GIORGIO PER NOI

 

 

GIORGIO VEZZANI  “QUELLODELCANTASTORIE” ovvero:                Studioso...collezionista ...giornalista, perché no?

Questo era il suo modo di presentarsi scherzosamente, sorridendo delle sue poliedriche caratteristiche e sfaccettature, sulla esperienza unica nel suo genere iniziata alla fine degli anni ‘50 del ‘900. E questo è anche il titolo dei due volumi da lui prodotti  “quellodelcantastorieAppunti per la storia di una rivista: Il Cantastorie, 1963-2011 a conclusione di un  lungo cammino che si è incrociato e ha attraversato la storia vista con la lente di ingrandimento e lo sguardo dell’appassionato cultore dei cantastorie e delle tradizioni popolari. La sua è stata una interpretazione della realtà italiana dal basso, che attraverso le pagine della Rivista ha fatto conoscere un mondo ai più sconosciuto quello dei cantastorie e della piazza come microcosmo di tutte le attività umane. Oltre alla maggior parte dei cantastorie italiani Vezzani ha documentato attraverso musica, teatro e opere librarie ogni tipo di espressione culturale di oltre mezzo secolo. Il cantastorie Lorenzo De Antiquis ha definito la Rivista di Tradizioni Popolari Il Cantastorie come un ponte che ha unito l’Italia contadina a quella industriale. Il 1963 segna l’inizio della sua avventura editoriale che ha coinciso con i grandi cambiamenti epocali di transizione sociale.  Inizialmente la Rivista descriveva e  documentava il mestiere del cantastorie che Giorgio ha conosciuto anche attraverso l’amicizia e la frequentazione con il decano dei cantastorie  Lorenzo De Antiquis, fondatore e Presidente dell’A.I.CA. (Associazione Italiana Cantastorie) e, fin dai primi numeri, il “notiziario A.I.CA.” ha sempre avuto uno spazio dedicato agli allora numerosi cantastorie in attività. Con il passare del tempo e i mutamenti avvenuti la Rivista ha documentato altro, dando però voce agli aspetti meno conosciuti, riservando spazio agli operatori stessi del mondo popolare: burattinai, artigiani, poeti in ottava rima, artisti vari e tutto l’universo che ruota intorno alla musica e alle tradizioni popolari.                                                                                   Vezzani era editore e direttore, giornalista, impaginatore. Tutti questi saperi li metteva in pratica nella sua creazione, con la cura e la competenza dell’artigiano che segue ogni fase del proprio lavoro.  Dalla ricerca delle notizie, interviste recensioni di libri, dischi, cronache degli avvenimenti riguardanti non solo il mondo dei cantastorie . Dalla correzione delle bozze all’impaginazione, dalla stampa fino alla spedizione di cui curava personalmente l’elenco degli abbonamenti.  Ed è stato proprio quel carattere di artigianalità, vera e propria forma di arte, che ci ha attratti. Alla fine degli anni ‘80 su una copia della rivista   “Etnie” leggemmo la pubblicità de Il Cantastorie e subito ci siamo abbonati compilando il bollettino postale per l’invio della richiesta. Allora era questa la prassi, senza posta elettronica, tutta la comunicazione avveniva tramite rapporti epistolari e telefonici. Abbiamo iniziato a conoscere il mondo dei cantastorie da un articolo di Giorgio Vezzani riguardante una mostra sulla piazza universale che, a livello embrionale e spontaneo già seguivamo, documentando con immagini la realtà dello spettacolo di strada a Milano. In seguito l’interesse per tutto ciò che avveniva sulla piazza milanese lo abbiamo approfondito e ampliato e si è concretizzato in articoli e contributi vari confluiti poi nella Rivista. Le nostre prime collaborazioni risalgono ai primi anni ‘90 con articoli sul “liscio delle origini”, la tradizione della Pasquella nell’anconetano dove più volte abbiamo seguito i rituali. Un altro filone che in quegli anni abbiamo intrapreso è stato quello delle interviste: al cantastorie siculo milanese Franco Trincale