PARTE II

 

LA MUSICA E IL CANTO NEL CORTEO

 

                                       Capitolo 4

 

Il corteo: rendere visibile e udibile la protesta

 

 

«Quelli che uniscono generazioni non possono essere fermati.

Quelli che si spostano per il mondo e spostano il mondo camminando non possono essere vinti».180

 

 

 

La protesta contro l'Alta Velocità inizia nel 1991, in occasione del primo convegno dedicato alla TAV organizzato privatamente a Susa presso Villa San Pietro.181 Alcuni abitanti della Val di Susa vengono a conoscenza causalmente di questo convegno. Queste persone, capitanate da Nicoletta Dosio182  storica attivista NoTAV, si appostano davanti l'ingresso di villa San

 

180  Alcune parole dello scrittore Erri de Luca ispirate dalla protesta NoTAV e pronunciate durante uno dei tanti incontri culturali organizzati in Valle di Susa dal Movimento NoTAV.

181   Erano presenti esponenti di Confindustria, della Fiat, delle ferrovie, il presidente di regione, Brizio e fra gli spettatori qualche Sindaco della Val di Susa.

182   Nicoletta Dosio è attivista e volto storico del Movimento NoTAV. Dal 1973 al 2006 è insegnante di materie umanistiche nel Liceo scientifico di Bussoleno (TO), che ha contribuito a fondare. Nicoletta è segretaria del Partito di Rifondazione Comunista di Bussoleno e protagonista di numerose proteste del territorio piemontese. Lotta contro il nucleare e la privatizzazione dell'acqua. Prima di dedicarsi alla protesta contro l'Alta Velocità, si impegna nella lotta contro l'autostrada e l'eletrodotto. Nel 2014 si candida con la lista Tzipras slle Europee.

Pietro con uno striscione che è diventato storico. Rosso, con su scritto «Giù le mani dalla Val di Susa». Nasce in questo momento la protesta NoTAV e, in breve tempo, cresce in modo esponenziale183 grazie alle tante iniziative, alle assemblee e alla contro-informazione che il Movimento NoTAV pone alla base dell'opposizione contro l'Alta Velocità; nascono Comitati184 sparsi su tutto il territorio della Val di Susa e presìdi permanenti, che permettono un reale coinvolgimento della popolazione locale.                                                                       Tra le varie forme di protesta, vi sono manifestazioni, fiaccolate, camminate e biciclettate, così come gemellaggi che legano la Val di Susa ad altre realtà di protesta italiane, e che si rivelano strumenti utili a far conoscere la protesta NoTAV al di fuori dei confini della Valle di Susa. Gli attivisti NoTAV instaurano sin dai primi momenti un tentativo di dialogo con la Comunità Montana Bassa Valle, con i comuni e le organizzazioni ambientaliste, tuttavia, come racconta Nicoletta Dosio «meno facile era coinvolgere le persone, per un semplice fatto: non pensavano più di poter vincere, nonostante la vittoria sulla questione dell'elettrodotto».185 Il lavoro di contro-informazione e di coinvolgimento della popolazione locale svolto sul territorio, permette però di passare da poche migliaia di persone coinvolte a numeri più consistenti, e le manifestazioni NoTAV   cominciano                      

183  Significativo inoltre il ruolo delle due precedenti proteste che nascono in Val di Susa, contro l'autostrada A32 e contro il mega-elettrodotto. Queste costituiscono il primo banco di prova per il territorio e per la popolazione della Valle di Susa (Cfr. n. 13, 14).

184  Il primo ad essere fondato nel 2000 è il Comitato di lotta popolare contro il TAV di Bussoleno, a cui si deve la bandiera, simbolo della protesta NoTAV. Nicoletta Dosio, a proposito del ruolo  e della funzione dei Comitati, dice «un Comitato voleva anche dire una presa di coscienza autonoma che la lotta va condotta, va recuperata dal basso a partire dalla persona, dall'individuo che si mette in discussione e decide di aggregarsi ad altri, in una dimensione sociale che va al di là del momento istituzionale». Fonte: Csoa Askatasuna e Comitato di lotta popolare (a cura di), NoTAV. Fermarlo è possibile [Online], 2006. Disponibile all'indirizzo: http://www.notav.info/post/no-tav-fermarlo-e-possibile-video. (Consultato il 16 Dicembre 2014)

così a fare notizia.186                                                                                                      La partecipazione ai cortei è trasversale. Studenti di tutte le età, insegnanti e professori, pensionati e partigiani, sindaci, medici, parroci, operai e famiglie intere popolano le manifestazioni. Le criticità sotto il profilo ambientale, emerse dall'analisi del progetto dell'Alta Velocità, spingono migliaia di persone legate al mondo rurale e montano a partecipare attivamente alla protesta contro l'Alta Velocità. Sin dai primi anni della protesta contro l'Alta Velocità, le manifestazioni si arricchiscono così di elementi caratteristici legati alla montagna ed al mondo contadino. Trattori, asini, muli, strumenti agricoli fanno ormai parte dei simboli di questa protesta. A questi aspetti “folkloristici” si aggiungono bandiere, striscioni di ogni tipo,187 cartelli, caricature e pupazzi; spuntano  “pellirossa”, babbi natale e befane; sotto le feste si distribuiscono panettoni, bicchieri di spumante e, per combattere il freddo, vin brulè; il tutto accompagnato da bande musicali, gruppi e singoli musicisti che contribuiscono ad animare i cortei.

