Elias Petropulos

Rebetiko -

Vita, musica, danza fra carcere e fumi dell'hashish

Nautilus Edizioni- Torino -2013 - pp. 128, ill, + CD - € 11,00

 

Un bell’incontro quello con Elias Petropulos, attento osservatore che con il suo sguardo ampio e profondo fu in grado penetrare il vero senso della vita.

Nato nel 1928 ad Atene, vissuto tra Salonicco e Atene, infine a Parigi nel 1975, dove morì nel 2003.

E' stato un saggista prolifico, ha pubblicato una ottantina di libri e circa un migliaio di articoli riguardanti oltre che i prigionieri politici greci, categorie di esclusi ed emarginati come ladri, prostitute, omosessuali, drogati ecc, registrando molte storie e canti popolari.

Le sue opere non hanno mai avuto vita facile un Grecia, fu condannato a diversi anni di prigione per oltraggio al pudore e altri reati legati al buon costume, in particolare per le sue opere “Il Trattato del buon ladro” e un glossario della lingua degli omosessuali, Kaliarnta, considerato il primo su questo argomento. Inoltre ha raccolto un corposo repertorio fotografico di balconi, finestre, porte e altri manufatti popolari greci, tremila immagini di cimiteri greci, e soprattutto un'antologia del rebetiko, Rebetika tragudia, in cui sono raccolti più di 1500 rebetika. In giovane età fa una scelta di parte studiando l’Università della strada. Trascorse lunghi periodi in carcere per motivi politici e pur non essendo un malavitoso, sta dalla loro parte, il suo scopo era schierarsi, demistificare, raccogliere e testimoniare, far emergere esperienze e saperi nascosti e passivi, scontrarsi con il sapere accademico e quello del senso comune, con passione e intelligenza . Diventa così “ antropologo urbano”, come amava definirsi, disciplina che lo porta ad indagare quella parte di umanità “comune”, perfettamente consapevole che non c’è un modo rebetiko di pensare, c’è un modo rebetiko di vivere.

Il Rebetiko è musica popolare prettamente urbana, legata al mondo della malavita, al carcere, alla taverna. La sua origine è piuttosto incerta e viene datata verso la fine del XIX secolo e si diffonde sia tra i greci dell'Anatolia che nella Grecia vera e propria, e conosce il suo periodo d'oro tra il 1920 e 1950. I centri principali sono la vecchia Atene, Salonicco, Pireo, Smirne, Costantinopoli, centri urbani più o meno grandi, tutti porti marittimi dove si mescolano persone di varie provenienze e dove ci sono locali nei quali si ritrova una umanità varia.

In queste pagine ricche di fotografie d'epoca ed immagini, si raccontano i personaggi, i comportamenti, le cose della vita dei rebets e del rebetiko, la musica che li accompagna con i suoi ritmi e il suo stile di vita. Una musica che ispira danze solitarie in luoghi di marginalità, locali equivoci, carceri, là dove il carcere rappresenta l’unica vera scuola. Musica intrecciata a quella di una sostanza, l’hashish e di coloro che la consumano, gli hassiklides, con «quella loro dolcezza e tranquillità che traspare da quegli uomini a cui l’hashish «regala rilassatezza, sogni dolci, la desiderata tranquillità che scaccia i pensieri neri».

Petropulos, anarchico e ribelle, profondamente appassionato di tutto ciò che è “umano”aveva scritto sul passaporto "ateo",.

La lettura delle pagine del libro, unita all'ascolto dei 23 brani di rebetiko del CD che lo accompagna, permettono la conoscenza di questa sorta di “blues greco” tornato prepotentemente alla ribalta come colonna sonora della crisi in cui è stata fatta precipitare la Grecia e in particolare le classi popolari e proletarie. Una occasione unica per immergersi nell'animo della Grecia più popolare e autentica di cui Petropulos ha saputo essere il portavoce.

La pubblicazione di questo libro offre inoltre la possibilità di incontrare e conoscere le edizioni Nautilus. Nate come collettivo nel 1981, si caratterizzano per il minimo contatto con la cultura ufficiale e la massima propensione verso una creatività che non si consideri attività economica. Da qui il tentativo costante di produrre e distribuire materiali che superino la logica del mercato della cultura ufficiale, delle sue regole ed imposizioni, quindi nessun copyright. Un'attività tendenzialmente “altra" e istintivamente ”contro". Questo in sintesi lo spirito di Nautilus, con i suoi componenti che editano libri, dischi e producono video, che da oltre trent'anni porta avanti un’attività legata ai principi dell'autogestione e alla pratica dell'autoproduzione.

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Aprile 2014

 

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