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Gian Paolo Borghi


FOLKLORE SU NASTRO

Articolo apparso sul n. 3 (2014) di "IBC", rivista dell'Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna.

 

Sessant'anni fa la moderna ricerca etnomusicologica apportò significativi contributi in Emilia e in Romagna grazie all'attività effettuata dal grande studioso americano Alan Lomax (1915-2002), impegnato in Italia in una capillare campagna di registrazione magnetofonica che lo condusse, con la collaborazione di Diego Carpitella, alla rilevazione di circa tremila documenti sonori corredati di significativi diari fotografici.

Figlio di John Avery Lomax, uno dei pionieri della ricerca folklorica americana, Alan aveva già realizzato una monumentale attività di ricerca negli Stati Uniti, anche in qualità di dipendente dell'American Folklife Center, l'archivio sonoro della Library of Congress di Washington. Oggetto di attenzioni da parte dell'allora imperante maccartismo, nel 1950 Lomax si trasferì in Inghilterra dove con la BBC intraprese un rapporto di lavoro finalizzato alla realizzazione di trasmissioni radiofoniche, anche se il suo principale intento era incidere una serie di dischi etnomusicologici per la Columbia World Library.1

Dopo una campagna di ricerca in Spagna nel 1952, sempre in collegamento con la BBC e la Columbia World Library, programmò di portarsi nel nostra penisola per proseguire la sua campagna di raccolta: "Nel 1953 Lomax rivolge la sua attenzione all'Italia, un altro paese la cui musica ritiene necessario documentare in un disco della Columbia World Library. Nel settembre del 1973 Lomax soggiorna per qualche tempo a Roma, e visita più volte il Centro nazionale di studi sulla musica popolare (CNSMP), l'unico archivio di musiche folkloriche esistente in Italia, diretto da Giorgio Nataletti".2

Dopo avere compreso le difficoltà di realizzazione di un'antologia sonora con le sole registrazioni conservate dall'istituzione romana, Lomax decise di affrontare nuove ricerche cercando di avvalersi dei supporti economici già ottenuti per la precedente impresa spagnola.3 Stipulò quindi un accordo operativo con il CNSMP e, dal luglio 1954 al gennaio 1955, portò a termine con Diego Carpitella, allora assistente del Centro, una rilevante opera documentaria che dimostrò tra l'altro (anche a futura progettazione di indagini etnomusicologiche) la persistenza nel mondo rurale italiano di una rilevante varietà di repertori canori e musicali di tradizione orale.4 La sua ricerca si estese dal Piemonte alla Sicilia e alla Sardegna e comportò un viaggio di ben 25.000 miglia, effettuato con un furgone Volkswagen e con il supporto di attrezzature tecniche di soddisfacente professionalità.

La sua campagna si incentrò, nel mese di novembre, in Emilia e in Romagna, dove raccolse complessivamente un centinaio di documenti.5 Prima del suo lavoro, il territorio regionale era stato interessato soltanto da una ricerca storico-orale di Ernesto de Martino che, tra il 1951 e il 1952, nel Ravennate, aveva registrato testimonianze e canti sulle tracce di un riscontrato folklore progressivo emiliano e romagnolo (confidando di stimolare anche una nuova produzione).6


Alan Lomax privilegiò un'ampia fascia appenninica, dal Forlivese al Parmense, ma realizzò pure registrazioni nelle pianure ferrarese e modenese.
7 I materiali che raccolse costituiscono un'importante esemplificazione del patrimonio dell'espressività orale emiliana e romagnola, dal canto (narrativo, lirico-monostrofico, eccetera) ai riti calendariali (Capodanno, Vècia e Pasquella, Maggio lirico e drammatico), dalle danze e dai canti a ballo (balli staccati ed esempi di ballo liscio delle origini) ai repertori infantili (ninne nanne, filastrocche).

Da un sia pure sintetico commento dei documenti reperiti si nota, per esempio, che le sue ricerche condotte in Romagna misero in luce un notevole numero di musiche di danze tradizionali; nei territori di Civitella e di Bagno di Romagna, infatti, Lomax registrò le seguenti: Ballo di invitoTresconeBallo della mela (con canto, raccolto anche a Ranchio), Ballo dei gobbiPavanellaRussiana (in due versioni) e Monferrina. Interessanti anche le tre versioni della Pasquella(significativo rito itinerante di questua legato alla notte dell'Epifania, tipico della Romagna e di altre realtà territoriali marchigiane, umbre e laziali) raccolte a Bagno di Romagna e a Ranchio. In quest'ultima località reperì inoltre esempi di canti alla boara (canti del "boaro" che guida i buoi o, più genericamente, intonati durante il lavoro dei campi). L'etnomusicologo fece pure conoscenza, a Longiano, con il repertorio dei "Canterini Romagnoli", che eseguirono, tra le altre, A gramadôra, la canzone di Aldo Spallicci, musicata da Cesare Martuzzi, più nota come Bêla burdèla (dall'incipit).