Al di là dei cortei tradizionali, il Movimento NoTAV propone iniziative più particolari e ambiziose, come la pedalata Torino-Lione organizzata dal Comitato Atleti Valsusini NoTAV nel 2006 o il Cartun d'le Ribeliun,188  una marcia Venaus-Roma a “velocità d'uomo”, svoltasi dal 1Luglio al 16 Agosto 2006

 

186  La prima manifestazione risale al 2 Marzo 1996, presso Sant' Ambrogio di Susa (TO), a cui partecipano 5000 persone. Il primo vero banco di prova dei Comitati è rappresentato dalla manifestazione del 29 Gennaio 2001, in cui 8000 attivisti, provenienti dalla Val di Susa, si riuniscono in Piazza Castello a Torino, in occasione del vertice intergovernativo italo-francese. Di lì a pochi anni si passa ad un coinvolgimento più radicale, che sconfina anche dalla Val di Susa. Ad esempio già nel 2003, in occasione di una marcia da Borgone(TO) a Bussoleno (TO), partecipano 20.000 persone. Nel 2005 i numeri crescono ancora: il 5 Novembre in 15.000 partecipano ad una fiaccolata per le vie di Susa e il 16 Novembre 80.000 attivisti marciano da Bussoleno a Susa.

187  Il 4 Giugno 2006 si organizza al presidio di Venaus (TO) un'esposizione, intitolata Striscione d'artista.

188  Il Cartun d'le ribeliun attraversa l'Italia lungo il percorso del Corridoio 5 per arrivare a Roma, dove una delegazione viene ricevuta dalla Presidenza della Camera e poi da quella del  Senato. Si parte da Venaus con un carretto trainato da una bicilcetta utile a raccolgiere documentazioni e materiale di tutte le realtà di protesta incontrate nel corso del tragitto. La spedizione incontra a Genova il comitato contro il Terzo Valico, in Toscana la protesta contro il rigassificatore, a Civitavecchia i NoCoke. Si aggiungono esponenti del NoMose e del NoPonte.

 

Altro esempio significativo è quello della prima edizione di Due ruote di Resistenza, una sorta di “gemellaggio a pedali” che parte da Venaus il 24 Aprile 2008 e raggiunge il Mugello il 1 Maggio, per poi proseguire fino alla Sicilia. Fra i partecipanti vi è Daniele Contardo,189 “suonicista randagio”, che proprio grazie al contatto con la Valle di Susa e con la protesta NoTAV, si appassiona alla bicicletta. «Io non ho mai fatto viaggi lunghi e avevo una mountain-bike che era un catorcio. Loro mi hanno  messo a posto la bici e mi hanno insegnato a reggere le salite».190 La bicicletta diventa il suo principale mezzo di trasporto, oltre che un modo per riscoprire i paesaggi e le radici culturali di un paese. «Il fatto di presentarsi con la bicicletta è già uno statement di per sé, […] è una cosa che dà un certo significato anche se canto, o magari suono qualcosa di molto neutro, però il fatto di scegliere un modo di spostarsi significa già portare un messaggio, […] efficace altrettanto che urlare chissà che slogan in musica».191 In occasione della prima edizione di Due ruote di Resistenza, Daniele sceglie di portare con sé un unico strumento d'accompagnamento, l'organetto diatonico a 12 bassi, “ambasciatore musicale” di questo viaggio.

 

189    Daniele Contardo, o “Contador” (in occitano “cantastorie”) è musicista polistrumentista torinese e attore. Si considera un “suonicista randagio”, o meglio un “giullare” del XXI secolo. Da giovanissimo si appassiona alla musica, e segue il padre Franco attivo nei Cantambanchi, gruppo musicale storico del folk revival degli anni '70. Dopo le prime esperienze come musicista di strada, Daniele fonda gli Abesibè, progetto che fonde teatro, musica e Commedia dell'Arte. La compagnia di musicisti e teatranti si sposta con un carro di Tespi, costruito sula base di attenti studi sui teatri mobili dei comici dell'arte, trainato da due cavalle. Nel 2003 Daniele Contardo entra a far parte dei Modena City Ramblers, che lascia nel 2005. Daniele si dedica a diversi progetti musicali, fra cui una collaborazione con il cantautore londinese Jason McNiff, e porta in giro diversi spettacoli spostandosi in bicicletta, tra cui Due Ruote di Resistenza che ripropone ogni anno con mete e percorsi diversi.

 

190  Intervista rilasciata da Daniele Contardo il 21 Ottobre 2014 presso Torino.

 

191  Musicista randagio (by citTV). In: Abesipage. Dani's official website [Online]. Disponibile all'indirizzo:       http://www.abesibe.it/index.php/it/video/41-dani/288-musicista-randagio-by-cittv.

 

Daniele si appassiona a questo strumento popolare, leggero e versatile e col tempo trova modi diversi di trasportarlo. «Alle manifestazioni ormai non mi presento più disarmato. La presenza dell'organetto è qualcosa che disarma, ammoscia i manganelli».192 Il viaggio di Due Ruote di Resistenza prevede  di pedalare durante il giorno e di esibirsi la sera. L'ossatura del viaggio è costituita da concerti organizzati preventivamente, ma anche da balli in piazza e da collaborazioni del tutto spontanee con i musicisti dei paesi che  si attraversano. I sei “cicloattivisti” valsusini, accompagnati dall'organetto di Daniele, propongono i loro canti di montagna, i canti partigiani e anche tutti quei canti nati intorno alla protesta NoTAV.193 Mariano Goitre,194 attivista NoTAV e membro del coro spontaneo Canta che non passa,195 ricorda l'arrivo della carovana il 1° Maggio a Pioppe (BO), dove, in occasione della Festa dei ribelli dell'appenino, si improvvisa un concerto nell'atrio di una stazione locale. Mariano ricorda che Sarà düra!, canzone di Beppe Fiale, considerata un inno della protesta contro l'Alta Velocità,196 «ha spopolato. Io e Ezio siamo andati sul palco insieme a Daniele a cantarla e in tanti la conoscevano già».197

