastorie sviluppa in modo autonomo e personalissimo.                                 I versi in rima di Jagjit possono quindi rientrare nel variegato e composito mondo dei cantastorie. Nel 2015 Jagjit ha partecipato, a pieno titolo, al Concorso “Giovanna Daffini” per testi inediti da cantastorie che da vent’anni si tiene a Villa Saviola di Motteggiana (Mn). La giuria ha conferito il “Premio della Critica” al suo componimento “Vengo da lontano” con la motivazione:  Per un originale impegno artistico che abbina musiche della sua tradizione culturale a testi nella lingua della sua nuova terra. Anche nel 2016 la sua partecipazione non è passata inosservata conseguendo il “Premio della Giuria” nella 20ma edizione del Concorso con la ballata dal titolo “Anime in trappola”: per “melismi di altre terre che narrano il dramma degli emigrati”.

Circoscrivendo questa breve riflessione sulle poesie cantate di Jagjit Rai Mehta, possiamo affermare che ogni cantastorie ha una sua vocazione artistica, un proprio percorso espressivo individuale che necessariamente deve coniugarsi con la stretta attualità. E la verifica dell’appartenenza a questo mondo sta proprio nel “gradimento” del pubblico.

                                           Tiziana Oppizzi e Claudio Piccoli

                                                         Il Cantastorie on-line

 

   

foto di Giuseppe Morandi dal libro Vecchi e nuovi volti della Bassa Padana ed. Mazzotta

 

BIOGRAFIA JAGJIT RAI MEHTA

 

Jagjit Rai Mehta è nato il 5 gennaio1963 a Ram Pur, in India nella regione del   Punjab.  Parla il punjabi, che è la lingua materna, e l’hindi, la lingua veicolare per tutta l’India. Suo padre è un santone della comunità, celebra cerimonie sacre, matrimoni e canta inni religiosi. La sua famiglia è composta dai genitori e da otto   fratelli, quattro maschi e quattro femmine. Fin da piccolo ha iniziato a coltivare la terra per aiutare e integrare il magro bilancio familiare. Ha frequentato fino alle scuole superiori con buoni risultati. A 18 anni, tramite un mediatore, decide di emigrare in Italia.  Dal 1982 all’ 89 ha lavorato come inserviente presso il Circo Orfei, facendo un po’ la vita nomade. Il lavoro presso il circo si rivela piuttosto duro e con paga molto bassa e incerta: sette anni di vita molto sobria per poter risparmiare e mandare denaro alla famiglia. Negli anni ’90 ha deciso di cambiare. A Modena ha trovato un lavoro prima come lavapiatti, poi come cuoco, di cui aveva una certa predisposizione, ottenendo anche un discreto successo. Intanto la famiglia a Ram Pur ha potuto sostenersi grazie a lui e agli altri fratelli, tutti emigrati in varie parti del mondo. Sposate tutte le quattro sorelle, è arrivato il suo momento, anche perché aveva finalmente trovato lavoro stabile a Cremona, dove suo fratello lavorava come bergamino. Come è frequente in India, nel 1995 si è sposato con una ragazza di Ram Pur  che ha conosciuto prima in fotografia, poi di persona durante i festeggiamenti per il matrimonio della sorella. Pushpa è una bella ragazza mora, alta e slanciata che subito è piaciuta a Jagjit e dopo pochi giorni si sono uniti in matrimonio, Jagjit è poi rientrato in Italia, mentre, per problemi burocratici, Pushpa ha potuto raggiungerlo dopo un anno.  Jagjit ha continuato il suo lavoro come bergamino in una frazione di Piadena (CR): lavoro duro, con turni pesanti, ma a cui si è sempre dedicato con grande passione. Dal matrimonio sono nati due figli Puja-Simona e Hani-William.

La sua nuova famiglia si è integrata molto bene nella comunità di Piadena dove risiedono, lavorano e dove i due figli studiano con profitto. Piadena è anche sede della Lega di Cultura fondata negli anni ’60 da Gianni Bosio.  Jagjit è entrato in contatto con le numerose iniziative di tipo socio culturale, partecipando alle attività pubbliche della Lega e in particolare alla grande Festa di fine marzo, dove propone i suoi componimenti, un po’ cantati e un po’ recitati.  Ha iniziato da alcuni anni a scrivere, cosa che fin da piccolo aveva appreso in India dal padre di cui ricopiava in bella calligrafia i canti che improvvisava per le cerimonie.                                                  I temi trattati nelle canzoni di Jagjit hanno carattere vario, tutto ciò che colpisce in qualche modo la sua sensibilità: dall’ambientalismo all’immigrazione, dall’osservazione della natura alle varie emozioni che suscita la vita. Alcuni titoli dei suoi componimenti: Vengo da lontano, Stop Trivelle, Anime in trappola, Benvenuti a Festa di Pontirolo, Nessuno mi ha detto spegni la luna, La neve di maggio, Nonna moderna e molti altri, circa una trentina, cifra sempre in aumento poiché ogni occasione è buona per accrescere il numero delle sue poesie cantate a cui si dedica con passione.

Nel 2015 e 2016 Jagjit ha partecipato al Concorso nazionale per testi inediti da cantastorie ”Giovanna Daffini” che si svolge da oltre vent’anni a Villa Saviola di Motteggiana (MN) vincendo il premio della Critica con Vengo da lontano ( 2015) e quello della Giuria con “Anime in trappola”(2016).

Note biografiche tratte dal libro I mestieri del Po a cura di Osvaldo Galli e Giovanni Giovannetti-  edizioni Effigie, Milano- 2006

 

 

 


Jagjit Rai Mehta con seduti  Gianfranco "Micio" Azzali  e Giuseppe Morandi. In piedi Roberto "Peto" Seniga e  Leardo "Leo" Taraschi a  Villa Saviola di Motteggiana giugno 2016 premiazione concorso "Giovanna Daffini" 

I VIDEO sono stati realizzati in diverse occasioni: durante la Festa della Lega di Cultura a Pontirolo, a Mantova e Villa Saviola di Motteggiana, a Acquanegra sul Chiese e a casa di Gianfranco "Micio" Azzali negli anni dal 2013 al 2016

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Benvenuti Festa di Pontirolo
01 FESTA PONTIROLO 2013.avi
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Benvenuti Festa di Marzo e Quello che vedo vado a cantare
03 FESTA PONTIROLO 2014.avi
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Vendo da lontano e Arrivato il treno
05 MANTOVA 2015 CONCORSO G. DAFFINI.avi
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Sei aironi cenerini e Bella indiana
07 PONTIROLO 2016.avi
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Vivo in campagna
02 ACQUANEGRA 2013.avi
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Arrivata la bella e l'emigrato vola
04 FESTA PONTIROLO 2015.avi
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Neve di maggio
06 JAGJIT PONTIROLO 2015 NEVE DI MAGGIO.
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Anime in trappola
08 VILLA SAVIOLA DI MOTTEGGIANA 2016.avi
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