In territorio ferrarese Lomax rilevò alcune ninne nanne di splendida esecuzione correlate ai riti legati alla calendarietà tradizionale, il Canto dell'anno e la Vècia(riti di questua itinerante, di capodanno e carnevaleschi, praticati nel Ferrarese e nel finitimo areale polesano). Un canto sociopolitico, in particolare, O cancellier, eseguito da un coro di voci miste a Mezzogoro e legato alle lotte bracciantili dei primi anni del dopoguerra, confluì in seguito in vari dischi antologici.

Dell'Appennino bolognese Alan Lomax privilegiò la Valle del Reno, dove registrò una ninna nanna, alcune musiche di balli tradizionali (Bergamasca e Trescone,Monferrina e TresconeGiga e Trescone), nonché una Polca e un Valzerino, eseguite da Sergio Labanti all'organetto bolognese e da Catullo Cova alla chitarra-lira.8

L'Alto Frignano destò l'interesse dello studioso americano, che fissò la sua unica base operativa a Riolunato, dove raccolse un numero rilevante di documenti. Riolunato, in quegli anni, vantava ancora la funzionalità di tutte le forme rituali-musicali del Maggio: lirico, sacro (delle anime purganti) e profano (delle Ragazze), ed epico (localmente detto del Castello, dall'ultima località di rappresentazione). Diversi furono i canti raccolti, eseguiti anche in coro (dal 1948 in paese era attivo un coro a voci miste), tra i quali Barucabà, satiricamente (e inconsapevolmente, in ambiti locali!) antiebraico.

La pianura geminiana, quella lambita dal Panaro, svelò soprattutto canti e zirudèlesatiriche. La montagna reggiana ebbe invece come protagonista la località di Costabona, nota per la presenza del maggio drammatico. Lomax registrò vari esempi di questa forma rappresentativa e, in particolare, una riduzione (con parte narrata) di Brunetto e Amatore, dell'autore locale Stefano Fioroni, predisposta in una sola notte dal nipote Romolo, anch'egli autore di maggi. Tra i documenti raccolti al magnetofono, il suono del tamburo per bandire lo spettacolo e frammenti dall'Orlando furioso e da La storia di due fratelli sconosciuti. Di un certo interesse, ancora, canti del repertorio delle mondariso (Sento le rane che cantano e Avevo una ragazza) eseguiti da mondine ed ex mondine, il cui lavoro nelle risaie non occupava soltanto la mano d'opera femminile di pianura.

Le registrazioni realizzate da Lomax a Compiano, il paese degli "orsanti", nella parmense Valle del Taro, completano il ciclo appenninico di Alan Lomax. I cinque canti, ivi rilevati alla Locanda del Principato da voci maschili (Baicicin vattene a cà,Noi siamo compianesiIl 29 luglioSono venuto dalla FranciaE tu perché sei mora) attestano pure le influenze dialettali liguri già riscontrabili in quel territorio.9

Diverse registrazioni emiliane e romagnole (questo corpus, peraltro, risulta per circa due terzi tuttora inedito) furono presentate nel corso della trasmissione radiofonica Chiara Fontana, redatta da Giorgio Nataletti a partire dal 1955 e sino ai primi anni Settanta.10


In chiusura di queste note elenco in ordine cronologico di stampa, con una indicazione relativa ai luoghi, i dischi italiani e statunitensi nei quali risultano incisi documenti raccolti da Alan Lomax in Emilia e in Romagna:

· Northern and Central Italy and the Albanians of Calabria, a cura di Alan Lomax e Diego Carpitella, Columbia, KL 5173, 1957 (LP). È il volume XV della collana "The Columbia World Library of Folk and Primitive Music". Documenti registrati a Ranchio, Riolunato e Costabona.

· Music and Song of Italy, a cura di Alan Lomax e Diego Carpitella, Tradition, TLP 1030, 1958 (LP). Un canto raccolto a Ponte Langorino (e non a Mezzogoro). Ristampato in CD, a cura di Anna Lomax Charietakis e Goffredo Plastino, con il titolo Italian Treasury: Folk Music and Song from Italy. A Sampler, "The Alan Lomax collection", Rounder, 11661-1801, 1999 (CD).