Gigi Richetto,198 ex professore di Storia e Filosofia e  attivista  NoTAV da sempre, sottolinea l'importanza della presenza di nuclei musicali durante le manifestazioni. «Lo abbiamo capito dopo aver partecipato alla marcia per la Pace Perugia-Assisi, in cui c'era tanta gente, ma non musica. Sembrava un corteo funebre, ognuno andava per conto suo. Non c'era lo spirito  che  è  proprio  dei  nostri  cortei.  I  nostri  cortei  sono  feste».199 

 

192 Cfr. n.190.

193 Cfr. cap. 2.5, 2.6

194 Cfr. n. 50

195 Cfr. cap. 2 pp. 25, 27

196 Cfr. cap.2. pp. 37, 39.

197 Intervista rilasciata da Mariano Goitre il 17 Novembre 2014 presso Bussoleno. 198 Cfr. n. 125

199 Intervista rilasciata da Gigi Richetto il 7 novembre 2014 presso Bussoleno

La musica segue e arricchisce le manifestazioni NoTAV, anche quando queste  si svolgono fuori dai confini della Valle di Susa. È il caso della marcia NoPonte-NoTAV di Messina, a cui si legano le origini del coro spontaneo Canta che non passa;200 Marco Gillo, musicista e attivista NoTAV, accompagna i manifestanti con la sua tromba a Roma,201 Chambéry202 e a Strasburgo;203 le bande paesane valsusine partecipano ai cortei già dalle prime manifestazioni e nel 2007 si forma anche una Banda NoTAV.204

La “musica in cammino” si dimostra molto presto uno strumento “strategico”, in grado di trasmettere forza e tranquillità, di disarmare e stupire. Già in occasione della prima manifestazione NoTAV, il 2 Marzo 1996, le bande fanno parte del corteo. Da qui la presenza della musica durante le manifestazioni è costante e alle bande si aggiungono percussioni, musicisti singoli o raccolti in piccoli gruppi. Allo stesso tempo la musica unisce e cementa le amicizie nate durante i gemellaggi promossi dal Movimento NoTAV. Alla fine di questi viaggi ci si scambiano bandiere, magliette e canzoni. Gigi Richetto205 parla di una riscoperta dell'identità valsusina, «che è un'identità inclusiva. Lo “stile Val Susa” è questo. Siamo anche riusciti a parlare al Paese e non solo».206

 

200 Cfr. n. 195

201  Manifestazione del 14 Ottobre 2006.

202    Il 7 Gennaio 2006 si svolge a Chambéry una manifestazione NoTAV. Una formazione bandistica anima il corteo e Marco Gillo ricorda le contestazioni che seguirono un tentativo della banda di suonare La Marsigliese.

203   Il 25 Settembre 2007, tre autobus NoTAV raggiungono la sede del parlamento europeo a Strasburgo. Marco Gillo ricorda di aver suonato l'inno alla gioia proprio davanti all'ingresso dell'edificio.

204  Cfr. cap. 5

 

 

                                                  Capitolo 5

 La Banda NoTAV

 

La tradizione bandistica valsusina è ricca di storia. Quasi ogni comune, dall'alta alla bassa Valle di Susa, ha una propria banda e questi nuclei musicali da sempre accompagnano la vita dei paesi. Ci sono bande molto antiche in Valle di Susa, con più di cento anni di attività alle spalle.207 Diverse bande musicali valsusine si distinguono dalle tradizionali formazioni bandistiche, grazie ad un'azione di arricchimento del repertorio. Accanto ai brani tradizionali per bande ed a quelli di derivazione classica e operistica, trova larga diffusione anche il repertorio bandistico contemporaneo legato al jazz, alla musica pop ed alle colonne sonore. Le bande in Valle di Susa sono ancora molto frequentate e, in alcuni casi, far parte di una banda è una tradizione che si trasmette da una generazione all'altra.

La ricca tradizione bandistica della Valle di Susa porta il suo contributo alla protesta NoTAV con la nascita nel 2007 della Banda NoTAV. Le numerose bande valsusine partecipano alla protesta contro la Torino- Lione, accanto ai cori e ai gruppi musicali già dai primi anni '90. Matteo Carello,208 sax-tenore della banda di Caprie, ricorda le prime partecipazioni delle bande paesane ai cortei NoTAV, molti anni prima che si cominci a parlare della formazione di una Banda NoTAV, e racconta che «abbiamo

 

207 Sono molte le formazioni bandistiche che nascono nel XIX secolo, ad esempio: la Società Filarmonica di Borgone, la Società Filarmonica di Bruzolo, la Banda musicale di Condove e quella di Bussoleno. La banda più longeva è quella di Chiusa San Michele, la cui fondazione

208 Matteo Carello è un musicista valsusino e attivista NO TAV della prima ora

 

 

acquisito consapevolezza come Banda NoTAV in seguito, perché all'inizio delle proteste la nostra partecipazione ai cortei era semplicemente concepita come una “presenza”, dato il peso della ricca tradizione bandistica nella storia della Valle di Susa».209 La stessa definizione di Banda  NoTAV  è messa in discussione da Matteo. Non esiste una formazione definita nel numero e nei ruoli, ma quella che si definisce Banda NoTAV si compone di elementi appartenenti alle diverse formazioni bandistiche valsusine. «Il  bello della Banda NoTAV è che è molto eterogenea nella sua composizione. Raccoglie elementi da tutti i paesi, di tutti i pensieri e li unisce accomunandoli intorno alla lotta NoTAV».210 Tuttavia, se inizialmente si ragionava in termini di “presenza”, a partire dal 2005, quando la partecipazione ai cortei aumenta e si moltiplicano i momenti di scontro, cresce la consapevolezza del ruolo “strategico” che la musica ricopre durante i cortei.

