IN RICORDO DI GIORGIO VEZZANI

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CIAO GIORGIO
ROSITA CALIO'.mp3
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QUATTRO PASSI PIU' IN LA'
SANDRA BONINELLI
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MAURO CHECHI

Ho conosciuto  Giorgio tantissimi anni fa, ero insieme a Romanelli, c'era Lorenzo, Piazza Marino e altri cantastorie

Giorgio aveva un registratore e riprendeva i nostri discorsi, l'impegno per Il Cantastorie per lui non conosceva pause.

Caro Giorgio ora sei con gli altri cantastorie che ti hanno voluto bene come te lo vogliamo noi, ti regalerei tutto il mondo

ma posso solo dedicarti i pochi versi di un'ottava:

 

Giorgio ti penso accanato a Lorenzino

figura come te meravigliosa

lui parlava e tu standogli vicino

riempivi il Cantastorie di ogni cosa.

Ora hai intrapreso l'ultimo cammino

nel tempo freddo come fa la rosa

che ci lascia il ricordo del colore

che è molto evanescente ma non muore

BIBLIOTECA GENTILUCCI e l'ISTITUTO SUPERIORE di STUDI MUSICALI "ACHILLE PERI - CLAUDIO MERULO" 

 La Biblioteca Gentilucci e l'Istituto Superiore di Studi Musicali "Achille Peri - Claudio Merulo"esprimono il più profondo cordoglio per la scomparsa dello studioso Giorgio Vezzani, del quale un importante novero di materiali a stampa, audio e video sono custoditi presso l’omonimo Archivio all’interno della scuola, sotto la cura della Biblioteca del Conservatorio “Armando Gentilucci”.

Una vita dedicata alla cultura del mondo popolare e in particolare per la musica nelle sue varie espressioni, fondò e diresse la rivista "Il Cantastorie".

«La notizia - ha dichiarato la dottoressa Monica Boni, responsabile della Biblioteca - ci ha colti di sorpresa. Avevamo un rapporto assiduo, fondato su comuni interessi, oggetti e metodologie operative. I suoi materiali sono qui sui nostri tavoli ed è come se fosse ancora accanto a noi. Oltre che un ricercatore e studioso di fonti e tradizioni popolari abbiamo perso un collega».

GUALTIERO BERTELLI

Sono profondamente addolorato per la scomparsa di Giorgio Vezzani, una personale e stimatissima conoscenza di lunga data e una risorsa ineguagliabile per il mondo della cultura popolare italiana.

La sua presenza discreta e gentile negli eventi che prevedevano attività culturali popolari o iniziative a questo mondo rivolte era già un segnale di apprezzamento per chi aveva organizzato l’evento e spesso egli stesso partecipava alla realizzazione di dette attività.

Indimenticabile l’importanza della rivista il Cantastorie che anche on line sta continuando il suo compito di informazione e promozione della cultura altra.

Un saluto al grande Giorgio e un abbraccio ai suoi compagni che sapranno certamente continuare il lavoro da lui così tenacemente sostenuto

PIETRO PORTA

Che notizia dolorosa. Giorgio è stato un fratello, per me, mi ha accompagnato nella ricerca sulla cultura popolare, mi ha fatto conoscere la realtà dei cantastorie, ha sostenuto i miei lavori sul teatro di figura, mi ha introdotto al teatro dei maggi, ha ospitato numerosi miei interventi sulla sua gloriosa rivista, di cui conservo tutti i numeri, come un tesoro. Ricordo con nostalgia le visite a Costabona, sugli appennini reggiano-modenesi, in Toscana, lui sempre con l'antico registratore a bobina e quel suo fare all'apparenza timido e scontroso, che nascondeva una grande umanità. Piango un maestro e un amico. Ora mi verrebbe da scrivere un epicedio, per un "Cantastorie" di quelli che estraevi con gran gioia e curiosità dalla cassetta postale. Ma grazie a voi, lo posso ancora fare

MAURO GERACI

Giorgio non era cantastorie ma conosceva i cantastorie molto più quanto loro conoscessero sé stessi. Ne sia prova quella dialettica tra la casa e la piazza che, più d’ogni altro poeta-cantastorie, lui ha saputo incarnare ed esprimere lungo la sua vita sociale come nella solitaria morte. Quella contraddizione esistenziale che, specie con la sua storica rivista Il Cantastorie, lo ha visto seguire con imperterrita partecipazione la chiassosa spettacolarità di una piazza popolata di cantastorie, burattinai, mimi, teatranti, maggiolanti, saltimbanchi, imbonitori, artisti di strada e, contemporaneamente, coltivare quella solitudine, quel riserbo, quell’individualità ironica che ogni cantastorie che dir si voglia (a partire dell’elogio de Lu silenziu di Ignazio Buttitta) reputa fondamentale a una reale, corale conoscenza.