· Emilia-Romagna, a cura di Roberto Leydi, Tuttitalia, CT5575, 1961 (LP). Documenti raccolti da Alan Lomax e Diego Carpitella a Ranchio, Mezzogoro, Ponte Langorino, Costabona e Riolunato (si vedano anche i due dischi precedenti).

· Canti comunisti italiani, a cura di Roberto Leydi, Dischi del Sole, DS5, 1963 (33, 17 cm). Canto registrato a Mezzogoro. Lo stesso canto risulta in seguito pubblicato in: L'Ordine Nuovo. Antologia della canzone comunista in Italia. 1, a cura di Cesare Bermani, Dischi del Sole, DS 161/63, 1968 (LP) e successiva ristampa in CD, Ala Bianca-Bravo, BR 128553729-2, 1995; Canti e racconti di prigione, a cura di Sergio Boldini, Dischi del Sole, DS 185/87, 1969 (LP); Togliatti l'è 'l dutùr, Istituto de Martino/Hobby & Work/Ala Bianca, collana "Avanti popolo" (CD).

· Italian Folk Music. 1: Piedmont, Emelia, Lombardy, a cura di Alan Lomax, Anna Lomax, Carla Bianco, Diego Carpitella, Ethnic Folkways, FE 4261, 1972. Un documento raccolto a Riolunato. Altri documenti citati come emiliani sono invece lombardi e piemontesi.

· Folklore musicale italiano. 1, a cura di Alan Lomax e Diego Carpitella, Pull, QLP 107, 1973 (LP). Documenti raccolti a Ranchio, Riolunato e Costabona. Si tratta dell'edizione italiana del disco Columbia edito negli Stati Uniti nel 1957.

· Italian Treasury: Emilia-Romagna, a cura di Goffredo Plastino, note di Gian Paolo Borghi, introduzione di Tullia Magrini, "The Alan Lomax collection", Rounder, 11661-1804-2, 2001 (CD). Riporta 31 documenti raccolti a Ranchio, Civitella, Longiano, Gorino, S. Giuseppe di Comacchio, Mezzogoro, Ponte Langorino, Riolunato, Camposanto, Costabona e Compiano.


Note

(1) Su questi aspetti biografici si vedano: A. Lomax, L'anno più felice della mia vita. Un viaggio in Italia (1954-1955), a cura di G. Plastino, Milano, Il Saggiatore, 2008; J. Szwed, The man who recorded the world. A biography of Alan Lomax, New York, Penguin Group, 2010.

(2) Note di G. Plastino in A. Lomax, L'anno più felice della mia vita, cit., p. 26.

(3Ibidem.

(4) Si vedano, a questo proposito: Accademia nazionale Santa Cecilia - RAI Radiotelevisione Italiana, Studi e ricerche del Centro Nazionale Studi di Musica Popolare dal 1948 al 1960, a cura di G. Nataletti, Roma, senza data (ma 1960), pp. 126-149 ("Ricerca, 24"); A. Lomax, L'anno più felice della mia vita, cit.: Lomax redasse anche due studi a commento del suo lavoro, apportando una sua analisi del canto popolare italiano: Ascoltate, le colline cantano!, "Santa Cecilia", V, 1956, 4, pp. 81-87 e Nuova ipotesi sul canto folkloristico italiano nel quadro della musica popolare mondiale, "Nuovi argomenti", 1955-1956, 17-18, pp. 110-135.

(5) Alan Lomax consegnò una copia delle registrazioni italiane al Centro nazionale di studi sulla musica popolare (poi Archivi di etnomusicologia). I documenti emiliani e romagnoli (90) sono contrassegnati dalla sigla 24-M (Studi e ricerche del Centro..., cit., pp. 141-142). Una successiva catalogazione dei materiali ha aggiornato a 95 i documenti; ulteriori approfondimenti hanno inoltre consentito di stabilire che altri documenti (almeno cinque) indicati come raccolti a Treppio (Studi e ricerche del Centro..., cit., pp. 143-144) sono stati invece registrati a Vergato, sull'Appennino bolognese, da due suonatori popolari di quella località. Su questo aspetto rimando a: G. P. Borghi, Sulle tracce di Alan Lomax a cinquant'anni dalle sue ricerche sull'Appennino tosco-emiliano (Vergato, Treppio, Riolunato, Costabona), "Nuèter-ricerche", 2004, 26, p. 163, nota 2. Ulteriori precisazioni si possono leggere alla nota 7 del presente contributo.