Un breve articolo pubblicato nel 2007 sul periodico Sarà dürà!211 scritto da Marco Gillo, musicista attivo in diverse formazioni bandistiche valsusine,212 parla della nascita di una banda intercomunale NoTAV, o più semplicemente di una Banda NoTAV: «una banda intercomunale NoTAV è sbocciata spontaneamente proprio il giorno di Santa Cecilia, nel corso della incredibile tre giorni per la Liberazione di Venaus».213 In un articolo  presente nello stesso numero, si precisa che «la nascita di questa  formazione bandistica è la conclusione naturale di un percorso iniziato con la partecipazione di molti musici, provenienti da diverse bande    valligiane,

 

209 Intervista rilasciata da Matteo Carello il 12 Novembre presso Susa (TO). 210 Intervista rilasciata da Marco Gillo il 12 Novembre 2014 presso Susa.

211  Cfr. n. 59

212  Marco Gillo, musicista e attivista NoTAV, suona la tromba in diverse formazioni bandistiche. Prima nella banda di Mattie poi in quella di Condove (TO) e di Meana (TO)

213 Marco Grillo Viennaus Capodanno, mensile Sarà dùra Gennaio-Febbraio 2007 n°2 p.1

 

alle marce e manifestazioni NoTAV nel corso degli anni».214 La Banda NoTAV nasce quindi in modo molto spontaneo e ha un ruolo attivo nella protesta contro l'Alta Velocità ancora prima di essere definita in questi termini. L'attività della Banda NoTAV si sviluppa con la stessa spontaneità con cui si è formata. Non si organizzano prove, non vi è un direttore, né si stabilisce un repertorio unico. La Banda NoTAV si organizza autonomamente prima delle manifestazioni, tramite mail e messaggi telefonici, perciò il numero dei musicisti varia a seconda delle occasioni. Può capitare di trovarsi in piccoli gruppi costituiti da quattro o cinque elementi, ma in occasione di manifestazioni più importanti si cerca di creare un maggiore coinvolgimento. In questo modo si può suddividere l'intera formazione bandistica in più squadre, che vengono così collocate in punti diversi del corteo. Per sottolineare tutti questi aspetti, Matteo Carello e Marco Gillo propongono di definire la Banda NoTAV una “banda di strada” proprio perché «prerogativa della Banda NoTAV è accompagnare le manifestazioni. Non c'è una scaletta e ognuno si esprime secondo la sua libera fantasia».215

 

La musica che la Banda NoTAV propone durante i cortei è del tutto improvvisata e raramente si utilizzano gli spartiti. I componenti della Banda NoTAV condividono fra di loro il repertorio bandistico tradizionale, fatto di marce e di ballabili, che vengono preferiti ad altri registri, in quanto più semplici per chi suona e più coinvolgenti per chi ascolta. Fra questi vi sono ad esempio: la marcia Monviso, Che risatina,216 Madonnina dai riccioli d'oro,217 Selle e Pistole,218 Piemontesina. La Banda NoTAV si dedica anche al repertorio di canti partigiani con Bella ciao e Fischia il vento, che,   come

 

214 Bruna Col, Concerto di capodanno, mensile Sarà düra!, Gennaio-Febbraio 2007, n.2, p. 2

215 Ibidem.

216 Polka di Mario Cavalieri.

217 Valzer Testo di A,Costanzo e musica di S.Galizio e B.Garino

218 Valzer di Mario Piovani

 

racconta Marco Gillo, «accendono la gente».219 Il repertorio comprende scelte più particolari come l'inno occitano Se chanto, la patriottica  Muntagne del mè Piemont di Gipo Farassino, alcuni esempi di canto libertario come Addio Lugano bella e Figli dell'officina, così come di musica operistica classica con la Marcia di Radetsky. La Banda NoTAV è anche a conoscenza dei canti che sono nati intorno alla protesta NoTAV e di Sarà düra!, la canzone di Giuseppe Fiale220 dedicata al Movimento NoTAV, e li inserisce nel proprio repertorio.

Nonostante il repertorio della Banda NoTAV sia molto vario, Matteo Carello e Marco Gillo ne discutono i limiti e, in seguito ad un evento dedicato alle bande di strada organizzato in Val di Susa a Giugno 2014, cresce in loro la volontà di ampliarlo. «Per noi è importantissimo suonare, proporre la nostra musica autoctona, ma sentiamo la necessità di globalizzare e internazionalizzare, almeno in parte, il nostro repertorio».221 Questo raduno, intitolato SbandaTAV,222 ha portato in Valle di Susa le bande di strada degli Ottoni a scoppio (Milano), e la Fanfare Invisible (Parigi). Queste bande hanno un repertorio molto vario, moderno e internazionale, che sono abituati a condividere in occasione dei raduni di bande di strada europei. Il programma dell'evento bandistico SbandaTAV prevede per la  sera del 20 Giugno “prove libere” in piazza del Mulino a Bussoleno. Si organizza per il giorno successivo un “assedio sonoro” in Val Clarea, nel sito del cantiere di Chiomonte, e un concerto serale a Susa.