Questa stupefacente, solitaria apertura di Giorgio la conobbi la prima volta nel 1992-93, per posta, per telefono, lavorando al mio studio sui cantastorie del Sud, poi con le prime e-mail. Si mise a mia totale disposizione fornendomi materiali, indicazioni, consigli specie per la ricostruzione della storia dell’A.I.Ca. e della sua importante rivista. Poi, più tardi, lo incontrai a Santarcangelo di Romagna alla Sagra dei Cantastorie, a Casalecchio di Reno in cui nel 1999 cantai con Franco Trincale, e poi a Motteggiana quando nel 2000 ebbi l’onore di ricevere il Premio Giovanna Daffini con alcune mie ballate tra cui quella sull’uccisione della studentessa romana Marta Russo all’università, Sangu e Sapienza, commissionatami dagli stessi studenti. Poi siamo rimasti sempre in contatto per telefono, per e-mail: qualche anno fa andai a trovarlo a Reggio Emilia assieme a Claudio Piccoli e Tiziana Oppizzi e ci mostrò l’archivio custodito dell’Istituto Achille Peri ma notai il triste clima di dismissione, di abbandono, di isolamento in cui si ritrovava a vivere in una casa ormai vuota d’ogni oggetto, d’ogni ricordo. Poi, di colpo, con grandissima mia sorpresa mi aiutò nell’organizzare la mostra a Roma (oggi a Taormina) per i trent’anni dalla morte di Cicciu Busacca e ne diede ampia notizia sul suo sito quellodelcantastorie.it.; fino al 2 maggio 2020 quando, avendogli inviato le mie ballate sulla pandemia covid e tardando però a consegnargli una nota sui cantastorie siciliani che mi aveva chiesto per il sito, mi rispose con freschissima ironia: “Carissimo amico, grazie per le tue ballate anticorone&c. Sembra che siano in arrivo anche vaccini contro i vuoti di memoria di certi prof. Sempre molto impegnati, Un saluto, Giorgio”. La nota la mandai il giorno dopo e di gran corsa, ridendo per ore e rispondendo lui che “ancora non ho bisogno del vaccino per la perdita della memoria!”. Lui mi rispose divertito, invitandomi “presto” a integrare con altre foto la nota che ancora è leggibile su http://www.quellodelcantastorie.it/i-motivi-musicali-della-tradizione-siciliana-e-il-concorso--daffini-per-cantastorie-.html  

Credo che da Giorgio e dalla sua preziosissima opera documentaria e divulgativa tesa far dialogare in una comune, concreta progettualità il mondo intellettuale e scientifico con la cultura popolare, derivi un invito quantomai indispensabile per il mondo di ieri, di oggi e di domani: quello a uscire dalle case per “sentire che vi dice il cantastorie”, ossia per riascoltare, ridiscutere e ricostruire, nello spazio corale della piazza, reale e non virtuale, la nostra storia e il nostro futuro. 

MASSIMO PIROVANO

La notizia ci riempie di tristezza.  Grazie per il testimone che avete preso da Giorgio e anche per questa scheda sintetica ma efficacissima nel dare conto delle passione, della competenza, del contributo alla ricerca, alla documentazione e agli studi sulle culture popolari che dobbiamo a Giorgio.

Una sintesi che facciamo circolare con tristezza e con gratitudine, pensando ad una persona discreta, cordiale, seria ma intelligentemente ironica.

Lo abbiamo conosciuto nei primi anni '70 all'Autunno Musicale di Como, dove Roberto Leydi aveva trovato uno spazio importantissimo per far conoscere, accanto alla musica culta, anche il canto e la musica di tradizione orale, con seminari, concerti e workshop, dove Giorgio non mancava mai, anche con la sua attrezzatura tecnica, necessaria per fissare una parte di quei beni volatili che sarebbero diventati fondamentali anche nelle scelte di allestimento per diversi musei DEA, come il MEAB

ENRICO DE ANGELIS

 Un grande. Un tipo molto speciale. Condussi un bell'incontro pubblico

con lui nel 2013 a Loano, quando lo invitammo al Premio Nazionale Città

di Loano per la musica tradizionale italiana.

CATERINA LUSUARDI

È un dispiacere immenso. Non solo ricercava e scopriva, ma anche incoraggiava alla creazione...è grazie a lui che ho scritto dei brani tra narrazione e canto che poi hanno avuto un riconoscimento e due premi nelle sezioni del Premio Daffini. Grazie Giorgio di avermi fatto conoscere il mondo dei e delle cantastorie, tu sei sempre stato un grande custode di questa meravigliosa arte.

GIUSEPPE BELLOSI

Ricordo con stima e ammirazione Giorgio Vezzani e il suo insostituibile lavoro di ricerca e di studio. Mi auguro che le sue innumerevoli registrazioni sul campo, conservate a Reggio Emilia, nell'Archivio Etnomusicologico Giorgio Vezzani, possano entrare a far parte, con le registrazioni di altri ricercatori, di un Archivio sonoro regionale della cultura del mondo popolare dell'Emilia e della Romagna

PLACIDA STARO

Esprimo a titolo personale e anche per conto de I Suonatori della Valle del Savena e dell’Associazione Associazione culturale " e bene venga maggio" il cordoglio per la perdita di Giorgio Vezzani. La sua infaticabile opera, come tutti sappiamo non scevra da frustrazioni, ha contribuito alla formazione di una rete capillare di ricercatori locali, alla sensibilità pubblica nei confronti dei temi della cultura popolare nella nostra regione. Il suo lavoro è stato esempio di collaboratività e di stimolo nei confronti delle giovani generazioni. Le nostre sentite condoglianze a familiari ed amici.

