A.Citelli, G.Grasso, A.Rovelli, M.Savini

INT U SEGNU

Guaritori popolari e pratiche magiche

nelle Quattro province

 Associazione culturale Baraban- 2014 - pp.170- € 15,00 con  DVD – Vedere i segni

www.baraban.it e-mail: info@baraban.it

 

 

Il 16 maggio 2014 presso la Casa dei Servizi Terre Alte di Varzi , è stato presentato  il volume Int u segnu riguardante le pratiche di etnomedicina nel territorio dell’Appennino lombardo.

La pubblicazione è a cura dell’Associazione Baraban, in collaborazione con  la Regione Lombardia (AESS-Archivio di Etnografia e Storia sociale e REIL-Registro Eredità Immateriali Lombarde), e  i Comuni di Varzi, Brallo di Pergola insieme al GAL, all’ Istituto “Ferrari” e all’ IPSIA di Varzi. Il libro prende spunto da studi precedenti del 1962 di Alessandro Maragliano Tradizioni popolari vogheresi che aveva affrontato il tema delle terapie popolari e del saggio di Marco e Serena Savini Guaritori del passato, qui pubblicato.

Int u segnu intende offrire al pubblico l’idea di quanto delle antiche terapie di guarigione, frutto della cultura contadina dell’Appennino, sono sopravvissute alla pressione della modernità e alle trasformazioni socio-economiche. Inoltre gli autori hanno voluto documentare e confrontare con moderni strumenti scientifici questo mondo dei segni con la medicina ufficiale e le discipline di guarigione “altre”  attualmente presenti nel nostro paese.

L’indagine si è basata su testimonianze orali di singole persone o gruppi e integrata da altri sistemi di ricerca delle informazioni quali l’uso di questionari e il reperimento di testi, tesi di laurea e di saggi pubblicati in passato.

La ricerca nel territorio dell’Oltrepò pavese è stata anche l’occasione per presentare gli esiti ancora inediti di analoghe ricerche compiute in altre valli dell’area delle Quattro province, in territorio piacentino da Giuliano Grasso e Aurelio Citelli negli anni Novanta e nell’Alessandrino da Marco Savini, tra il 2010 e il 2011.                                                                                                                Nell’arco di un anno l’equipe di ricerca ha intervistato oltre cento tra guaritrici, pazienti, familiari, medici e farmacisti. L’indagine ha permesso di stabilire che il ricorso all’arte dei segni non è del tutto scomparsa, anzi è  ancora piuttosto frequente, con veri e propri presidi sanitari costituiti dai guaritori. Nella prefazione gli autori sottolineano che benché lentamente in declino queste pratiche conservano una loro presenza significativa, accanto alla medicina ufficiale, mostrando segnali di resistenza inaspettati.

Più difficile rispetto alla zona collinare, si è rivelata la documentazione della presenza di pratiche popolari nell’area di montagna ( Passo del Brallo e Valle Staffora),  più isolata e con un tessuto sociale fortemente compromesso. Del tutto scomparse invece le figure talvolta assimilate agli strion che curavano malattie a carattere psicologico: scacciavano mali, malefici e fatture attraverso poteri magici di cui si ritenevano dotati. Di queste figure si conserva però memoria fra Ottocento e Novecento.

Il racconto che emerge dalla lettura e dalla visione dalle immagini raccolte nel DVD Vedere i segni  parla di forme culturali e organizzative di difesa della salute che si sono tramandate oralmente per secoli in luoghi e realtà costituite da miseria, malattie e ignoranza. Oggi tutto questo, concludono gli autori, sembra inattuale e fuori dal tempo eppure la cultura dei segni è ancora viva e insieme alla medicina ufficiale e alle medicine naturali aiuta a vivere meglio.

 

 

 

LUGLIO 2014