Dante Alighieri

Inferno Canto XXXIII bis

L'INCREDIBILE MANOSCRITTO RITROVATO IN VALSUSA

Edizioni Tabor – Valle di Susa (To) – 2013 pp.62 . 6,00


Il libro recentemente pubblicato dalla casa editrice Tabor sta ottenendo un notevole successo, sia per l'originalità dell'idea che ne è alla base, sia per gli argomenti trattati. Un manoscritto che si vorrebbe ritrovato in Valle di Susa, alla Sacra di San Michele, e scritto nel corso di un viaggio che Dante avrebbe fatto verso la Francia. Manoscritto poi ritrovato ai nostri giorni e che risulta essere particolarmente illuminante su una situazione che la Val di Susa sta vivendo, quella della vicenda legata all’alta velocità ferroviaria.

L'allegoria riconduce al “1308 Dante Alighieri è esule, in cammino verso la Francia. Nel suo peregrinare, approda in Valle di Susa. Tratto in arresto dagli armigeri che presidiano la valle, dopo qualche giorno di prigionia troverà ricovero presso i monaci della Sacra di San Michele. Quivi, nel riposo illuminato da una pozione di spetialissime erbe, il poeta si ritrova catapultato in una sorprendente visione premonitrice. Il Maestro Virgilio lo condurrà nell'abisso del peccato più grave e imperdonabile in cui l'umanità si appresta a sprofondare: il tradimento della natura e della specie. Un abisso di abbrutimento, avidità e supplizio, che si disvela a Dante nei travagli del territorio della Valsusa.
Il manoscritto qui pubblicato, ritrovato dopo secoli di oblio, contiene le terzine attraverso cui il sommo poeta ha voluto consegnarci questo viaggio. Un monito che un imperscrutabile destino ha voluto rivelarci soltanto oggi, proprio quando l'abominevole abisso pare averci inghiottito anima e corpo, ma nel contempo dalle sue viscere s'affacciano, flebili ma inesorabili, i bagliori d'una novella resistenza"

Su questa volontà di costruire la grande ed inutile opera ferroviaria Dante prevede futuri castighi nel nono girone dell’inferno:

...Si puniran quei che per l’irte calli

mi disse il Duca, – di tra i lecci e i pini

violenza impiegheranno in quelle valli;

 

difenderai gli illeciti confini

posti per fare luogo ai distruttori

cacciando di lor terra i valsusini;

 

per simular l’inizio dei lavori

vigne e terreni occuperanno armati

fingendo scavi di finti trafori…”

Nel libro situazioni e personaggi si svelano tra i versi, consegnando ai lettori momenti di sana allegria, ma anche di attenta revisione di quanto sta accadendo per ora nella valletta della Clarea, fra Chiomonte e Giaglione, ma che potrebbe tra breve coinvolgere zone ad alta densità di popolazione e con gravi problematiche ambientali da risolvere.

Per informazioni:tabor@autistici.org