MARIO DI STEFANO

Ho saputo stamane della morte di Giorgio...la cosa mi ha reso oltremodo triste dal momento che ho sempre sentito Giorgio come un caro amico che purtroppo non ho potuto frequentare assiduamente.

Ho sempre apprezzato la sua innata modestia e il suo entusiasmo nella ricerca. Spero che il materiale che ha lasciato abbia trovato una giusta e meritevole collocazione e inoltre che qualcuno prosegua il suo immenso lavoro. 

MAURIZIO BERSELLI

Ciao Giorgio, anche tu ci hai lasciato.

Giorgio Vezzani, una vita con il microfono in mano, dedicata alla ricerca, allo studio, alla documentazione dello spettacolo popolare: i Cantastorie, i Suonatori, il Teatro dei Burattini, le Marionette, il Maggio Drammatico della montagna modenese e reggiana, gli eventi del ciclo stagionale con la Befana, il Carnevale, il Cantamaggio

Un patrimonio inestimabile custodito nei tuoi archivi che si spera possa essere valorizzato negli anni a venire.

Ciao Giorgio dai Suonabanda che tanto ti devono per le tue ricerche.

FRANCO BENNI

Grande onore a Giorgio per quello che è stato, che ha fatto e che ha lasciato. Un ringraziamento speciale a lui anche da parte mia, per l'attenzione e l'affetto che ha avuto nei confronti di mio padre Melchiade, interprete della tradizione violinistica della Valle del Savena. Le persone come Giorgio sono quelle che uniscono, che valorizzano, che aprono gli orizzonti e che contribuiscono a rendere bella la vita. Grazie Giorgio

CENTRO DOCUMENTAZIONE MONDO AGRICOLO FERRARESE     Il MAF di Ferrara esprime le sue più vive condoglianze per la scomparsa di Giorgio Vezzani, studioso e ricercatore, con il quale, dal 2005, procedeva all'organizzazione del Premio Nazionale "Ribalte di Fantasia" per copioni inediti del Teatro dei Burattini

da Lui fondato (con Otello Sarzi) nel 1988.

Pier Carlo Scaramagli

Presidente

CORRADO BARONTINI

Giorgio Vezzani per me

Ho appreso dalla vostra rivista on line della scomparsa di Giorgio Vezzani e ne sono molto addolorato.  Ho conosciuto Giorgio di persona nel 2006 a Ribolla (GR) in occasione del 14° incontro annuale di "Poesia estemporanea".

Era venuto con la cantante folk Lisetta Luchini, ma già sapevo chi era perché lo avevo contattato per avere informazioni sui cantastorie di Maremma e in particolare su Eugenio Bargagli sul quale, alla fine del 1900, ho realizzato una piccola monografia "IL CANTASTORIE - canti e racconti di Eugenio Bargagli". La foto  che misi in copertina era uno scatto realizzato da Giorgio Vezzani che me la fece avere con l'autorizzazione a pubblicarla. Percepii subito la sua grande disponibilità collaborativa e da allora la nostra confidenza si trasformò in una amicizia (anche se a distanza) che mi ha permesso in tutti questi anni di scambiare opinioni e notizie in alcune telefonate che gli facevo per sentire come stava.

Un piccolo lavoro, che ci ha permesso di collaborare, ha riguardato i suoi materiali d'archivio con le interviste realizzate insieme a Romolo Fioroni alla fine degli anni '60 dove, per un caso straordinario, ebbero modo di intervistare Vasco Cai e Nello Landi (due poeti toscani di grande valore).

Giorgio mi telefonò per chiedermi se me la sentivo di collaborare... mi avrebbe mandato i materiali incisi per sapere se riconoscevo le voci di alcuni poeti intervistati .

Quella collaborazione è stata per me un grande regalo.

Abbiamo parlato spesso degli archivi orali e della loro ricchezza di informazioni che racchiudono, oltre che del grande valore culturale che rappresentano... Spero proprio che l'archivio di Vezzani possa avere la giusta collocazione che merita e diventi uno dei "patrimoni" da conservare e da rendere consultabile.

Il 18 settembre 2021, al  convegno su "Maggi e ottava rima" che si è tenuto a Buti (PI) in ricordo del poeta Nello Landi, Giorgio Vezzani fece avere, tramite Lisetta Luchini, un messaggio ed un regalo per i convegnisti: il DVD della "Ricerca sul campo con Romolo Fioroni - Vol.2 - La Toscana" con una piccola nota allegata.

