ANTONIO BOZZETTI

(1924-2009)

 

ATTORE MILANESE TRA IMPEGNO CIVILE E DIFESA DEL DIALETTO

 

La carriera di Antonio Bozzetti, nato e vissuto a Milano,  se così si può definire, parte da lontano e scorre parallela su due immaginarie sorgenti: dialetto milanese e impegno civile.  Inizia dagli anni’30, quando giovanissimo debutta nella filodrammatica oratoriana e l’approccio al teatro è stata una primaria grande passione. Purtroppo il salto di qualità rimase solo un desiderio, perché la vita gli ha riservato un destino diverso. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, conclusa la sua esperienza nella Resistenza, negli anni ’50 comincia la carriera artistica in un altro gruppo filodrammatico teatrale qualificato, con ambizioni diverse, che recitava testi di autori importanti e in arene prestigiose. In quel periodo si cimenta anche con il mondo del cinema. Superato un difficile provino, viene scelto per interpretare un film, che gira regolarmente, ma al momento dell’uscita nelle sale, la casa cinematografica fallisce e la pellicola viene sequestrata.

Poi per motivi familiari e di salute smette per un po’ di anni.  Ma la passione riprende il sopravvento e negli anni ’60 riparte con un altro gruppo semi-professionistico di ricerca teatrale diretto dal professore-attore Giancarlo Monticelli. Con lui Bozzetti fa diverse cose fino ad approdare al vernacolo milanese, la sua lingua madre. Ed è proprio in una fortunata esibizione con questa compagnia che l’attore-regista, direttore del “Teatro Officina” di Milano Massimo De Vita, gli chiede di entrare a far parte della sua compagnia. Siamo negli anni ’70. La caratteristica del Teatro Officina è quello di fare teatro sperimentale e di ricerca e questo coincide con le aspettative di Antonio. Con De Vita coordina un gruppo di ragazzi della scuola dell’attore nel settore dialettale. Fino al 2009 lavora con l’amico De Vita nel portare in scena spettacoli un po’ caratteristici, originali e di ricerca.

Come si vede la sua carriera ha rappresentato un impegno artistico-civile che gli ha dato tantissime soddisfazioni e riconoscimenti da parte di critici. Anche se non ha fatto l’accademia si è avvalso unicamente del suo talento naturale plasmato da bravi registi. Questo filone dell’impegno civile è, a suo dire, croce e delizia del Teatro Officina. Verso la fine degli anni ’70 con il Teatro Officina e per conto del Comune, hanno preso contatto con parrocchie, centri anziani, case di riposo e Centri per il tempo libero della città di Milano per raccogliere, con registrazioni, le testimonianze vive delle storie e memorie degli anziani. Da tutto il materiale registrato è nato uno spettacolo che, recitato da attori, veniva riproposto nei luoghi dove sono state fatte le registrazioni. Questa esperienza per diversi anni è stata portata avanti negli spettacoli dell’estate milanese. Con il medesimo impegno tecnico e civile sono andati ad intervistare i contadini di Olevano Lomellina (PV) per ricostruire la loro storia e quella del paese. Anche questo ha prodotto uno spettacolo dal titolo “Memorie di terra contadina”, recitato e cantato da attori e da contadini del luogo. La cosa è stata messa in rilievo dalla stampa locale e nazionale. Ormai specializzati sulle tematiche legate alla memoria viene rappresentato un altro spettacolo a Sesto S. Giovanni.  “Cuore di fabbrica” questa volta sulla scorta della memoria operaia.  Sulla storia della classe operaia a Sesto S. Giovanni, comune della cintura milanese dal 1900 al 1998. Prima rappresentazione presso la Camera del Lavoro e presso i sindacati dei pensionati. Questo lavoro ha avuto il patrocinio de Comune, della Provincia, della Regione, delle Confederazioni sindacali e del Ministero del Lavoro. Una video-cassetta è stata inviata pure a Roma all’Archivio di Stato. Anche questo spettacolo rappresentato in teatri, sedi sindacali e universitarie ha suscitato un notevole successo e interesse da parte del pubblico. Ad Antonio Bozzetti la Provincia di Milano ha dedicato un DVD annoverandolo tra i personaggi illustri della città. Ripercorrendo la sua esperienza Bozzetti afferma con soddisfazione che ritiene di aver saputo coniugare la sua predisposizione al teatro con l’impegno sociale e questo è il segreto del suo entusiasmo che chi lo ha conosciuto non potrà mai dimenticare.

 

 

 

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