(6) Si vedano, in proposito: E. de Martino, Il folklore progressivo emiliano, "Emilia", III, 1951, 21, pp. 251-254; Qui a Ravenna de Martino ha lasciato un segno, conversazione di Giovannino Brandolini (nato a Ravenna il 5 marzo 1927) con Cesare Bermani e Franco Coggiola, "Il de Martino", 1996, 5-6, pp. 104-115 (testimonianza del funzionario locale che accompagnò de Martino nella sua ricerca). Durante la guerra Ernesto de Martino era stato sfollato a Cotignola e in quella località aveva riscontrato che era ancora vivo il ricordo di varie lotte sociopolitiche, tra le quali l'eccidio di Conselice del maggio 1890. Si veda, al riguardo: A. Belletti, Ernesto de Martino a Cotignola (fronte del Senio), "Etnosistemi", II, 1996, pp. 79-83. Ringrazio Giuseppe Bellosi per le segnalazioni.

(7) Goffredo Plastino segnala che Lomax annotò le seguenti località sui contenitori originali delle bobine magnetiche audio: Gorino di Mesola (oggi di Goro), San Giuseppe di Comacchio, Mezzogoro e Pontelangorino di Codigoro (tutte in provincia di Ferrara); Ranchio di Sarsina, Fasatone (ma Fossatone) di Bagno di Romagna, Civitella di Romagna e Longiano, in provincia di Forlì; Riolunato e Camposanto, nel Modenese; Costabona di Villa Minozzo (Reggio Emilia); Compiano (Parma). La citazione è tratta dalla pagina 5 del libretto allegato al CDItalian Treasury. Emilia-Romagna, più avanti maggiormente esplicitato. Nelle nuove schede del CNSMP risulta anche la località romagnola di Rocca San Casciano; non vi compaiono invece le località di San Giuseppe di Comacchio e di Camposanto. Dall'ascolto di frammenti on line dei 95 brani di questa nuova schedatura (anch'essa contestualmente consultabile sul sito web dell'Accademia nazionale di Santa Cecilia: www.santacecilia.it) ho rilevato che i documenti contrassegnati dai numeri 55 e 56 non sono stati raccolti a Riolunato ma sull'Appennino bolognese: la ninna-nanna/filastrocca rilevata in due esecuzioni femminili è in un dialetto bolognese di montagna e fa pure riferimento alla località montana bolognese di Monzuno. Un testimone che accompagnò Lomax nella campagna in quei territori ricorda che il ricercatore registrò a Campòlo di Grizzana, "alla Osteria Anna, una ninna nanna che si fece cantare più volte" (si veda: G. P. Borghi, Sulle tracce di Alan Lomax, cit., p. 188). Sempre per ragioni di diversità dialettale, le registrazioni dal numero 87 al numero 90 sono da considerarsi realizzate non a Riolunato ma nella pianura modenese. Una, con ogni probabilità, è stata registrata a Solara di Bomporto (Satira, numero 93), peraltro non distante da Camposanto, citata da Lomax: nel testo della zirudèla, di compositore anonimo, si asserisce che il "protagonista", a causa delle sue disavventure, non fece più ritorno a Solara. Una seconda Satira, invece (numero 94), recitata da una donna sempre in un dialetto modenese di campagna, fa parte del repertorio del cantastorie Marino Piazza: si tratta del testo della zirudèlaintitolata Un fatto curioso con gran meraviglia / per farsi la fidanzata gli ha regalato una coniglia, stampata, tra l'altro, nel 1931 su un foglietto volante dalla tipografia modenese Bassi e Nipoti (raccolta dello scrivente).

(8) Per più ampie notizie sulle ricerche appenniniche nel Bolognese, Modenese e Reggiano rimando anche a: G. P. Borghi, Sulle tracce di Alan Lomax, cit., pp. 163-192.

(9) Testimonianza orale dello studioso locale Ettore Rulli.

(10) Su questa trasmissione radiofonica si veda: P. Toschi, Chiara Fontana, in Accademia nazionale di Santa Cecilia - RAI Radiotelevisione Italiana, Il Centro Nazionale Studi di Musica Popolare e gli studi etnomusicologici in Italia dal 1948 al 1958, Roma, 1958, pp. 59-62. Un esempio di programmazione radiofonica italiana comprendente Chiara Fontana può leggersi sul blog Il Focolare Radio-TValla pagina relativa al sabato 20 agosto 1971 (ilfocolare-radiotv.blogspot.it/).