E' stato quello un ultimo regalo che, pur non essendo invitato, dimostra la sua grande sensibilità ed attenzione agli eventi della cultura popolare che lui, con semplicità ed amore, è riuscito a documentare.

Corrado Barontini e Giorgio Vezzani 

Ribolla 2006


JO ANN CAVALLO

Columbia University Department of Italian

Da quando mi sono interessata al maggio epico dell'Appennino tosco-emiliano alla fine degli anni '90, Giorgio Vezzani e la sua rivista Il Cantastorie sono stati per me un punto di riferimento e una grande risorsa. Giorgio è stato così gentile da ricevermi nello studio della sua casa - traboccante di libri, manoscritti e registrazioni – quando mi trovavo a Reggio Emilia. Era sempre generoso con il suo tempo, condividendo i suoi ricordi e le sue conoscenze. In più, grazie alla pubblicazione di saggi sul maggio epico e di veri e propri copioni all'interno delle pagine di Il Cantastorie, ho trovato preziose informazioni che sarebbe stato difficile, se non impossibile, reperire altrove. Giorgio è stato anche molto gentile nel pubblicare nella rivista i pezzi occasionali sia sul maggio epico che sul teatro dei pupi siciliano che gli inviavo, e nel far circolare la notizia del mio documentario Il maggio epico emiliano. Senza dubbio ha toccato la vita di molti inoltre aver contribuito in modo fondamentale a mantenere viva la tradizione del cantastorie e della cultura popolare in generale, e ci mancherà molto.

WAINER MAZZA

Nel nome di Giorgio Vezzani che ci ha lasciato in questi giorni. Da cantastorie io sono cresciuto e ho conosciuto questo mondo grazie a Giorgio Vezzani e GianPaolo Borghi. Nel ricordare Giorgio viene in evidenza la sua grande predisposizione verso il mondo del folclore e dei cantastorie di cui è stato un valido ed inesauribile cantore conoscendo tutto e di tutti. La sua considerazione, anche se alle volte critica e tutta personale, ha permesso e permetterà di lasciare traccia imperitura di ognuno di noi. Il suo esempio nei confronti della materia che a tutti noi sta a cuore deve essere da guida e da sprone nel mai arrendersi a  quel declino che , in tante occasioni, sembra inevitabile. Una lezione costante di attaccamento e di studio che , per nostra fortuna, rimane in centinaia-migliaia di documenti che potremo sempre fare nostri e valorizzare nel ricordo di uno studioso che, anche in maniera arcigna e diretta, ci ha tracciato la strada. Grazie Giorgio

WILLIAM BIGI

L’ ASSOCIAZIONE ” AMICI DELLA PIVA DAL CARNER” ricorda la recente scomparsa dell’ Amico GIORGIO VEZZANI , appassionato ricercatore culturale, che in oltre 50 anni di ricerca ha creato un importantissimo ARCHIVIO ETNOMUSICOLOGICO , costituito da documenti sonori , fotografici , librari ,  e documentari , donato nel 2015 , con Atto Notarile , all ‘ Istituto Superiore di Studi musicali ” Achille Peri ” e “Claudio Merulo”.  Inoltre Giorgio Vezzani ha diretto e pubblicato , a partire dal Dicembre 1963 , la Rivista di Tradizioni Popolari ” Il Cantastorie ” .

 

LUCIANO FILIPPI  ( Gildo dei Fantardi)

Ho appreso la notizia proprio in questo  momento proprio mentre stavo controllando le mail dopo aver inviato alla redazione   de  I Fatti vostri rai due che martedi 18 gennaio mi ha invitato a parlare della chitarra persa due anni fa e raccontare anche in sintesi la vita da cantastorie...Nella mia mente c'era il pensiero di menzionare tra gli storici cantastorie che ricordo, anche Giorgio....e naturalmente la sua creatura che ad oggi è ancora in vita...appunto il cantastorie...Un grande dolore, la sua perdita, Cerchiamo di continuare in sua memoria ricordando il suo immenso valore

GIOVANNA MARINO PORTELLA

...un eroe innamorato della sapienza vocale e artistica popolare dei cantastorie con le loro tematiche...un Grazie di cuore a Giorgio Vezzani...

ETTORE BELTRAMI

Ciao Giorgione eravamo colleghi.. sapevo dei tuoi interessi culturali....ma non a tal punto..RIP

PIETRO LINO GRANDI        

Addio caro Giorgio, faro dei miei canti e dei miei maggi!!!

DANIELE PALMIERI

Onore al merito. Non lo conoscevo ma, da quanto leggo, è stato infaticabile ricercatore e divulgatore delle tradizioni popolari canore. Una prece.

GIOVANNI VARELLI

Ho avuto l'onore di scrivere un pezzo in un numero del Cantastorie sul suo archivio nell'istituto Peri di Reggio Emilia. Una vera perdita per la nostra cultura popolare

ROBERTO FIDANZI

Se non ricordo male, con Giorgio Vezzani ci siamo conosciuti alla rassegna di cantamaggio di Bardi nel 2006.  Sicuramente,  dato che al tempo ero il responsabile della rivista di vita di paese e tradizioni popolari La Sentinella del Braccagni, molti erano i nostri rapporti epistolari. Ricevevo  regolarmente la rivista Il Cantastorie, lui la nostra piccola rivista.