 

219 Cfr. n. 210

220 Cfr. cap. 2, pp. 37,39

221 Cfr. n. 209

222 Sbanda TAV è una due giorni dedicata alla bande si strada organizzata a Bussoleno (TO) il 20  e 21 Giugno 2014. L'iniziativa è stata proposta dalla banda di strada milanese degli Ottoni a scoppio. Matteo Carello ricorda l'entusiasmo che queste bande hanno portato in Valle di Susa e>nonostante abbiano dormito sul pavimento del Polivalente di Bussoleno, non finivano più di ringraziarci>> Ibidem

 

 

Proprio dal confronto con queste altre realtà bandistiche, nasce il desidero di rinnovare la Banda NoTAV, ma allo stesso tempo ci si rende conto di quelle che sono le difficoltà organizzative da affrontare. La banda di strada degli Ottoni a scoppio, così come la Fanfare Invisible, hanno un direttore, organizzano prove settimanali e gestiscono inoltre un sito web in cui mettono a disposizione le parti del loro repertorio, con tanto di tracce audio di ogni singola sezione, in modo da poter coinvolgere anche chi non conosce la lettura musicale. La Banda NoTAV non gestisce una pagine web, ma ha deciso di raccogliere il materiale del proprio repertorio e di inserirlo in una drop-box, scaricabile on line.

Sono molti i momenti musicali che la Banda NoTAV ricorda con entusiasmo, fra cui il concerto di capodanno 2006 organizzato al presidio di Venaus, intitolato Viennaus, facendo il verso al tradizionale concerto viennese di fine anno. Sul periodico NoTAV Sarà düra! si legge: «tre sono i grandi concerti del capodanno 2007: quello di Vienna, quello di Venezia e quello di Venaus!».223

La Banda NoTAV partecipa alle manifestazioni, si esibisce nei  presìdi,   porta   la   bandiera   NoTAV   in   giro   per   l'Italia   e              all'estero accompagnando i manifestanti. Matteo Carello e Marco Gillo ricordano alcuni aneddoti, che mettono in evidenza la presenza e la funzione della Banda NoTAV e della “musica in cammino”. «La musica è uno strumento molto potente nelle manifestazioni e abbiamo sperimentato molte volte che la Banda NoTAV ha annullato tutto quello che era tensione e paura».224 Matteo ricorda il 16 Novembre 2005, giorno della marcia Bussoleno- Susa225, in cui all'altezza di San Giuliano, frazione di Susa, la Banda NoTAV

 

223 Cfr. n. 214

224 Cfr. n. 210

225  Il  16  Novembre  2005  si  organizza  uno  Sciopero  generale  in  Valle  di  Susa.  La  marcia Bussoleno - Susa è moltpo partecipata, si mparla di circa ottantamila pesone fra scuole, commercianti, Sindacati di base, abitanti della Valle di Susa.

 

 

suona l'Inno Nazionale davanti ad un posto di blocco delle forze  dell’ordine, ricevendo il saluto dagli agenti. Marco sottolinea che «a suonare davanti alle forze dell'ordine si prova una sensazione particolare. Ci sono i poliziotti e le telecamere che ti riprendono, perciò devi essere convinto di quello che fai. Ma l'esperienza ti dice che puoi osare tranquillamente».226

La manifestazione nazionale a Roma, il 14 Ottobre 2006,227 vede di nuovo Marco Gillo protagonista, insieme alla sua tromba. Trovandosi solo in via dei Fori Imperiali, Marco viene invitato a salire sul camion che apre il corteo e a suonare la tromba. «Colombarola di Bussoleno mi teneva il microfono e mi ha detto “Marco monta su, che fuma un bel concert!” e con un microfono piantato nella tromba e due o tremila watt di potenza, ho suonato le canzoni partigiane. Abbiamo fatto tremare i palazzi».228

A partire dal 2005 la presenza di musicisti durante i cortei diventa imprescindibile. «Alberto Perino», attivista e portavoce del Movimento NoTAV,229 «insiste sempre che ci sia qualcuno che suoni durante i cortei. È una questione di furbizia».230 I fotografi e i giornalisti sono sì interessati a immortalare i momenti di tensione e di violenza, ma prestano attenzione anche agli aspetti che rendono più caratteristico il corteo. «Se ci son due o tre persone che suonano, stai sicuro che i fotografi e le telecamere son lì. Basta  soltanto  quel  lampo,  quei  pochi  secondi  di  musica  ripresi    dalle

 

 

226 Cfr. n. 210

227 Il 14 Ottobre 2006 si svolge a Roma una manifestazione contro la Legge Obbiettivo, a cui partecipano diverse realtà di protesta italiane.

228 Cfr. n. 210

229 Alberto Perino è uno dei volti più noti della protesta contro l'Alta Velocità, a cui si dedica già nel 1991. Pensionato ed ex sindacalista della Cisl, è militante pacifista. Nel 1968 fonda il Gruppo valsusino di azione non violenta. Nel Febbraio 2014 la procura di Torino chiede nove mesi di carcere per la violazione dei sigilli della baita Clarea.

230 Cfr. 209

 

 

telecamere, per dare l'impressione di una manifestazione pacifica».231

La musica delle bande accompagna anche momenti più incerti e critici. Durante La Libera Repubblica di Venaus si organizzano piccole formazione bandistiche che, sotto la neve, suonano di fronte alle forze dell'ordine. Marco Gillo racconta che «una sera avevo la tuta da sci e la temperatura segnava -12ºC. Mentre suonavo mi si è congelata la tromba. Allora l’ho messa sul fuoco, l'ho sgelata e ho ripreso a suonare».232 Marco Gillo ricorda un altro aneddoto legato alla Liberazione di Venaus233 dell'8 Dicembre 2005. Il corteo dei manifestanti marcia dal bivio dei “Passeggeri” sulla S.S 25 diretto al sito del cantiere, scortato da una formazione bandistica improvvisata. Marco ricorda di aver suonato la carica con la tromba davanti le reti, «io suonavo e intanto la gente correva e buttava giù  le reti».234

