4 NOVEMBRE: GIORNATA DI RETORICA PATRIOTTARDA E NAZIONALISMO TRICOLORATO

I Tribunali Militari lavorarono a tempo pieno emanando sentenze capitali e distribuendo centinaia di anni a chi si opponeva alla guerra anche con canzoni pacifiste come documentano le due sentenze che seguono.

 

Dal libro di E. Forcella e A. Monticone

PLOTONE DI ESECUZIONE I processi della guerra mondiale

Editori Laterza

 

Il libro contiene 166 sentenze emesse dai Tribunali Militari nel periodo 1915/1918, Ne riportiamo due che riguardano sentenze per canti e testi antimilitaristi e disfattisti, che meglio di tante parole attestano il sentire dei civili e dei soldati, la loro avversione alla guerra, all’inutile strage.

 Abbiamo lasciato il titolo delle sentenze dato dai due autori.

 

“PRENDI IL FUCILE E GETTALO A TERRA…

 

Gruppo di 7 giovanissimi contadini della provincia di Belluno, celibi, incensurati; due condannati a 5 anni e 7 mesi di reclusione ordinaria, cinque a 2 anni, per subornazione. Tribunale militare di guerra del XVIII corpo d’armata. Feltre 20 febbraio 1917. ( TS, Trib. Guerra, b. 116 f. 181/I, sent. 127)

 

Gli accusati la sera del 21 gennaio 1917 si recavano nei pressi dell’accampamento di Bassanese, dove trovavasi a riposo il 2° battaglione del 136° fanteria, ed ivi intonavano ad alta voce una canzone che aveva per ritornello “prendi il fucile e gettalo a terra, vogliamo la pace e non più la guerra”. Alcuni ufficiali e graduati richiamati dal canto, dopo avere accertato e compreso le parole che si profferivano, intervennero per fa cessare il canto suddetto, se non che coloro che cantavano si diedero a precipitosa fuga, tranne l’accusato D.A.A. che venne tratto in arresto. In seguito vennero identificati o arrestati dall’arma dei RR.CC., gli altri odierni giudicabili.

È rimasto assodato che i prevenuti cantavano quella nefasta canzone, la quale non poteva avere altro scopo che quello di riuscire sediziosamente suggestiva per i soldati, oltre che scandalosa e pericolosa.

 

FOGLI NELLE TRINCEE

D.G.C. della provincia di Trapani, 23 anni, contadino, celibe, soldato del 21° artiglieria: condannato a due mesi di reclusione per lettera contenente una canzone disfattista. Tribunale militare di guerra del I corpo d’armata. Zona di guerra 18 maggio 1918 (TS, Trib guerra b.47, f 59/II, sent. 775

Il sodato D.G.C. scriveva e spediva il 10 aprile 1918, dalla zona di guerra, una lettera che indirizzava al soldato V.C. residente a Forlì, nella quale gli trasmetteva copia di una canzonetta anonima, contenente espressioni di denigrazione sulla nostra guerra e i suoi fini, sul morale dell’esercito e del  paese, quali particolarmente si rilevano dalle seguenti strofe:

Gli assassini dei signori

Ha voluto far la guerra

E noi altri tutti a terra

E loro a spasso per la città.

Là ci mandano al macello

Tutti i signori stanno a guardare

E noi altri ci tocca andare

In quei monti che son lassù

Or si sa che questa guerra

Non è fatta per vantaggio,

loro a posta l’hanno fatta

per distruggere la gioventù

Il governo italiano

prepotente come un cane,

in altre terre vuole andare

di cui i tedeschi son padroni

ecc.ecc.ecc.

 

Il giudicabile ha esplicitamente confessato di aver ricopiata la canzonetta da un foglio anonimo rinvenuto in una trincea delle retrovie: la sua affermazione di aver fatto ciò leggermente, ma senza alcuna intenzione di voler denigrare la nostra guerra si ravvisa priva di fondamento, desumendosi tale specifica intenzione dalla stessa materialità delle espressioni contenute nella canzonetta il cui significato antipatriottico non poteva essergli perfettamente noto.

 

D.G.C. verrà condannato a “soli” due mesi di carcere grazie ai suoi ottimi precedenti militari durante i tre anni di guerra e gli verranno quindi accordate le attenuanti generiche.