Sicuramente nella rivista Il Cantastorie ha sempre trovato spazio tutta l’attività del Gruppo Tradizioni Popolari Galli Silvestro di Braccagni, dalla Festa del Maggio alle Befanate alla poesia in ottava rima,  e questo per noi è stato un grandissimo onore.

Il suo incrollabile attaccamento alle tradizioni popolari, nonostante l’avanzare dell’età,  il suo romanticismo, ne hanno fatto per me un punto di riferimento .

Se ne va davvero una bella persona

LUCIANA NORA

Un grande dolore davvero. Scompare un amico, un punto di riferimento certo, sempre disponibile grandemente competente. Una notizia che mi mette in tal confusione da non riuscire a trovare le parole.

CLAUDIA LUGLI

La sagacia, la passione per la tradizione popolare e l'ironia di Giorgio Vezzani sono beni preziosi che rimangono nei nostri cuori. Lo ricorderemo sempre con grande affetto. Sagra nazionale dei cantastorie Fiera di SanMartino Santarcangelo di Romagna.

FRANCESCA BUSACCA

In grande dispiacere. Fu fondatore di un'importante rivista.

Condoglianze alla famiglia

GIANNI MOLINARI

Grande Giorgio....amico dei cantastorie....r.i.p.

PIERO NISSIM 

 Vi prego di far pervenire alla famiglia di Giorgio la mia

vicinanza e la stima che ebbi di lui.

NICOLA CASER

Il 21 dicembre Giorgio  aveva risposto ad una mia lettera. Pochi giorni fa      gliene avevo mandata un'altra. Dal 1997 eravamo in contatto, nel 2002 lo avevo visitato a Reggio, c'era ancora sua madre. Faccio le condoglianze a tutti i suoi parenti e a tutti i suoi amici. Giorgio ha ricercato e pubblicato la creatività delle persone.

ROBERTA PESTALOZZA

Giorgio Vezzani, una persona che ho incontrato sempre negli appuntamenti dedicati a Giovanna Daffini a Motteggiana: fra, con e per i cantastorie.

La sua profonda passione per la ricerca e per lo studio mancheranno molto a questo mondo.

Unica la sua instancabile capacità di stare in mezzo alle persone e

al suo grandioso lavoro di costruttore di legami e relazioni generative legate al fantastico mondo del teatro di vitale cultura e di cura dell’umano.

 Ciao Giorgio!

GINO PENNICA

Mi unisco al cordoglio, per la scomparsa del GRANDE Giorgio Vezzani. Che ha curato e seguito i cantastorie, sempre presente nelle occasioni di rappresentazione delle tradizioni musicali e teatrali e che tanto ci ha lasciato. Un ricordo riconoscente e di stima.

 

COMPAGNIA MAGGISTICA MONTE CUSNA

Questo il ricordo di Giorgio Vezzani, nelle parole di Giordano Zambonini, a nome di tutta la Compagnia Monte Cusna:

"Un giorno era stato a Castiglione per registrare un nostro Maggio... credo fosse il Ponte dei Sospiri... Giorgio era senza macchina e io lo accompagnai a casa, a Reggio Emilia... e per la prima volta presi visione del suo lavoro. Poi, negli anni, ci ha seguito spesso, anche insieme a Romolo Fioroni e la gratitudine per la sua attenzione nei nostri confronti ce lo fa ricordare oltre che come un grande studioso del teatro popolare e dei cantastorie anche e soprattutto come un amico sincero e leale". 

CRISTINA MELAZZI

Un pensiero e un saluto a Giorgio Vezzani anche da parte mia.

Da tanto non avevamo contatti diretti ma sapevo che il lavoro suo e del Gruppo del Cantastorie proseguiva con la consueta serietà e costanza di sempre.

Avevo avuto modo di conoscerlo, in tempi ormai lontani, primi anni ’70, quando, per buona sorte, Roberto Leydi accettò di seguirmi per la tesi di laurea (un’indagine sul canto di filanda in area lombarda), contemporaneamente offrendomi anche l’occasione di nuovi contatti con suoi collaboratori, ricercatori e studiosi impegnati in vario modo nell’ambito della cultura popolare.

Discreto e, così mi appareva, molto ‘serioso’, Vezzani si dimostrò (con una certa sorpresa da parte mia) interessato ai miei primi passi in questo campo di studi. Volle segnalare su Il Cantastorie la mia ricerca ed anche pubblicare, nel ’74, una intervista che realizzammo con Mimmo Boninelli a Milano alla Nuova Compagnia di Canto Popolare, in occasione di un concerto tenutosi al Salone Pier Lombardo (l’attuale Teatro Franco Parenti). Grazie a suoi contatti, nel ’73 avevo partecipato, ad Orvieto, a un convegno nell’ambito di un Festival dedicato a arte popolare e mestieri tradizionali.

