CATALOGO DELLA MOSTRA

 

GLI OCCHI DELLA FOLLIA

 

Giullari e buffoni di corte nella storia e nell'arte

 

A cura di Tito Saffioti

 

BIBLIOTECA NAZIONALE BRAIDENSE  2013 -pp.96 s.i.p.

 

www.titosaffioti.it

 

 

 

Tito Saffioti scrittore, giornalista e studioso di storia medioevale con particolare attenzione a giullari e buffoni è il curatore della mostra “Gli occhi della follia. Giullari e buffoni di corte nella storia e nell’arte”. La mostra si è tenuta a Milano nella Sala Teresiana della Biblioteca Nazionale Braidense dal 12 novembre al 6 dicembre 2013. Un agevole catalogo riporta il materiale esposto corredato da didascalie e note.

 

 

 

Nell'Europa cristiana dopo la grande stagione del mimo latino e del teatro classico di Plauto e Terenzio un lungo silenzio cala sull'istituzione teatrale fino al XV secolo. Un tempo lunghissimo in cui gli edifici furono lasciati cadere in rovina e l'istituzione teatrale osteggiata strenuamente dal potere ecclesiastico. Gli unici eventi di cui si ha notizia furono gli spettacoli improvvisati nei crocicchi delle strade, nelle aie di paese e nelle corti tenuti da giullari e buffoni. La Chiesa infatti si oppose con manifeste interdizioni soprattutto da parte delle alte gerarchie e ribadite in ogni Concilio. Il giullare, racconta il curatore della mostra, ha rappresentato l'unico polo laico della cultura medioevale e le varie scomuniche e divieti che venivano periodicamente poste in essere, dimostrano invece l'evidente apprezzamento sia delle classi popolari che da quelle egemoni.

 

Il termine giullare indica numerose figure di professionisti dello spettacolo. Giullare è colui che girava liberamente per i paesi e le città. Il buffone invece, veniva assunto per tempi più o meno lunghi all'interno delle corti da un signore. Il trovatore era colui che creava, ovvero “trovava” i testi poetici che poi faceva eseguire da un giullare. Il più famoso esempio nella storia fu Guglielmo IX d'Aquitania (1071/1126), primo dei trovatoriche compose un poema lirico in lingua occitana considerato alla base della lirica europea di argomento profano.

 

Nonostante tutto, anche in Italia il giullare ebbe molta fortuna e nella ricerca iconografica del catalogo della mostra vengono evidenziate le numerose arti di cui il giullare era maestro. Le immagini, provenienti in prevalenza dalla milanese Biblioteca Braidense, mostrano istrioni, mimi, ciarlatani, saltimbanchi, imbonitori, cantastorie, domatori e ammaestratori di animali, acrobati, giocolieri, burattinai, prestigiatori, lottatori, danzatori: tutte arti rappresentate nelle piazze e nelle corti. Ma tra tutti secondo lo studioso quella in cui doveva assolutamente eccellere il giullare era quella di saper incantare il pubblico di villici o borghesi per portarlo ad aprire la borsa. Soltanto questo garantiva la sua sopravvivenza. Il catalogo è suddiviso in capitoli: giullari tra condanna e redenzione; mestieri della strada, Nani,nani,nani; Insipens del salmo 52; Omnia mors aequat, (tutti gli uomini sono uguali di fronte alla morte); Testimonianze letterarie, in cui tra l'altro è riprodotto il Mistero Buffo del Premio Nobel per la letteratura Giullari con cornice verde di Dario Foforsemeno noto come fecondo e attivissimo pittore.

 

 

 

Giugno 2014

 

 

 

contatti:

Tito Saffioti

 

Via delle Robinie, 10
23874 Montevecchia (LC)

 

Tel. 039/9930164

 

Email: info@titosaffioti.it