Bruno Marcacci a Santarcangelo di Romagna 11 novembre 1989

 

 

Primiero, 18/8/2019

 

 

 

Il 3 agosto 2002 visito Bruno Marcacci.

 

Giungo a Porretta alle 18. Lo incontro presso le terme. Ci va per stare in compagnia. Vedo molti anziani. Pare un sessantenne, ma ha 79 anni. Guida una Lancia bianca. Andiamo a casa sua, a Ponte della Venturina. In via Kennedy 6. E’ ospitale. Cucina pure per me. Ravioli, mele cotte, vino. Gli regalo l’audiocassetta Belimat sigle. Mi dona la sua prima audiocassetta. Ha dei bracchi da tartufo. Ha fatto leggere le mie poesie ai vicini, a una maestra. Dice che Piazza1 era avaro ed egocentrico. Che Trincale2 e De Antiquis3 erano egocentrici. Mi ha consigliato di non spremermi troppo il cervello. Il giorno seguente va a funghi. Vuole che mi germi una settimana. Dice che gli studiosi non lo visitano. Che Vezzani4 l’ha intervistato solo una volta. Ha pagato 20 milioni per incidere le sue 11 audiocassette. Ha lavorato a Torino, come tornitore, fresatore di caldaie. Percepisce la pensione minima. Suona due motivi, con la fisarmonica che pare di pietra grigia. Lo tratto come un papà. Mi tratta come un figlio. Secondo me ha bisogno di amici. Sua madre viveva con suo fratello. Se n’è andata ad 88 anni. Si è battuto per l’ecologia e l’onestà. Si sente deluso. Il pubblico non ascoltava le sue canzoni di protesta. Udiva quelle umoristiche. In giardino ha realizzato dei mosaici. Ha costruito un forno. Parliamo dei cinesi, della pena di morte (è a favore; io sono contrario), di Stalin, degli statunitensi. Lui e i suoi fratelli (due) furono partigiani. Bologna fu bombardata. 9000 vittime. Ha ricevuto un ringraziamento dal giudice Caselli. Parliamo di Borsellino, Falcone, della p2. Un cassetto è pieno di audiocassette. Ne ha di Trincale. Parliamo di Almirante, Bossi, Haider, Zangheri,Imbeni, Dozza. Vuole offrirmi formaggio, anguria, coniglio. Torniamo a Porretta. C’è molta gente. Parliamo con un’anziana. Parliamo di Guccini, Borghi5. Al pubblico piacciono le canzoni d’amore. Ci lasciamo il 4 agosto, all’una e venti.

 

Dopo ogni viaggio, scrivo delle note. Leggendo Il Cantastorie ho saputo che se n’è andato il 5 agosto 2003. L’ho visitato per amicizia, per umanità.

 

Prima di quell’incontro ci siamo spediti i nostri testi.

 

 

 

NOTE

 

1 Marino Piazza, cantastorie bolognese

 

2 Franco Trincale cantastorie siciliano

 

3  Lorenzo De Antiquis cantastorie romagnolo fondatore A.I.CA. Ass. Ital.Cantastorie   

 

4 Giorgio Vezzani fondatore e direttore de Il Cantastorie

 

5 Gian Paolo Borghi Vice presidente A.I.CA.

 

Primiero 6/8/2019

 

 

 

I cantastorie posano i loro strumenti

 

una fisarmonica pare di pietra

 

l’altra rossa

 

un violino magro

 

uno abbassa la visiera del berretto

 

il sole acceca

 

decolla una melodia

 

laggiù nell’Arizona…

 

la piazzetta, ai piedi della chiesa…

 

giungono gli uditori

 

la musica, calamita

 

il violinista, magro come il suo violino…

 

o violino tzigano…

 

i cantastorie sono stanchi

 

la fontana o il fiasco di vino

 

gli strumenti sudano

 

la fontana è generosa

 

il fiasco è vuoto

 

e questa è la canzon…

 

un fisarmonicista tocca il cilindro

 

conosce quello di Giovanni?

 

Conosce quello di Eduardo?

 

Il capo del violinista pare una boccia

 

La fisarmonica grigia, è quella di Bruno?

 

La piazzetta è gremita

 

 

 

NICOLA CASER