La “musica in cammino”, sia della Banda NoTAV sia di altre formazioni musicali improvvisate,235 contraddistingue molti momenti delle manifestazioni NoTAV. Le danze, le musiche, i canti si alternano ai discorsi e a cori lanciati dai megafoni. In alcuni casi si sceglie intenzionalmente di aprire i cortei con le bande musicali. Mario Cavargna, ex professore del politecnico e attivista NoTAV, confronta l'uso di fischietti e di suoni di carattere percussivo con la musica delle bande, in grado di trasmettere quello spirito gioioso e di festa che caratterizza i cortei NoTAV. «I suoni dei fischietti e delle percussioni rappresentano tante rabbie singole, non coinvolgono. La musica, sempre presente nei nostri cortei, dimostra che

 

231 Ibidem.

232 Cfr. n. 210

233 Cfr. cap. 1.1

234 Cfr. n. 210

235 Fra i musicisti che partecipano ai cortei con la loro musica vi sono ad esempio Ricky Avateno (cfr. n. 121) e Daniele Contardo (cfr. n. 189). Un caso particolare è quello della Pink band, un gruppo di musicisti che partecipa ai cortei con percussioni di ogni tipo, con parrucche e  vestiti colorati di rosa

 

 

siamo un popolo in marcia».236

            

 

                                        Capitolo 6 

                                Cori e slogan NoTAV

 

A fianco della musica proposta dalle bande e dai musicisti che accompagnano le manifestazioni con la loro voce e i loro strumenti, i cortei NoTAV sono animati da fischi, discorsi e incitamenti pronunciati nei megafoni, ma soprattutto da cori e slogan, che diventano espressione di unione e compattezza, così come dimostrazione di forza e segnale di sfida. I cori e gli slogan NoTAV vengono intonati spontaneamente durante le manifestazioni da un singolo o, più spesso, da un piccolo gruppo di manifestanti, per poi propagarsi tra le fila del corteo. Si tratta di brevi formule musicali e ritmiche più o meno improvvisate, le cui genesi sono molto diverse. In alcuni casi i cori sono adattati a temi e motivi musicali noti, provenienti dalla sfera della canzone di consumo, dello spot pubblicitario, dei cori da stadio; in altri casi si tratta di invenzioni spontanee che non vengono cantate ma “urlate” sulla base di precisi moduli ritmici e cadenze.

Uno di questi ultimi esempi è «A Sarà düra!», il più noto fra gli slogan della protesta contro l'Alta Velocità.237 Mariano Goitre, falegname di Foresto e attivista NoTAV, ricostruisce la prima volta in cui sente questo coro. Mentre si presidia il territorio, durante la Libera Repubblica di  Venaus, la sera si condivide il piacere del cibo e soprattutto del vino. Fra i presenti c'è Maurizio Cugnetto, attivista NoTAV di Mompantero, e Mariano ricorda che «Maurizio, già abbastanza “carabinà”, con un cappello degli alpini portato al contrario, ad un certo momento si attacca alle reti arancioni del cantiere della Sitaf presidiato dalle forze dell'ordine e comincia  a  gridare “A Sarà dura, A Sarà düra!”».238 Da quel momento, ogni tanto fra i bivacchi lo si sente urlare e nelle mobilitazioni dei mesi successivi «A Sarà düra!» diventa un vero e proprio grido di battaglia.

I cori e gli slogan NoTAV nascono quindi in modo spontaneo in forma orale, e si alimentano e si mantengono attraverso la riproduzione collettiva. Appaiono tuttavia anche in forma scritta sui muri dei centri cittadini, sui guard rails, sui cartelli stradali e sugli striscioni portati alle manifestazioni, o appesi sui balconi delle case, insieme alle bandiere NoTAV. I cori si evolvono e si trasformano continuamente, adattandosi agli ultimi avvenimenti, o alle diverse occasioni che inducono a promuovere e organizzare marce e cortei. Per questi motivi molti cori e slogan si perdono nel tempo, mentre sopravvivono soltanto quelli che, principalmente per la loro efficacia e semplicità, diventano parte di una memoria collettiva.

Un gruppo di attivisti NoTAV milanesi, attivi  nell'emergenza abitativa della periferia di Milano e appartenenti alla comunità  di Autonomia Diffusa,239 ha raccolto in un documento cori e slogan NoTAV scritti in occasione di una manifestazione organizzata a Milano il 22 Febbraio 2014. La maggior parte di loro si avvicina alla protesta contro l'Alta Velocità nel periodo della Libera Repubblica della Maddalena240 e partecipa ai campeggi estivi241 organizzati dal Movimento NoTAV nelle estati del 2011 e del 2012. Valerio Ferrandi, uno di questi ragazzi,    dichiara

                                                                                                                                      237 Insieme all'oramo storico Giù le mani dalla Valsusa e al coro La Valsusa paura non n                  ne ha                                                                                                       

238  Intervista rilasciata da Mariano Goitre il 17 Novembre 2014 presso Bussoleno (TO).

239   Autonomia Diffusa è una comunità che rifiuta di porsi come movimento, realtà, collettivo o gruppo politico e che combatte le sue battaglie principali a Milano, interessandosi principalmente all'emergenza abitativa delle periferie della città. Autonomia Diffusa si avvicina anche al Movimento NoTAV e partecipa attivamente alla protesta valsusina, prendendo parte alle marce e alla vita di presidio, a partire dal 2011.