e a Luciano Sada detto “Pinza”,oste di una storica locanda milanese, la “Briosca”, cantante, attore e operatore culturale. In quegli anni frequentavamo Vezzani assiduamente e possiamo dire che ci ha fatto un po’ da maestro anche se il suo carattere molto schivo e asciutto non consentiva molta confidenza. I nostri scritti, come quelli di tutti i collaboratori, non venivano mai “corretti”, privilegiava sempre l’aspetto della spontaneità e questo, secondo noi, è un grande pregio. La sua sottile ironia, il suo sarcasmo, le sue “strane” battute ermetiche, spesso da interpretare, facevano di Giorgio una persona unica e non catalogabile. Abbiamo iniziato come collaboratori poi, successivamente, facendo parte della redazione e, dietro suo suggerimento, abbiamo costituito una redazione milanese autonoma che aveva denominato “on the road” per i nostri frequenti spostamenti. Molti ricordi ci legano a Giorgio, ci accoglieva nella sua casa stracolma di libri, dischi, riviste e scaffali ricchi di faldoni. Con lui raggiungevamo località sperdute sull’Appennino Reggiano dove ancora oggi si svolgono le Rassegne dei Maggi drammatici di cui era un vero appassionato e cultore. Andammo alla rassegna del Cantamaggio a Bardi, sull’appennino parmense. Sempre in quegli anni insieme abbiamo preso parte all’inaugurazione del Museo del Maggio di Riolunato. Di quella occasione ci piace ricordare che non avendo noi trovato posto in albergo, dormimmo in tenda in un campeggio. Ci fu un temporale micidiale per tutta la notte e al mattino Giorgio venne a svegliarci per assicurarsi che fossimo sopravvissuti!  Alla fine degli anni ‘90, si costituì l’Associazione Culturale Il Treppo, ente non commerciale e senza fini di lucro, nata per diffondere e sostenere la pubblicazione de Il Cantastorie. Poco tempo prima, nel 1997, organizammo insieme a Mario Toffoli, dell’Associazione La Conta, presso il circolo Arci Bellezza di Milano, una giornata a sostegno de Il Cantastorie a cui Giorgio fu contento di partecipare. Un evento davvero speciale con tanta solidarietà e affetto per Giorgio Vezzani e la sua Rivista. L’associazione Il Treppo ha accompagnato per molti anni la vita e l’attività editoriale della Rivista fino alla sua chiusura avvenuta nel 2011 per volontà dello stesso Vezzani che ha voluto terminare la lunga esperienza e dedicarsi alla sistemazione del suo materiale che aveva dato all’Istituto Superiore di Studi Musicali “Achille Peri” di Reggio Emilia. Istituto che ha così costituito l’Archivio Etnomusicologico Giorgio Vezzani “Il Cantastorie”.                                                                                                  Giorgio non aveva condiviso in pieno la nostra proposta, fatta dopo la chiusura de Il Cantastorie cartaceo, di tenere in vita un sito per continuare quel lavoro di documentazione e divulgazione che era una caratteristica della Rivista, però non ha mai fatto venir meno il suo sostegno, i suoi consigli e suggerimenti. Ad esempio fu lui ad organizzare il nostro incontro, nel 2014, con Sandra Mantovani che intervistammo per ricordare Giovanna Daffini nel centenario della nascita. Giorgio ha continuato costantemente ad inviarci materiale da pubblicare in rete e mantenuto i contatti fino ai primi di gennaio, pochi giorni dalla sua improvvisa scomparsa. Ci siamo incontrati l’ultima volta a Villa Saviola di Motteggiana nel 2019, a giugno, in occasione della premiazione del concorso per testi inediti da cantastorie. Un appuntamento al quale Vezzani cercava di non mancare. Giorgio ora ci ha lasciato, ma per tutto quello che ha fatto rimane un compagno di viaggio, anche in suo nome cerchiamo di continuarne il percorso, consci che ci mancherà moltissimo. Quando ci sentivamo al telefono e gli chiedevamo: “come stai?” Lui rispondeva solamente “abbastanza”. Ecco noi andiamo avanti… abbastanza.

Tiziana Oppizzi

Claudio Piccoli