Nell’occasione degli appuntamenti comaschi per l’Autunno Musicale venne a trovarmi in paese (sono originaria di Bellagio) e fu grazie a lui che, come Biblioteca, promuovemmo nel ’76 un bel concerto/spettacolo di Cantastorie con il grande Adriano Callegari.

Anni dopo, nell’80, ancora ospitò sulla Rivista (N.30) una piccola interessante ‘riscoperta’ di un lavoro didattico realizzato da una classe elementare del lecchese, dedicato a Fioro Losa, burattinaio di Cisano Bergamasco, di cui gli avevo parlato e che Vezzani aveva senz’altro accettato di valorizzare.

Ne riferirà anche in seguito, per un nostro convegno dedicato a Losa, promosso, con i familiari ed il Comune di Cisano Bergamasco, da Museo Etnografico dell’Alta Brianza e Comunità Montana.

Così come non mancava di segnalare e recensire, nella rubrica sulla Rivista, realizzazioni (il Museo Ca’ Martì dedicato alla cultura dei muratori di Carenno) e pubblicazioni del nostro territorio, a cui avevo direttamente contribuito (con Massimo Pirovano, Angelo De Battista, Sergio Vaccaro e altri).

Oltre alla Rivista, ricevevo articoli e segnalazioni su argomenti che sapeva di mio interesse.

Discreto ma attento e non certo privo d’ironia, in seguito alle prime registrazioni a Premana per la Ricerca Adda (1973) a cui avevo partecipato con ricercatori dell’Istituto De Martino, Vezzani mi spedì un sorridente messaggio ‘in codice’ segnalando l’avvio di nuove indagini da parte di altri studiosi.  Messaggio che conservo ancora, proprio perché smentiva quell’aria di eccessiva seriosità che inizialmente mi pareva un suo tratto e, d’altro canto, confermava un’attenzione verso l’impegno, pur limitato e ‘fuori zona’, che portavo avanti, di cui gli sono riconoscente.

Mi perdonerete se non ho parlato, qui, dell’importanza del suo lavoro di studioso, ma mi sentivo di ricordare di lui questo aspetto ‘cortese’ che molti altri, come me, avranno senz’altro conosciuto. 

LORENZO FIORONI e i MUSICISTI DELLA COMPAGNIA DEL MAGGIO DI COSTABONA

OTTAVA PER GIORGIO

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Al caro amico Giorgio oggi rendiamo

commossi il nostro ultimo commiato

Quellodelcantastorie hai tu chiamato:

Accoglilo Signor, noi confidiamo

Con fine intelligenza ha ricercato

raccolto e tante storie tramandato


LORENZA FRANZONI

Ciao Giorgio,

Scusa, se solo ora che sei morto, riesco a darti del tu, come mi hai sempre chiesto. Prima, proprio non ci riuscivo, per una forma di rispetto, così come con Otello. C’eravamo sentiti da poco, eri sempre allegro e cordiale e con le tue domande sornione mi confondevi e ti divertivi. La cultura popolare ti deve molto, ma anche noi, uno per uno. Ci hai sempre dedicato la tua attenzione, hai scritto per noi monografie e spesso ci hai sorpreso. Quando ho chiesto alla città, volti che ispirassero storie, ho trovato anche il tuo: eri andato dal fotografo con grandi baffi neri e, nonostante lo stesso giorno della pubblicazione ci sia stato un forte terremoto, qualcuno ha scritto una storia ispirandosi a te, così sei diventato un attore nello spettacolo di fotogrammi che celebrava la prima proiezione cinematografica a Reggio Emilia. Ti ricordo dinoccolato e tranquillo spuntare tra il pubblico sul fondo, con registratore e macchina fotografica, ogni volta che potevi, ma quando mi hai chiamato, perché hai ritrovato vecchi provini, ho scoperto che c’eri anche quando non ti vedevo. Penso che ognuno di noi non possa che ricordarti nel tuo studio, pieno di cartelle, che pian piano è andato svuotandosi, rivelando i muri color tabacco: in tanti anni li hai dipinti tu, sigaretta dopo sigaretta. Un giorno mi hai consegnato il disegno di Nani Tedeschi in cui ero ritratta con Katia e Patty, il Teatro delle Meraviglie. Credevo fosse stato disegnato su carta giallina, poi, quando ho tolto il vetro, mi sono accorta che avevi affumicato anche quello e mi è venuto il dubbio che anche i tuoi occhiali all’inizio non avessero le lenti colorate. Quando ho saputo che eri morto, sono subito passata sotto casa tua: le tapparelle erano abbassate come il solito, come se tu fossi in casa al computer. Siamo noi la tua famiglia, Giorgio, anche se tra noi non ci conosciamo, tu ci conoscevi tutti e spero che qualcuno che sa farlo, prima o poi, canti la storia di Quello del cantastorie.