240  Cfr. cap. 1.2

241 Cfr. n. 35

 

che il gruppo autonomo a cui appartiene è particolarmente legato e attento alla produzione di cori e slogan, assumendosi anche «il vanto di essere grandi inventori di cori».242 Valerio associa la produzione di cori e slogan al ricordo di Guccio, un amico e compagno morto suicida nel Febbraio 2014. I cori e gli slogan rappresentano in primo luogo «uno dei nostri principali elementi aggregativi»243 e Valerio distingue le diverse funzioni che i cori ricoprono, sia che siano rivolti verso l'interno, cioè alla collettività che sta attraversando la lotta, che verso l'esterno, alla città che assiste al corteo. I cori e gli slogan sono «uno strumento di guerra, in grado di scacciare la paura e in qualche occasione di metterla nella controparte».244 Sono inoltre capaci di aumentare la compattezza e quindi di infondere coraggio ed energia tra le fila del corteo per «riportare così sul piano canoro una situazione che magari sta degenerando».245 Fondamentale secondo Valerio la definizione del “ritmo” che i cori e gli slogan contribuiscono a definire e di cui fanno parte. Valerio precisa che «se la lotta è in grado di diventare un ritmo armonico, un'amalgama ritmica di persone, gesti, parole, momenti di accelerazione e di calma, è in grado di produrre cori e slogan». Valerio Ferrandi specifica inoltre che, in riferimento alle mobilitazioni degli anni  '70 di cui il suo gruppo riconosce l'eredità, «uno dei nostri scopo è di profanare, e di “tradire” la seriosità e la formalità dei cori del passato».246

I cori e gli slogan sono inoltre uno strumento di propaganda, capace di trasmettere un messaggio e un contenuto politico, impiegando però un linguaggio proprio, autonomo, non filtrato dai media convenzionali e per questo motivo più diretto.247  «I cori non hanno bisogno dal punto di vista

 

242 Intervista rilasciata da Valerio Ferrandi il giorno 8 Gennaio 2015 presso Milano.

243 Ibidem.

244 ibidem

245 ibidem

246 ibidem

247 ibidem

 

 

qualitativo di niente altro che creatività, fantasia e un po' di determinazione, perché i cori per essere efficaci hanno bisogno di tanta gente che li  canti».248 Non è infatti da sottovalutare il ruolo di chi “lancia” i cori durante le manifestazioni, perché, proprio il carisma e la capacità di intuire e di capire  il  “ritmo”  del  corteo,  determina  la  risposta  dei  manifestanti      e

«Guccio era uno di questi, alto due metri, con 'ste braccia che sembrava un condor».249

I cori e gli slogan contribuiscono infine alla costruzione di un'autonarrazione dei movimenti di protesta, attraverso i riferimenti ad avvenimenti e fatti specifici, che tuttavia non devono concentrarsi sui protagonisti delle azioni di protesta, o delle “gesta” raccontate, ma devono essere «raggiungibili da tutti e da tutte le posizioni»,250 in modo da risultare efficaci. Alcuni cori diventano “maggioritari” e patrimonio comune «non perché qualcuno sia stato bravo nell'inventarli o nell'imporli, ma proprio perché non sono autoreferenziali»,251 ossia non si riferiscono ad una precisa identità o un gruppo politico di opposizione. L'efficacia di un coro deriva inoltre dalla capacità di cogliere valorizzare nel modo più semplice e diretto possibile ciò che in quel momento ha senso evidenziare.

Uno dei cori più significativi e cantati è Si parte e si torna insieme, attribuito proprio a Guccio.

 

Si parte, si torna, insieme Chiomonte come Atene Siam tutti Black Block Lo sbirro nel cantiere dovrà tremare

se arrivano i NoTAV

Alè, Alè, Alè!

 

   
           248 ibidem

           249 ibidem

           250 ibidem

           251 ibidem

 

 

 

Il coro risale alle mobilitazioni dell'estate 2011 e il testo è costruito sulla melodia del successo del 1986 Stasera la luna, ma «chi lo ha inventato doveva essere stonato, perché la melodia risulta distorta».252 Nonostante sia difficile risalire al momento esatto in cui è stato concepito, in molti sono sicuri di aver sentito cantare la prima volta Si parte e si torna insieme durante la manifestazione del 3 Luglio.253 Nel breve testo c'è un riferimento alle dichiarazioni di Alberto Perino, storico portavoce del Movimento NoTAV, che, in risposta alle accuse di infiltrazione di violenti e di Black Block lanciate dalla stampa, afferma «siamo tutti Black Block». Il  paragone, che associa le mobilitazioni di Chiomonte dell'estate 2011 agli avvenimenti che sconvolgono Atene, fa invece riferimento agli scontri e  allo sciopero generale che hanno seguito la morte del quindicenne Alexis Grigoropoulos, ucciso dalla polizia greca il 6 Dicembre 2008. Si parte e si torna insieme si rivela fin da subito efficace e «Guccio è stato in grado di mettere dentro una musica orecchiabile. Lo si sente e lo si impara  subito».254 Questo coro si è diffuso in poco tempo e risuona nei cortei di tutta Italia, decontestualizzato dalla causa NoTAV, dimostrandosi «un vettore di quell'entusiasmo e di quella speranza che le mobilitazioni dell'estate 2011 hanno dato alle altre proteste territoriali, ambientali italiane e non solo».255

Un altro coro attribuito a Guccio è Furbo celerino, che abitualmente precede o segue l'intonazione del coro Si parte e si torna insieme.

 

Il furbo celerino

è entrato nel boschetto

 

252  Ibidem.

253  Cfr. cap. 1.2

254  Intervista rilasciata da Valerio Ferrandi il giorno 8 Gennaio 2015 presso Milano.

255 Ibidem.

 

inciampa in un cespuglio e perde anche l'elmetto

e dopo aver passato un brutto quarto d'ora è uscito dal boschetto ma senza la pistola.