 

ALESSANDRO BENCISTÀ

Io ho conosciuto Giorgio piuttosto tardi, in occasione di incontri a studi o convegni organizzati anche in Toscana, ma il ricordo migliore che posso lasciare è quello relativo al suo immenso lavoro di ricerca poi confluito nell'Archivio, che ebbi occasione di visitare, insieme a Lisetta quando tutta la documentazione raccolta in una vita dedicata alla ricerca fu trasferita all'Istituto Peri della vostra città. Molti anni prima, lavorando sul contrasto in ottava rima fui sorpreso di leggere su un estratto dei vecchi numeri del Cantastorie (n. 7-8, 1982) degli articoli di Dante Priore, dedicati ai poeti estemporanei fiorentini che mi fece capire come le mie ricerche fossero arrivate in ritardo, Giorgio mi aveva preceduto.

 

Oggi dobbiamo constatare che la valorizzazione di questa cultura, con il riconoscimento dell'UNESCO concesso all'"immateriale" è una realtà, un lavoro che continueremo a portare avanti, continuando la strada che il suo insegnamento ci ha indicato.

GIAN PAOLO BORGHI

La scomparsa di Giorgio Vezzani ha provocato un vuoto incolmabile sia tra gli studiosi di cultura popolare sia tra gli artisti del mondo popolare, che per decenni hanno considerato la sua rivista (inscindibile dalla sua persona) punto di riferimento e spazio comunicativo.

Non è facile per me, oggi, scrivere di lui, perché l’emozione non me lo consente, ma lo farò in futuro. Dovrò farlo!

Ho conosciuto Giorgio Vezzani nel 1975, alla Fiera Millenaria di Gonzaga. Mi fu presentato dal comune amico, il cantastorie Marino Piazza, che, con il collega Lorenzo De Antiquis, lo aveva incoraggiato a fondare la rivista “Il Cantastorie”. Fresco di laurea, ero con i miei genitori, anche loro stupiti dalla sua modestia. Da qualche anno avevo iniziato a raccogliere materiali sui cantastorie di allora e di un tempo e quindi iniziammo una lunga conversazione (solo più tardi compresi quanto fosse schivo e riservato e con quanta ritrosia avesse risposto alle mie incessanti domande!) ripromettendoci di scambiarci esperienze e materiali raccolti. Si era fatto tardi e mi chiese di accompagnarlo alla stazione ferroviaria per consentirgli di ritornare a Reggio Emilia. Come tanti intellettuali di allora, non aveva la patente (né mai volle sostenere l’esame di guida!) e mi offrii di accompagnarlo a casa. Eravamo in quattro sulla mia “500” e Giorgio dovette quasi piegarsi in due per entrarvi!

A quell’incontro ne seguirono tantissimi altri, per quasi mezzo secolo, con centinaia di migliaia di chilometri percorsi “tra” cantastorie, maggi lirici e drammatici, burattini, carnevali e feste calendariali. Era infaticabile quanto - ripeto - modesto, ma con una passione per quel mondo sempre immutata!

Ho voluto brevemente ricordarlo non come studioso, ma soprattutto come amico: mi sembra ancora di vederlo scendere dalla mia macchina (sempre piccola per lui!), con il vecchio registratore Uher e la macchina fotografica a tracolla, allontanarsi e salire i gradini di casa…

Ciao, Giorgio!

LISETTA LUCHINI

PER GIORGIO  

 Anch’io devo e quindi voglio scrivere due parole per Giorgio anche se la cosa mi costa molto. Non riesco ancora bene a capacitarmi come sia possibile questa partenza cosi inattesa.

Pochi giorni prima abbiamo parlato come sempre delle “solite cose” che ci appassionavano ed hanno resa possibile la nostra amicizia fin da subito. L’averlo conosciuto tantissimi anni fa, ha aperto i miei orizzonti di molti gradi, sono uscita dalla Toscana, mi sono confrontata con realtà diverse, ho conosciuto tanti artisti, amici, personaggi, ho cantato con loro, ho capito che ero una Cantastorie e poi l’AICA, Motteggiana, Giovanna Daffini...e via e via.

Se penso alle opportunità che mi ha dato, al materiale di ricerca, alle dritte, alle risposte ponderate e metaforiche per le mie domande impossibili sul ruolo dei cantastorie, sul senso, sul perché, capisco quello che gli devo.

Ho sempre avuta per lui una riconoscenza enorme che ho cercato di dimostrargli in tutti i modi ed ho sempre voluto dare il massimo per essere all’altezza della sua considerazione ma speravo in tempi molto piu’ lunghi. Sono tristissima e al tempo stesso arrabbiata per questa sua ingiusta sorte. Nel tempo a venire forse potrò esprimermi meglio.

LUIGI D'AGNESE

La dipartita di Giorgio, mi ha letteralmente sorpreso. Conoscevo Giorgio da molti anni, grazie all'amicizia con Gian Paolo Borghi, anche se solo telefonicamente, si era creato una grandissima "condivisione" per la Passione che nutrivamo nell'andare alla ricerca della Musica di Tradizione Orale. Lui già molto affermato, io alle prime armi essendo la fine degli anni '90 e inizi anni '2000. Giorgio, era entusiasmato per le mie ricerche etnografiche, ricordo quella sul "Flauto di Corteccia di Castagno" e sul suo "Cantastorie" illustre rivista a tema, ne pubblicò una buona quantità. Ne conservò buona parte dei numeri cartacei.

Con Giorgio, parlavamo della musica di tradizione orale in Italia, dei tanti portatori sani- cantatori e suonatori- e della loro bravura, condivideva il fatto che i più bravi erano quelli meno socievoli, quelli più gelosi del loro sapere. Mi diceva sempre, dobbiamo insistere, arriverà il tempo dove tutto si trasformerà e in alcune parti si perderà del tutto.

Ciao caro Giorgio, forse avevi ragione Tu.

Le nostre chiacchearate telefoniche, resteranno sempre nella mia mente.

Grazie di averti conosciuto e per il tuo pregiatissimo "Cantastorie" resterai Eterno.

Un abbraccio, Luigi!  

   

GIULIANO BIOLCHINI

Ho voluto aspettare qualche giorno prima di scrivere di Giorgio Vezzani. Ero esitante, non volevo lasciarmi trascinare dalla tristezza. Ora sento che è giunto il momento di esprimere emozioni, ricordi che parlano della sua ironia, del suo modo di essere. Penso che se ne sia andato come aveva deciso di fare, senza disturbare nessuno e con la tranquillità di sapere come la sua creatura, l’archivio etnomusicologico, stava procedendo nella giusta direzione. Negli ultimi periodi mi telefonava spesso, verso sera. Qualche giorno prima della sua scomparsa mi chiamò per dirmi dove aveva posizionato alcuni faldoni che mi interessavano. Il nostro rapporto si era ravvivato dopo alcuni anni in cui si era interrotto; lui aveva litigato con me, ma io non avevo litigato con lui. Vezzani era così. Avevo conosciuto Giorgio tramite G.P. Borghi mentre stavo preparando la tesi con R. Leydi. Mi ero rivolto a lui per avere documentazione a stampa relativa a Canzoni Narrative e Balli popolari dell’Appennino tosco-emiliano. Arrivato a casa sua, in via Manara, mi accolse sua madre. Lo aspettammo insieme mentre era di ritorno dal lavoro a Milano. Fu molto gentile e disponibile. Rimasi molto sorpreso per sua disponibilità e, soprattutto, dall’enorme raccolta di documenti che potevano interessarmi, tanto da non ricontattarlo più per anni nel timore che mi chiedesse conto di ciò che mi aveva dato. Il rapporto con lui iniziò a prendere forma quando all’inizio del 1999 avevo avuto un incarico per la digitalizzazione e la classificazione di documenti sonori da parte dell’IBC della Regione E.R. per un progetto pilota di catalogazione delle fonti orali. Vezzani era molto interessato perché stava già pensando a mettere in sicurezza tutta la sua raccolta e renderla disponibile. Fu l’occasione per regalargli un registratore digitale e convincerlo ad utilizzarlo. In quel periodo frequentai molto la sua casa collaborando con il Cantastorie per la stesura di diversi articoli, la pubblicazione de “Il Carnevale di Benedello” scritto a quattro mani con G.P. Borghi. Per l’inaugurazione della mostra dedicata a R. Leydi dovevamo andare insieme a Bellinzona nel centro di dialettologia dove il Prof del DAMS aveva depositato il suo archivio.  Mi fece dormire a casa sua per poi dirmi, al mattino, che non si sentiva bene e che avrei dovuto andare solo. Io avevo, naturalmente, avevo già intuito il suo proposito e lo assecondai anche se con dispiacere. Anche per “Il giorno di Giovanna”, l’evento organizzato annualmente per ricordare Giovanna Daffini a Motteggiana, fu motivo di frequentazioni e discussioni su come si stava evolvendo l’Archivio etnomusicologico al Conservatorio “Peri” di Reggio Emilia. In quel periodo non era molto soddisfatto di come stavano andando le cose, era arrivando fino al punto di confidarmi di voler revocare la donazione e cercare un altro destinatario. Alla fine grazie alla persuasione delle persone a lui più care si convinse che quella era la scelta migliore. Nel frattempo stava riascoltando le sue vecchie bobine per indicizzarle in modo più preciso. Mi aveva affidato il compito di procurargli registratori a bobine ancora funzionanti; credo averne comprato negli anni almeno quattro solo per lui al mercatino annuale di Marzaglia. Ultimamente quando mi telefonava parlavamo spesso di come stava procedendo la sistemazione dell’Archivio e dell’importanza di una sezione etnomusicologica in una Biblioteca come quella del “Peri” molto ben fornita di materiale musicale “colto” dedicato al Novecento. Sono certo che fosse soddisfatto nel vedere che il lavoro di una vita, la sua, avesse preso il largo lasciando dietro sé tracce, testimonianze ormai uniche e irripetibili di vita popolare.

 

Ciao Vezzani