 

Gli sbirri della Valle gli sbirri giù in città si beccano le pietre se arrivano i NoTAV

 

 

Questo coro è scritto sulla base di un coro da stadio che Valerio e il suo gruppo hanno orecchiato durante una trasferta a Marsiglia, intitolato Marseille, ville du SIDA. «È un coro politically incorrect, ma ci è piaciuto il suo ritmo la melodia».256 Furbo celerino si ispira ad un episodio occorso durante la manifestazione nazionale del 3 Luglio 2011.257 Durante gli  scontri un brigadiere dei carabinieri rimane isolato dal suo reparto e si ritrova circondato da un gruppo di manifestanti che gli tolgono la pistola, in seguito restituita alle forze dell'ordine, e lo trattengono, con lo scopo di convincere gli agenti a liberare alcuni dei manifestanti arrestati. Furbo celerino viene inventato nei giorni successivi la manifestazione nazionale, durante il 12º Campeggio No TAV258 a Chiomonte. Il Campeggio NoTAV diventa infatti un punto di ritrovo per gli attivisti di tutta Italia anche nelle estati successive e si dimostra un contesto ideale per l'invenzione di cori e slogan NoTAV. «Durante il campeggio hai tutto il tempo di scrivere,  provare e “testare” i cori su chi è presente».259


Il gruppo di attivisti milanesi partecipa infatti al Campeggio NoTAV anche nel 2012 e prende parte alle azioni dimostrative e di disturbo che hanno luogo tendenzialmente la notte intorno al “fortino”. Il coro Notte al

256  Ibidem.

257  Cfr. cap. 1.2

258  Cfr. n. 35

259 Cfr. n. 254

 

 

cantiere, sull'aria del successo degli 883 del 1993 Rotta per casa di Dio, si ispira agli avvenimenti e agli scontri protagonisti di una di queste passeggiate notturne.

 

Notte al cantiere del TAV sta cominciando la festa. Notte al cantiere del TAV e stanno uscendo di testa

 

Li vediamo al di là dei cancelli e poi con gli scudi ed i manganelli e noi con le frombole, le fionde, le pietre stiam tirando giù i muri e la rete

 

Notte al cantiere del TAV ci continuiamo a scontrare Notte al cantiere del TAV Petronzi s'è fatto male

 

Gli è scoppiato un petardo tra i piedi e poi te lo giuro anche se non ci credi e noi quel bastardo che ci sveglia al mattino

sta frignando per terra come un bambino.

 

 

Il 20 Luglio 2012 due cortei, uno partito da Giaglione e uno da Chiomonte, raggiungono il cantiere presidiato dalle forze dell'ordine in più punti e alcuni manifestanti sfondano una parte dei muri e delle reti. Gli agenti sono disorientati, non riuscendo a distinguere l'azione principale dai diversivi, e sono così costretti a uscire dal cantiere per allontanare gli attivisti, rispondendo al lancio di pietre, bombe carta e petardi con l'uso di idranti e lacrimogeni. Gli scontri proseguono per molte ore e Petronzi, capo della DIGOS di Torino, viene colpito da un petardo. Valerio afferma che il coro Notte al cantiere «più pretenziosamente può essere considerato come l'inizio di un “poema epico” che racconta in maniera epica e molto realistica

 

 

le gesta collettive, anonime, senza volto del Movimento NoTAV».260

Un altro coro raccolto dagli attivisti NoTAV milanesi e ispirato alle mobilitazioni dell'estate 2012 è Come è bello, sull'aria del successo commerciale Tanti auguri cantato da Raffaella Carrà nel 1978. Si tratta di uno dei cori di maggiore successo.

 

Com'è bello far la lotta da Chiomonte in giù Com'è bello far la lotta falla pure tu!

 

Tanti agrumi, Bum e le maschere antigas Tanti agrumi, Bum e le maschere antigas

 

E se la Digos arresta i NoTAV lotteremo su in valle bloccherem le città

 

E se la celere caricherà troverà tanta gente

che paura non ha

 

Tanti agrumi, Bum e le maschere antigas Tanti agrumi, Bum e le maschere antigas.

 

 

Fra gli altri cori raccolti è presente il più recente Solita notte, scritto da Guccio, Valerio e altri attivisti NoTAV sulla base di un altro noto successo del 1992 degli 883 Hanno ucciso l'uomo ragno.

 

Solita notte al cantiere del TAV

Gli sbirri negli alberghi che non dormono mai Loschi digotti al bancone del bar

E i celerini in trattoria

 

Tutt’a d’un tratto la rete fa Sbam

I boschi della Valle sono zona NoTAV Ed agli appelli al terrore in TV Nessuno ormai ci crede più

 

Han bruciato una trivella chi sia stato non si sa

 

              260 ibidem

 

 

 

O gli sbirri se ne vanno o ci pensano i No TAV Han bruciato una trivella e sarà così finché Fuggiranno dal cantiere, scapperanno dagli hotel.

 

 

 

 

 

Il coro si riferisce agli arresti messi in atto dalla procura di Torino il  9 Dicembre 2013, in seguito al sabotaggio di un compressore del cantiere di Chiomonte, la notte tra il 13 e il 14 Maggio dello stesso anno.261 Nel testo si fa però riferimento ad una trivella e Valerio chiarisce che, nel momento in cui nasce il coro, le notizie in circolazione sono confuse e le uniche fonti a disposizione sono i giornali, e conclude dicendo che «ci sembrava comunque più musicale l'uso del termine trivella».262

 

Tutti questi esempi significativi documentano e illustrano i contesti e le dinamiche con cui i cori e gli slogan NoTAV nascono, si diffondono e arricchiscono l'immaginario collettivo degli attivisti, fatto anche di manifesti, scritte sui muri, di azioni e di gesti. La stessa capacità di produrre un proprio linguaggio, una propria iconografia e una propria lettura dei fatti sociali e politici è, secondo Valerio, «uno strumento utile a capire se una lotta è vitale, se ha una certa capacità di rinnovamento e di giovinezza, oppure no».263

 

261 Cfr. n. 142, 143

262 Cfr. n. 254

263 ibidem

 

 

 

LA BANDA NO TAV DURANTE LE MANIFESTAZIONI

riprese video a cura della redazione Il Cantastorie on line

 

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